Al largo delle coste albanesi naufraga un peschereccio, che in realtà è una nave dell’MI6 che trasporta l’ATAC, un dispositivo militare che controlla il puntamento di missili britannici. Tra le intelligence mondiali scatta una corsa contro il tempo per localizzare il relitto ed impadronirsi del suo delicato carico. Tim Havelock, archeologo esperto in recuperi sottomarini in forze al governo di Sua Maestà, viene ucciso assieme a sua moglie sotto gli occhi della figlia Melina, che immediatamente giura vendetta: la strada della giovane donna si incrocerà presto con quella di James Bond, inviato ad investigare sui mandanti del duplice omicidio.
Nel 1979 Moonraker aveva battuto i record di incasso per i film di 007, ma la critica aveva storto il naso, e sotto sotto Albert R. Broccoli non era contento della riuscita del film: lo Spazio Profondo poteva essere lo scenario ideale per altre saghe, ma le avventure di un agente segreto inglese dovevano avvicinarsi di più alle atmosfere dei film di Alfred Hitchcock e alla tradizione di From Russia With Love che ai nuovi blockbuster di Hollywood.
Broccoli teneva anche un occhio sul portafogli: all’inizio degli anni ’80 l’economia mondiale attraversava un periodo di recessione, e anche il budget per il cinema ne sarebbe stato ridimensionato.
Primo nodo da sciogliere, il costo dell’attore protagonista: dopo quattro film, Roger Moore cominciava ad essere stanco del suo ruolo da 007, e temeva che l’impegno richiesto dalla serie gli avrebbe tolto energie per altre prospettive di carriera. Interrogato sul suo futuro da Bond, tentennava, e la produzione cominciò a contattare altri attori, tra i quali i soliti papabili, Timothy Dalton e Michael Billington: il Bond titolare considerava tali trattative, e il fatto che venissero rese pubbliche, uno sgarbo personale, e i rapporti tra Moore e Broccoli deteriorarono.
In attesa che questo problema venisse risolto, Eon Productions si occupò di delineare il reparto dietro le quinte.
Il figliastro di Albert Broccoli, Michael G. Wilson, ricco di idee e già assurto al ruolo di produttore esecutivo in Moonraker, questa volta decise di cimentarsi con la sceneggiatura, assieme al redivivo Richard Maibaum. Al dodicesimo film, avendo utilizzato in una maniera o nell’altra tutti i romanzi di Ian Fleming, si passò a prendere in considerazione i racconti: For Your Eyes Only combina le storie raccontate in due novelle (For Your Eyes Only e Risico), cucendole assieme con il recupero di un dispositivo elettronico di grande valore strategico, in omaggio all’auspicio della produzione di tornare alle atmosfere di Dalla Russia con Amore.
Per la regia, tutti coloro che avevano ricoperto l’incarico in passato vennero interpellati, ma alla fine Broccoli ricordò la strategia di qualche anno prima, quando, per On Her Majesty’s Secret Service, aveva promosso a regista Peter Hunt, l’ex direttore del montaggio e responsabile della seconda unità.
Forse perché l’incertezza di Moore gli rammentava l’abbandono di Connery, ripetè lo stesso avvicendamento, offrendo la direzione del nuovo film proprio a colui che in On Her Majesty’s Secret Service aveva ereditato montaggio e seconda unità, John Glen.
Il fatto che l’unica avventura di George Lazenby fosse nei pensieri di tutti è palese nella scena di apertura del film, che vede Bond visitare la tomba della Contessa Teresa ‘Tessa’ Di Vicenzo coniugata Bond, a ricordare ancora una volta la continuità tra i film nonostante i possibili cambi d’attore. Per lo stesso motivo si volle dare una conclusione alla ‘pratica Blofeld’: l’ultima apparizione del principale cattivo della saga risaliva a dieci anni prima, bloccato a bordo del suo sottomarino personale al termine di Diamonds Are Forever.
