The Last of Us 2 recensione serie TV con Bella Ramsey e Isabela Merced – Episodio 5 [Sky e NOW]
di Giorgio Maria Aloi
Seattle. Ellie (Bella Ramsey) e Dina (Isabela Merced) riprendono il loro viaggio alla ricerca di Abby (Kaitlyn Dever) con un unico obbiettivo in testa: vendicare la morte di Joel (Pedro Pascal).
Le due ragazze hanno scelto come rifugio un vecchio teatro abbandonato, simbolo culturale che un tempo definiva Seattle come una città viva e vibrante e che oggi è diventato un cumulo di macerie e cadaveri. I drappi di bandiere arcobaleno che sporgono dai balconi sono ridotti a degli stracci sbiaditi, come a voler rappresentare un sentimento di gioia e ottimismo che un tempo animava la popolazione della Città di Smeraldo e che oggi è andato definitivamente perduto.
Secondo i calcoli di Dina, Abby e la sua squadra appartenente alla fazione del WLF (Washington Liberation Front) dovrebbe aver stabilito la sua base nell’ospedale cittadino. Raggiungere quell’obiettivo, però, si rivelerà tutt’altro che semplice. Infatti, il cammino delle due protagoniste sarà pieno di pericoli e complicazioni e sulla loro strada incroceranno le “Iene”, una setta religiosa estremista che con violenza brutale si contende il controllo di Seattle.
Questo episodio è convincente, ma allo stesso tempo fa storcere il naso su alcuni difetti che continuano a rimanere sempre gli stessi. Però, per ora, si analizzano gli aspetti positivi.
In primo luogo, si entra nel vivo della trama e la tensione è sempre più alta, tanto da riuscire ad attirare lo spettatore allo schermo come una falena che è attirata dalla fiamma (citazione di Goblin in “Spider-Man” di Sam Raimi). La tensione è talmente alta che sembra che lo spettatore viva in prima persona le avventure di Ellie e Dina, che continuano a mantenere il ruolo di protagoniste della storia e riescono a reggerlo bene.
A proposito di Ellie, in questo episodio emerge una sfaccettatura del personaggio che, di recente, si era presa qualche libertà a scopi narrativi, ma che ora è tornata sui propri binari, nel rispetto della caratterizzazione vista nella controparte videoludica. Inoltre, viene messa in risalto la sua determinazione e la sete di vendetta, alimentate soprattutto dalla rabbia per la perdita di Joel. La tensione cresce soprattutto nella parte finale, durante il faccia a faccia tra Ellie e Abby
Un altro elemento positivo è l’introduzione di un nemico tanto letale quanto atteso dai fan del videogioco: le spore, arrivate anche nel momento più opportuno. La loro presenza rappresenta un valore simbolico: un’infezione più profonda e psicologica, che si insinua nei protagonisti sotto forma di desiderio di vendetta. Ormai è questo sentimento, insieme all’istinto di sopravvivenza, a dominare: è diventato un ‘tutti contro tutti’.
Gli elementi che rendono The Last of Us 2 una serie coinvolgente ci sono tutti, ma persistono anche alcuni difetti, come l’accelerazione del ritmo narrativo e una tendenza a rimanere in superficie, senza approfondire adeguatamente certi aspetti. Ora che ci si avvicina alla conclusione della seconda stagione — mancano solo due episodi — sembra emergere il sospetto che questa sia, in fondo, una stagione preparatoria (si spera).