The New Mutants

The New Mutants recensione del film Marvel di Josh Boone

The New Mutants recensione del film di Josh Boone, con Anya Taylor-Joy, Maisie Williams, Charlie Heaton, Alice Braga, Henry Zaga Blu Hunt

Premessa doverosa. Da un paio d’anni il cinema contemporaneo è inflazionato dai cinecomic, al punto d’essere oggi – a pieno titolo – la principale forma del cinema d’intrattenimento; questo per via della capacità insita d’essere “contenitori tematici”. Al pari dei western tra gli anni Cinquanta-Sessanta; e i polizieschi tra gli anni Settanta-Novanta infatti; i cinecomics dispiegano narrazioni in cui poter veicolare più sfumature di generi, messaggi e tematiche. Divenendo così negli anni un genere sempre più elaborato ora narrativamente (Avengers: Infinity WarJoker e X-Men: Giorni di un futuro passato) ora a livello tecnologico (Avengers: Endgame). Fa quasi sorridere quindi come, per evidenti cause di forza maggiore, il primo cinecomic dell’anno non sia stato l’attesissimo Black Widow (2020), ma proprio The New Mutants (2020) di Josh Boone.

Anya Taylor-Joy, Maisie Williams, Henry Zaga, Charlie Heaton e Blu Hunt
Anya Taylor-Joy, Maisie Williams, Henry Zaga, Charlie Heaton e Blu Hunt in una scena de The New Mutants

Il perché di tanta ironia sta nel fatto che la lavorazione della nuova declinazione dei mutanti in salsa Fox ha avuto una genesi creativa che negli ultimi tre anni, gli ha garantito l’appellativo di “film maledetto”; quasi come fosse una sorta de I cancelli del cielo (1980) di Michael Cimino o un qualunque film di Terrence Malick in salsa supereroistica. Al punto che nessuno si sarebbe aspettato che The New Mutants potesse concludere la post-produzione, figuriamoci la distribuzione in tutto il mondo.

Nel cast de The New Mutants, in sala dal 2 settembre 2020, figurano Anya Taylor-Joy, Maisie Williams, Henry Zaga, Charlie Heaton e Blu Hunt; e ancora Alice Braga, Adam Beach e Happy Anderson.

The New Mutants: sinossi 

A seguito di un incidente una giovane mutante nativa americana, Danielle Moonstar (Blu Hunt) si ritrova legata al letto di una struttura super-segreta, dalle mura spesse, le porte in metallo impossibili d’aprire dall’interno. Il centro è gestito dalla Dottoressa Cecilia Reyes (Alice Braga), la quale cerca di educare i ragazzi all’utilizzo dei propri poteri.

Nel giro di poco tempo, Danielle inizia a conoscere meglio gli altri confinati. A partire da Rahne Sinclair (Maisie Williams) profondamente religiosa; Illyana Rasputin (Anya Taylor-Joy), ribelle e caotica; il silenzioso Samuel Guthrie (Charlie Heaton); e il dongiovanni Roberto Da Costa (Henry Zaga).

Maisie Williams in una scena de The New Mutants
Maisie Williams in una scena de The New Mutants

Ben presto Dani, perché è suo il punto di vista del racconto, scoprirà che quella che sembra essere una base segreta per il reclutamento di giovani X-Men, è in realtà un centro di controllo della Essex Corporation. Unendo così le forze, Dani e i Nuovi Mutanti, dovranno affrontare i propri demoni interiori, cooperando come un team al netto delle differenze caratteriali e di vedute.

Re-shoots, slittamenti, scene post-credit, una produzione da mal di testa

Basato su i Nuovi Mutanti (1982-1989) di Chris Claremont e Bill Sienkiewicz, s’è iniziato a parlare di The New Mutants a partire dal 2015, durante la post-produzione di X-Men: Apocalypse (2016) con la scelta di Josh Boone come regista. Ottenuto il benestare di Simon Kinberg, la Fox ordinò una nuova trilogia narrativa con nuovi personaggi e toni più maturi rispetto alla saga originale degli X-Men.

Inizia un’odissea creativa che parte dal concepire The New Mutants come uno spin-off della saga con tanto di presenza nel cast di James McAvoy (Professor X) e Alexandra Shipp (Tempesta), a personaggi inseriti; poi cancellati; modificati; sino alla deriva horror che tutti conosciamo.

Anya Taylor-Joy in una scena de The New Mutants
Anya Taylor-Joy in una scena de The New Mutants

I veri problemi iniziano però con le riprese. Dopo l’uscita di IT (2017) infatti, la Fox decide di calcare la mano sul tono horror ordinando dei reshoots. Il rilascio in sala viene così spostato da gennaio 2018 a febbraio 2019; e poi ad agosto 2019 per via della nuova data di X-Men: Dark Phoenix (2019). Tra scene post-credit approvate e poi cancellate che avrebbero coinvolto Jon Hamm come Mister Sinister e Antonio Banderas come il padre del personaggio di Zaga, la svolta arriva, ma in negativo, con l’acquisizione della Fox da parte della Disney.

Come prima delibera in merito, i re-shoots vengono cancellati, così come i piani per una trilogia. La Disney punta direttamente a chiudere la post-produzione per il rilascio in sala. Poi la beffa nel gennaio 2020. Nel giro di un paio di giorni The New Mutants viene prima ufficializzato come parte del Marvel Cinematic Universe, per poi essere rimosso con un comunicato ufficiale. L’ingloriosa fine di un progetto forse non felicissimo, ma che in ogni caso avrebbe meritato maggior considerazione – e meno schizofrenia gestionale – da parte della Fox.

