Skyfall

Skyfall (2012) [James Bond Non Muore Mai – 23]

Mentre, ad Istanbul, cerca di sottrarre ad un criminale la lista degli agenti segreti dell’MI6, James Bond viene abbattuto per errore dalla sua collega sul campo. Dato per morto, si gode segretamente la pensione ma decide di tornare in servizio quando un hacker inizia a pubblicare i nomi dei colleghi e minaccia la sicurezza di M: nonostante la sua non perfetta forma fisica, viene mandato ad indagare ad Hong Kong, da dove riuscirà a rintracciare Silva, ex agente segreto che ha un conto in sospeso con M.

Il poster di Skyfall
Il poster di Skyfall

Dopo Quantum of Solace, lo spettro di una situazione non inedita agitava Daniel Craig: non solo il film aveva avuto recensioni poco entusiaste, ma di nuovo il suo Studio, MGM, – che ancora disponeva di parte dei diritti su James Bond, nonostante la vendita a Sony nel 2004 – era in difficoltà economiche, e la realizzazione di un nuovo film era bloccata. Una replica di quanto successo dopo Die Another Day: quella lunga pausa era costata il posto a Pierce Brosnan, e Craig temeva che la storia si ripetesse.
C’era poco che potesse fare, se non usare la sua posizione di Bond in carica per attirare l’interesse di un regista, così che, quando la situazione di MGM si fosse risolta, ci sarebbero stati meno ostacoli alla lavorazione. Una sera, durante un party newyorchese a casa di Hugh Jackman, Craig si imbattè nel regista che lo aveva diretto in Road to Perdition/Era mio padre: dopo qualche bicchiere, gli rivolse la domanda: ‘Ti andrebbe di dirigere un film di James Bond?’.

Sam Mendes, primo e ad oggi unico Premio Oscar ad aver diretto un film di 007, aveva già lavorato, a teatro, con Judi Dench, così come con altri volti del passato di Bond, come Alan Cummings (GoldenEye) e Jonathan Pryce (Tomorrow Never Dies). In quel periodo era reduce dalla deludente accoglienza di Away We Go/American Life (con John Krasinski e Maya Rudolph): non esitò ad accettare, convinto da The Dark Knight delle nuove potenzialità dark dei blockbuster, non più limitati al ruolo di spensierato intrattenimento.

James Bond (Daniel Craig) e d M (Judi Dench) in Scozia, in Skyfall
James Bond (Daniel Craig) e d M (Judi Dench) in Scozia, in Skyfall

Neal Purvis e Robert Wade tornarono, ancora una volta, a gettare le basi per la sceneggiatura del film: come di consueto, il loro lavoro venne poi assegnato ad un altro autore per dare più profondità allo script; invece di Paul Haggis, come accaduto per i due film precedenti, il compito venne affidato a Peter Morgan, candidato all’Oscar per The Queen e Frost/Nixon, e più tardi autore del serial The Crown. La combinazione non funzionò, e l’intero copione venne mandato al macero, salvando solo il ruolo centralissimo di M.

Purvis e Wade tornarono alla scrivania, diedero una ripassata ai romanzi You Only Live Twice e The Man With The Golden Gun, e scrissero una nuova sceneggiatura, con un antagonista che battezzarono… Javier Bardem.
Lo script venne poi rivisto da un altro candidato agli Oscar, l’Americano John Logan (che aveva agguantato la nomination per Il gladiatore e The Aviator e, in futuro, lo avrebbe fatto una terza volta per Hugo).
Il nome del cattivo venne cambiato, ma ormai la pulce era nell’orecchio, e ad interpretarlo venne chiamato proprio Javier Bardem (che Barbara Broccoli e Michael G. Wilson avevano adocchiato già ai tempi di The World is Not Enough).

Lady in Red 1: Naomie Harris è Eve in Skyfall
Lady in Red 1: Naomie Harris è Eve in Skyfall

Il risultato, Skyfall, viene spesso citato come uno dei migliori film dell’intera serie: come già accaduto per The Spy Who Loved Me, il suo successo deriva, più che dalla sua originalità, dalla sua abilità nel miscelare elementi conosciuti, grazie alla confluenza di diversi fattori.

