Sopravvissuto - The Martian

The Martian recensione film di Ridley Scott con Matt Damon

SopravvissutoThe Martian recensione film scritto da Drew Goddard e diretto da Ridley Scott con Matt Damon, Jessica Chastain e Sean Bean

Chissà se Andy Weir si aspettava che il suo acclamato best-seller L’uomo di Marte, pubblicato nel 2011, sarebbe stato il soggetto per uno dei film più importanti, belli e divertenti del regista inglese Ridley Scott. Sì, perché The Martian, uscito un anno dopo la controversa rilettura biblica di Exodus – Dèi e re, decreta un ulteriore tassello per lo smisurato e avvincente immaginario fantascientifico a cui il filmmaker ci ha abituati sin dai tempi del primissimo Alien (1979).

Anche in The Martian ci sono l’ostilità dell’ignoto, il rapporto uomo-macchina e lo spirito di autoconservazione, esplicitate sin dal durissimo prologo; ma a differenza delle nerissime e ben poco consolatorie visioni di Blade Runner o Prometheus, queste tematiche da sempre carissime all’autore de Il Gladiatore si allineano a un vivace panegirico sulla mente umana, di un ottimismo sfavillante non proprio tipico della poetica scottiana.

Una scena del film di Ridley Scott
Una scena del film di Ridley Scott

The Martian: sinossi

Il brillante ricercatore Mark Watney (Matt Damon) rimane intrappolato su Marte dopo essere stato erroneamente dato per morto dai propri compagni di viaggio durante una tempesta di sabbia. Solo e con poche provviste a disposizione, il botanico dovrà rimboccarsi le maniche per sopravvivere nella desolazione del pianeta, riuscendo a coltivare una miracolosa piantagione di patate. La più grossa difficoltà è costituita dal trovare un modo per mettersi in contatto con la Terra ed elaborare un piano di soccorso.

Nel frattempo, i capoccia della NASA Teddy Sanders (Jeff Daniels), Vincent Kapoor (Chiwetel Ejiofor) e Mitch Henderson (Sean Bean) riflettono sulle clamorose conseguenze mediatiche dell’incidente; mentre l’equipaggio della missione Ares 3 (Jessica Chastain, Michael Peña e Aksel Hennie) affrontano il senso di colpa per aver abbandonato l’amico a un destino funesto.

Matt Damon in The Martian (Credits: 20th Century Fox/20th Century Studios/Disney)
Matt Damon in The Martian (Credits: 20th Century Fox/20th Century Studios/Disney)

Il piacevole gusto dell’ironia

A suo agio nel contesto della commedia, avendo diretto l’eccellente Il genio della truffa e il piacevole Un’ottima annata, Ridley Scott si discosta dai toni ben più oscuri del suo classico cinema di fantascienza per abbracciare un intrattenimento più leggero e ironico, che dilata i tempi ma non fa perdere d’interesse i vari stratagemmi escogitati dal protagonista per sopravvivere. Naturalmente una vena di suspense non manca, ma è così ben diluita che, quando viene rilasciata, l’effetto è elettrizzante e incrementa di molto l’impatto dei momenti chiave. Certo, manca in parte quella sensazione di angoscia cosmica che un simile contesto dovrebbe indurre nella psiche umana, eppure il racconto procede spedito e senza intoppi, grazie anche all’ottimo supporto della colonna sonora di Harry Gregson-Williams (Le Crociate) che include anche una manciata di famosissimi pezzi pop anni Ottanta.

Alla riuscita del film contribuisce inoltre l’intelligentissima sceneggiatura adattata di Drew Goddard (Cloverfield), che calibra i registri narrativi di una storia lineare ma articolata e dà il giusto spessore a tutti i personaggi. Qualche concessione al buonismo nel secondo atto, più collaborativo e corale, è forse l’unico vero difetto del lungometraggio, fortunatamente stemperato dall’ironia positivista di cui sopra, che illumina in un tripudio di luce solare (da studiare e ri-studiare la fotografia di Dariusz Wolski) l’oscurità del cosmo e della paura della morte.

The Martian di Ridley Scott
The Martian di Ridley Scott (Credits: 20th Century Fox/20th Century Studios/Disney)

L’odissea umana di Ridley Scott

Supportato da un cast di lusso che conferma la sua eccezionale chimica con gli attori, Ridley Scott realizza uno dei suoi film formalmente migliori. Non vi è un movimento di macchina fuori posto o che nuoccia al ritmo del film, non una panoramica degli splendidi paesaggi giordani (la valle del Uadi Rum impiegata per ricreare le lande marziane) fine a se stessa. La raffinatezza estetica si asservisce alla sostanza narrativa, imbastendo un racconto denso di piccoli eventi e personaggi che arricchiscono il giusto tributo alle grandezze dell’uomo, alla ricerca scientifica e alla collaborazione internazionale, accodato allo smisurato discorso (ugualmente progressista, per quanto differente nel contesto e nei risvolti) sulla libertà di culto e il dialogo salvifico de Le Crociate.

Il piacere dell’avventura, la meraviglia dello spazio e l’illuminismo costituiscono il terreno di coltura fertile per un viaggio spiazzante e pregno di dignità, un grandissimo compromesso tra cinema commerciale e velleità autoriali. Come quell’altro film, ambientato nell’Antica Roma, che vent’anni fa trionfò agli Oscar e ai botteghini.

The Martian: il poster
The Martian: il poster

Sintesi

Il grande Ridley Scott torna in un contesto di commedia a lui congeniale, e si distanzia dagli oscuri precedenti fantascientifici di Alien, Blade Runner e Prometheus per elogiare la mente dell'uomo, che raccoglie e vince la sfida dell'ignoto interstellare in un film d'intrattenimento spettacolare e intelligente. Tra le opere più complete e riuscite del regista inglese.

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