The Last of Us 2 recensione serie TV con Bella Ramsey e Isabela Merced – Episodio 4 [Sky e NOW]
di Giorgio Maria Aloi
Ellie (Bella Ramsey) e Dina (Isabela Merced) vagano in una Seattle desolata e abbandonata. Esplorano gli edifici fatiscenti, finché non si imbattono in una moltitudine di morti e si trovano anche faccia a faccia con un nuovo nemico.
Dopo uno scontro con quest’ultimo, per fortuna, Ellie e Dina riescono a salvarsi e ad uscirne illese. Tra un pericolo e un altro, il loro rapporto diventerà sempre più intimo, rivelandosi a vicenda anche dei segreti e cresce anche la passione.
Nel quarto episodio di The Last of Us 2 Ellie e Dina non sono le uniche protagoniste. Parallelamente alla loro linea narrativa inizia un’altra, incentrata su un nuovo personaggio: Isaac (Jeffrey Wright), leader del Washington Liberation Front (WLF).
Il titolo di questo nuovo episodio è “Day One” ma più che un semplice “Primo Giorno”, sarebbe giusto definirlo Un Nuovo Inizio. Dopo una puntata dedicata alle conseguenze e all’elaborazione del lutto, la storia entra in una nuova fase della protagonista e della storia. La seconda stagione sta prendendo una direzione completamente diversa da quella a cui era abituato il pubblico.
In un certo senso, tutto sta avendo senso e si rivela utile sia per la trama e che per la crescita di Ellie. Se prima era sotto l’ala protettrice di Joel, ora è costretta a cavarsela da sola, portando la cicatrice della perdita come se fosse una medaglia usandola come carburante per farsi forza. Ora è in compagnia di Dina, e la loro relazione si sviluppa sempre di più, ben rappresentata in scena con una chimica tra le due interpreti che si percepisce sempre più.
Ma se da un lato la storia sta prendendo una direzione differente, dall’altro mantiene alcune caratteristiche già viste nella prima stagione. Ad esempio, anche qui è stato estrapolato un elemento che i videogiocatori conoscono, su cui costruito un background. L’introduzione del personaggio di Isaac è ben riuscita e la libertà narrativa non è risultata ingombrante, esplorando meglio il personaggio. Jeffrey Wright, che aveva già prestato la voce a Isaac nella versione videoludica, conserva lo stesso carisma di allora e si dimostra ben calato nel ruolo. Un’altra caratteristica che è rimasta invariata è il livello di tensione che si percepisce tra un luogo e un altro e quell’ansia di ritrovare qualcosa di inaspettato, nascosto dietro l’angolo.
Altri due punti a favori sono la regia ben strutturata e la colonna sonora, ma in tutto questo c’è una nota dolente: non si capisce perché mostrare alcuni personaggi così presto, se stanno continuando a rimanere nell’ombra. Si sta arrivando da qualche parte oppure si sta tirando troppo per le lunghe? Si vedrà nelle prossime puntate.