In primis, la data di uscita: quando MGM uscì dallo stallo finanziario, le stelle erano allineate perché Skyfall uscisse nel 2012, a cinquant’anni dall’esordio cinematografico di Bond in Dr. No; le citazioni esplicite (la rivelazione ad effetto dell’antica Aston Martin, con le mitragliatrici installate ai tempi di Goldfinger – il che non ha senso, ma si chiude un occhio) consentono convenientemente di giustificare come omaggi anche idee riciclate dalle storie precedenti, quali l’idea dei proiettili speciali usati dai cattivi (come in The Man with the Golden Gun) ed il fatto che il villain Silva sia una sorta di ‘doppio perverso’ del protagonista (come in GoldenEye).

Lady in Red 2: Bérénice Marlohe è Severine in Skyfall
Lady in Red 2: Bérénice Marlohe è Severine in Skyfall

Proprio per il primo film di Pierce Brosnan avevamo sottolineato le similitudini tra Bond e Batman, entrambi orfani e giustizieri, e Skyfall, forse proprio per l’influenza di The Dark Knight, sembra riprendere ed ampliare questa somiglianza.
Avevamo paragonato Janus a Due Facce, ed è difficile non accostare Silva al Joker: personaggi che alternano momenti di apparente squilibrio totale con altri di assoluta lucidità, incluso un ‘piano’ che comporta il lasciarsi catturare, una passione per le esplosioni e una menomazione fisica che ne sfigura il viso; il momento della ‘rivelazione’ del reale volto di Silva è memorabile, ma superfluo, e sminuisce la recitazione di Javier Bardem, più inquietante ed efficace nelle prime scene, via via più fumettistico e megalomane man mano che il film procede.

La morte dei genitori, elemento fondante per Bruce Wayne, diventa anche il fulcro delle origini di 007: se Batman aveva Alfred a Wayne Manor, Skyfall prende il nome dalla magione di famiglia (in Scozia, come abbiamo imparato in On Her Majesty’s Secret Service), e sposta l’attenzione su Kincade (la leggenda del cinema britannico Albert Finney, in un ruolo notoriamente e palesemente scritto per Sean Connery), tutore/maggiordomo che si prese cura del piccolo James, e ricorda che ‘la sera in cui gli dissi che i suoi genitori erano morti, si nascose [nel tunnel sotterraneo di Skyfall] per due giorni. Quando ne uscì, non era più un ragazzo’.

Albert Finney nel ruolo di Kincade in Skyfall
Albert Finney nel ruolo di Kincade in Skyfall

Kincade si propone così come surrogato paterno, elemento, assieme alla casa avita, di un focolare del quale Bond non ha mai ammesso di sentire la mancanza. Terzo personaggio in questa famiglia (molto) temporanea è la donna che 007 cerca di proteggere: non la Bond girl di turno ma M, che James accetta finalmente come Madre, portando a compimento l’arco narrativo tra i due personaggi iniziato in Casino Royale.

Grazie alla gravitas della sua interprete, M ha assunto via via sempre più spessore nel corso degli ultimi sette film, e si fa qui simbolo di un ruolo molto più importante: dame Judi Dench, vincitrice dell’Oscar nel 1998 nel ruolo della Regina Elisabetta I in Shakespeare in Love, diventa qui custode dei valori dell’intero Regno Unito (a partire dal bulldog che tiene sulla scrivania), e vero e proprio sostituto della Regina Elisabetta II, che proprio nel 2012 celebrava il ‘Giubileo di Diamante’ per i sessant’anni del suo regno.

‘Bond salvi la Regina’ quindi. Protettore di Sua Maestà e dell’intera popolazione britannica, 007 vigila sui tetti di Londra, in una posa diventata leggendaria e oggetto di innumerevoli tentativi di imitazione, versione diurna di tante rappresentazioni di un certo Uomo-Pipistrello.

Q (Ben Whishaw) incontra Bond (Daniel Craig) in Skyfall
Q (Ben Whishaw) incontra Bond (Daniel Craig) in Skyfall

Qualche mese prima dell’uscita del film, Daniel Craig aveva ripreso il ruolo di 007 affiancando la vera Elisabetta II in uno dei momenti più memorabili dell’apertura delle Olimpiadi londinesi del 2012, un altro evento topico di quell’anno per il Regno Unito: diretta da Danny Boyle, la cerimonia celebrava con fierezza tutto ciò che rende unico lo United Kingdom, e James Bond (assieme ad altri simboli letterari e cinematografici come Mary Poppins e Harry Potter) ne fu parte integrante.
Giustamente e meritatamente. Quella cerimonia unì la popolazione britannica sotto il segno della fierezza, della nostalgia e del patriottismo, e riempì il resto del mondo di ottimismo ed ammirazione per il ‘melting pot’ londinese.