Un uomo famoso una volta disse, noi creiamo i nostri demoni

Secondo un antico detto dei nativi americani, dentro di noi ci sono due orsi; che lottano per dominare la nostra anima. Un orso rappresenta le cose buone. Compassione, amore, fiducia. L’altro orso le cose cattive. Paura, vergogna e autodistruzione”.

L’incipit di The New Mutants apre il racconto con una medias res clamorosa e catastrofica, dal montaggio rapido e incisivo la cui frase d’apertura rievoca nei toni quella di Iron Man 3 (2013) di Shane Black: ovvero la crisi della carne sotto l’armatura di ferro.

Tra raccordi scenici ed enigmi, ecco dispiegarsi la narrazione di Boone, tra primi piani zoomati, fughe nella notte e un ospedale con cui giocare con i topos del cinema horror in chiave (super)eroistica. Boone procede nel presentarci gli agenti scenici, a partire dalla Dani della Hunt – simulacro dell’outsider del cinema di genere – e della Dott. Reyes della Braga; dalla morfologia non dissimile dal personaggio di Sarah Paulson in Glass (2019).

Anya Taylor-Joy in una scena de The New Mutants
Anya Taylor-Joy in una scena de The New Mutants

Espediente con cui introdurre nel racconto la componente narrativa “mutante”, declinata nella tipica accezione del diverso: la pura anima dei Mutanti tra fumetti e lungometraggi. Una connotazione che si evince maggiormente nella presentazione scenica dei personaggi della Taylor-Joy, Williams, Heaton e Zaga. Caratterizzazioni semplici, rarefatte, da cui emergono però – con lo sviluppo dell’intreccio – background psicologici fatti di traumi violenti e dolorosi; esplicitati scenicamente tra autolesionismo e comportamenti auto-distruttivi, o altrimenti desumibili.

The New Mutants: Wes Craven, John Hughes e X-Men

E in effetti con The New Mutants sembriamo muoverci più nel terreno dell’atipicità di genere del sopracitato film di Shyamalan o Joker (2019), che non di un abituale prodotto dei Marvel Studios; sia esso MCU, Sony o ex-Fox. A partire dalle contaminazioni estetiche del cinema horror su cui Boone ha puntato molto sin dagli albori della post-produzione; ora tra le atmosfere cupe; ora tra jump-scare ben calcolati e spettrali sequenze oniriche rievocanti il Nightmare – Dal profondo della notte (1984) di Craven.

Sviluppandosi così in un’arena scenica il cui cementificare le dinamiche relazionali – tra rivalità, provocazione ed empatia – rievoca il cinema teen del Breakfast Club (1985) di Hughes, in salsa dark; nonché del cinema d’assedio/kammerspiel tipico di Carpenter – e in particolare nella connotazione sovrannaturale di The Ward (2010).

Una scena Craveriana ne The New Mutants
Una scena Craveriana ne The New Mutants

Tutti elementi alla base dello script di Boone, con cui dare colore e vivacità tematica quindi, in un derivato citazionista che permette di valorizzare una narrazione lineare nel suo sviluppo e nel dispiego dell’intreccio, ma anche di digressioni temporali – sempre più repentine – caratterizzate da un uso intelligente del comparto sonoro.

Nonostante le ottime premesse narrative, una sempre eccellente Taylor-Joy e la buona regia dal chiaro richiamo horror però, il racconto di The New Mutants si perde tra scene action non all’altezza degli standard di genere, un villain inconsistente e turning point poco riusciti – e nemmeno giustificati narrativamente; determinandone così un andamento deframmentato e prevedibile. Un pasticcio produttivo che trova il suo apogeo in una climax spettacolare, indubbiamente, ma priva di mordente.

 Quale futuro per i Nuovi Mutanti?

Tra un delizioso omaggio a Buffy – L’ammazzavampiri (1997-2003) e l’elemento di raccordo con cui generare continuity con gli X-Men (quali?) resta da capire quale sarà il futuro dei neonati The New Mutants. Processo produttivo a parte, i Nuovi Mutanti attualmente sembrano troppo dark per l’MCU, e nei toni nemmeno all’altezza dei precedenti X-Men.

L’impressione, quindi, è che per rivederli – e non veder del tutto sprecato il talento degli attori in scena – dovremo aspettare un (bel) po’, oltre che una totale ricalibratura del tono narrativo e delle atmosfere per renderli conformi al MCU. In ogni caso, il film di Boone risulta una piacevole – e nemmeno troppo disastrosa – anomalia, specie nel suo essere rilettura del cinema teen con elementi orrorifici tipicamente anni Ottanta; ben lontano quindi da quel disastro (quello si) di Fantastic 4 – I fantastici quattro (2015) di Josh Trank. In attesa di tempi più pacifici per la nuova creatura Marvel, godiamoci il ritorno dei cinecomic al cinema.

The New Mutants: il poster
The New Mutants: il poster

Sintesi

A dispetto delle premesse e della sua aura da oggetto misterioso, The New Mutants di Josh Boone è una discreta atipicità del cinema di genere che parte da ambiziose premesse a metà tra il cinema horror di Carpenter e Craven, inserendole in un'arena scenica da teen movie di Hughes ma dai toni infinitamente più cupi. Nel buio di un pastrocchio produttivo, brilla la stella di Anya Taylor-Joy, che offre l'ennesima valida performance dando un più che valido motivo d'interesse alla causa di The New Mutants.

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