Skyfall, prima missione di 007 ad ambientare il terzo atto nel Regno Unito, si ammantò delle atmosfere di quell’anno speciale e ne coronò le celebrazioni: un film che, rivisto oggi, appare un po’ sopravvalutato (il primo atto è fulminante – anche grazie alla fotografia del Maestro Roger Deakins -, ma il resto non è altrettanto serrato e convincente), ma che ha saputo reintepretare al meglio, per il nuovo millennio, il James Bond tradizionale e ciò che rende le sue avventure una delle più ammirate saghe cinematografiche di sempre.

James Bond difensore della Gran Bretagna
James Bond dai tetti di Londra si erge a difensore della Gran Bretagna

Curiosità

  • Non sfuggirà ai più cinici il fatto che, una volta di più, in Skyfall, 007 seduce e abbandona al proprio destino una donna francese (la sventurata Sévérine, interpretata da Bérénice Marlohe) e sconfigge un villain spagnolo (Raoul Silva, prima ‘adottato’ dal Regno Unito e poi abbandonato): a volte la linea tra patriottismo e nazionalismo è molto sottile, e il 2012 fu anche l’anno in cui prese slancio il movimento People’s Pledge, che proponeva di indire un referendum per confermare o revocare la partecipazione del Regno Unito alla Comunità Europea
  • il processo di reboot iniziato con Casino Royale continua: se i due episodi precedenti avevano illustrato la ‘nascita’ di James Bond come lo conoscevamo, Skyfall si occupa del suo entourage, introducendo nuove versioni dei personaggi di Miss Moneypenny (Naomie Harris) e Q (Ben Whishaw)
  • dagli anni ’60 ritorna anche il classico espediente di far ‘morire’ 007 all’inizio del film, e la ‘formula Bond’ delle tre donne che accompagnano l’agente segreto, anche se con l’importante variante che la terza donna è M
  • i gusti esplosivi di Silva si rivelano nelle sue scelte musicali: Boum! di Charles Trenet e Boom Boom nella versione degli Animals
  • nel ruolo di Gareth Mallory, ex-tenente colonnello dell’esercito e burocrate con un radioso futuro, debutta il due volte candidato all’Oscar Ralph Fiennes, che era stato considerato per il ruolo di James Bond ai tempi di GoldenEye
  • il sicario Patrice è interpretato dallo Svedese Ola Rapace, ex marito di Noomi Rapace, la Lisbeth Salander originale. A quanto pare i due, i cui cognomi di famiglia sono rispettivamente Norell e Norén, scelsero assieme di adottare il nome ‘Rapace’, ispirati da quella categoria di volatili
  • il production designer resta lo stesso di Quantum of Solace, Dennis Gassner
  • nel ruolo di se stesso appare Wolf Blitzer, giornalista della CNN, nella prima di una serie di comparsate volte a rendere più ‘realistici’ gli eventi raccontati in House of Cards, Batman v Superman: Dawn of Justice e Mission: Impossible – Fallout
  • come già in Casino Royale, James Bond si intrufola nella casa di M; in questo caso, la scena venne girata in quella che era stata la casa di John Barry, lo storico compositore delle musiche della serie
  • la colonna sonora è affidata a Thomas Newman, abituale compositore per i film di Sam Mendes, quindici volte candidato all’Oscar (purtroppo senza mai vincerlo, eguagliando con 1917 il record negativo di un altro musicista, Alex North)
  • l’isola sulla quale Silva ha la sua base segreta è Hashima, ex-miniera di carbone giapponese, abbandonata nel 1974
  • il tetto dal quale James Bond sorveglia la città appartiene al palazzo governativo di Whitehall, sede all’epoca del Department of Energy and Climate Change.

Debriefing:

  • vittime di Bond: circa 24, tutti uomini di Silva
  • vittime altrui: circa 31, tra i quali uno ucciso da un varano
  • amoreggiamenti: 2 (la donna sconosciuta all’inizio del film e Severine). Oppure 3, se credete che, off camera, galeotta fu la rasatura con Eve
  • gadget: una timidissima ricomparsa di meravigliosi giocattoli, consistente di una trasmittente radio ed una pistola Walter PPK con riconoscimento del palmo
  • tempo trascorso nel Regno Unito: 80 minuti circa (durata totale: 2 ore e 23 minuti)
  • 🇬🇧 Brit Factor 🇬🇧: 60%
  • Paesi visitati: Turchia, Regno Unito, Cina e (non ufficialmente) Giappone
  • the Love Boat: Daniel Craig continua a concludere i film da solo. Il che significa che, nonostante un amoreggiamento su natante a metà della storia, al ventitreesimo film, la terraferma prende il sopravvento: Imbarcazioni: 11, Resto del Mondo: 12
  • Bond Track: la spettacolare Skyfall, interpretata da Adele e da lei scritta assieme a Paul Epworth, evoca tutta l’atmosfera delle migliori Bond tracks, supportata dai lugubri ed eccezionali titoli di testa del redivivo Daniel Kleinman, a nostro parere i migliori dell’intera serie. La canzone fu pubblicata alle 00:07 del 5 ottobre 2012, l’esatto cinquantenario dall’uscita di Dr. No
  • riconoscimenti: Skyfall la canzone (e quindi Adele e Paul Epworth) vinsero l’Academy Award, il Golden Globe e un Grammy; Skyfall il film vinse un altro Oscar per il Sound Editing (Per Hallberg e Karen Baker Landers), a pari merito con Zero Dark Thirty, mentre venne sconfitto su altre tre candidature: due volte da Life of Pi (le nomination di Roger Deakins e di Thomas Newman), ed una da Les Misérables (per il Sound Mixing). Ai Bafta, Thomas Newman trionfò, così come l’intero film venne acclamato come Miglior Film Britannico; le altre nomination non furono altrettanto fortunate: il Miglior Sound e il Miglior Production Design (Dennis Gassner e Anna Pinnock) vennero assegnati a Les Misérables, il Miglior Montaggio (Stuart Baird) andò ad Argo, la Miglior Fotografia (Roger Deakins) a Life of Pi, Judi Dench venne soppiantata come Miglior Attrice Non Protagonista da Anne Hathaway ancora per Les Mis, e Javier Bardem venne sconfitto come Miglior Attore Protagonista da Christoph Waltz (Django Unchained), il che, supponiamo, diede una certa idea ad Eon Productions

Classifica parziale:

  1. Casino Royale (2006)
  2. La spia che mi amava / The Spy Who Loved Me (1977)
  3. Agente 007 – Al Servizio Segreto di Sua Maestà / On Her Majesty’s Secret Service (1969)
  4. Skyfall (2012)
  5. Il mondo non basta / The World is not Enough (1999)
  6. Agente 007 – Si vive solo due volte / You Only Live Twice (1967)
  7. A 007, dalla Russia con amore / From Russia With Love (1963)
  8. 007 – Vendetta privata / Licence to Kill (1989)
  9. Agente 007 – Missione Goldfinger / Goldfinger (1964)
  10. GoldenEye (1995)
  11. Agente 007 – Vivi e lascia morire / Live and Let Die (1973)
  12. Solo per i tuoi occhi / For Your Eyes Only (1981)
  13. Agente 007 – Licenza di uccidere / Dr. No (1962)
  14. Il domani non muore mai / Tomorrow Never Dies (1997)
  15. Moonraker – Operazione Spazio / Moonraker (1979)
  16. La morte può attendere / Die Another Day (2002)
  17. Agente 007 – L’uomo dalla pistola d’oro / The Man with the Golden Gun (1974)
  18. Agente 007 – Thunderball (Operazione Tuono) / Thunderball (1965)
  19. Quantum of Solace (2008)
  20. 007 – Zona Pericolo / The Living Daylights (1987)
  21. 007 – Bersaglio mobile / A View to a Kill (1985)
  22. Agente 007 – Una cascata di diamanti / Diamonds Are Forever (1971)
  23. Octopussy – Operazione Piovra / Octopussy (1983)

James Bond Non Muore Mai tornerà con Spectre.

Fonti: Wikipedia, lo spoiler special podcast di Empire, il libro Some Kind Of Hero* di Matthew Field e Ajay Chowdhury, IMDB, James Bond Wiki, MI-6 HQ. Il conteggio delle vittime è stato realizzato durante la visione del film e verificato con quello di All Outta Bubblegum. Il Brit Factor è un indice calcolato sulla base delle nazionalità delle persone coinvolte e sulle location del film, nella realtà e nella storia.

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Sintesi

Nel cinquantenario di 007, Sam Mendes dirige un James Bond difensore della madrepatria in un film altamente simbolico, il cui stile e gusto estetico esaltano lo spettacolo, mettendo in secondo piano i difetti della trama

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