Non potendo fare esplicito riferimento al personaggio, dato che i diritti appartenevano ancora a Kevin McClory, si adottò la goffa soluzione di mostrare un malfattore senza nome, calvo e con gatto siamese (e con collare ortopedico, così come appariva al termine di On Her Majesty’s Secret Service – ma non in Diamonds Are Forever), senza mai inquadrarne il volto (chissà in base a quale considerazione, visto che Blofeld comunque cambiava fisionomia ad ogni film).
Non ci sarebbe stato davvero bisogno di questo sforzo di continuità: Roger Moore venne a patti con le sue aspirazioni, e tornò ad interpretare 007.
Nel 1979 nel Regno Unito era salita al potere Margaret Thatcher, che da Primo Ministro aveva proposto misure per rivitalizzare l’economia britannica, incluse agevolazioni fiscali per le produzioni cinematografiche: per la Eon Productions, dopo il semi-esilio francese, questo significava poter tornare all’ovile e produrre il film in autonomia. Pur senza gli obblighi di una co-produzione con la Francia, per il ruolo della Greca Melina Havelock fu scelta la ventiquattrenne francese Carole Bouquet, che qualche anno prima aveva incantato il pubblico in Quell’oscuro oggetto del desiderio di Luis Buñuel (e l’anno successivo interpreterà Bingo Bongo con Adriano Celentano): l’attrice aveva fatto colpo durante un’audizione per il ruolo di Holly Goodhead in Moonraker, e pur non avendo ottenuto quella parte, venne tenuta in considerazione per il nuovo film.
Melina è un altro dei personaggi femminili tosti del nuovo corso di James Bond: assetata di vendetta e balestriera a sangue freddo, dopo un avvio di storia folgorante viene messa in secondo piano, dato che il suo obiettivo personale di trovare il mandante dell’omicidio dei genitori deve cedere il passo all’interesse della Gran Bretagna, il recupero dell’ATAC.
La nazionalità di Bouquet ben si accordava con la scelta di mettere in scena un inseguimento automobilistico a bordo di una Citroën 2 Cavalli: la piccola auto francese era particolarmente popolare in Gran Bretagna, e, assieme all’esplosione che faceva saltare in aria la Lotus superaccessoriata dei film precedenti, divenne il simbolo del ritorno ad un Bond che faceva più affidamento sulla sua abilità che sulle magie di Q.
Di nuovo, la ciclicità dell’approccio a 007 ci riporta ad Al Servizio Segreto di Sua Maestà, le cui sequenze alpine vennero riprese per la parte centrale del film: Cortina D’Ampezzo e le strutture sportive che avevano ospitato le Olimpiadi Invernali del 1956 diventarono il set per una serie di scene, incluso un lungo inseguimento sugli sci che spazia dallo Ski Jumping al Bob, passando per l’irruzione in uno chalet (che offre a Victor Tourjanski la sua terza ed ultima apparizione da avvinazzato sbigottito, questa volta limitandosi ad un bicchiere di vino anziché un’intera bottiglia come in The Spy Who Loved Me e Moonraker).
Poiché Melina era così fredda e determinata, non offriva a James Bond la possibilità di sfoggiare il suo fascino virile; si decise quindi di introdurre un personaggio femminile molto più caloroso e vivace: Bibi Dahl, interpretata dalla pattin-attrice Lynn-Holly Johnson. Bibi, schettinatrice con velleità olimpioniche, vince la medaglia d’oro come personaggio più irritante della saga, relegando al secondo posto Mary Goodnight da The Man with the Golden Gun. La giovane, che si getta a più riprese tra le braccia di James Bond, è anche la prima donna ad essere respinta da 007 – non sappiamo se a causa della sua insopportabilità, o della giovane età (in effetti Johnson, a 23 anni, era solo un anno più giovane di Carole Bouquet; Moore, a 54 anni, era più vecchio delle due donne, combinate). Bibi Dahl non ha assolutamente alcuna rilevanza ai fini della trama, e possiamo solo immaginare che sia stata inserita nel film per capitalizzare sull’ambientazione invernale (e sulla recente candidatura di Johnson ai Golden Globes).
La terza donna della pellicola, la ‘donna del cattivo’, era un’altra Contessa, la nobile austriaca Lisl Von Schlaf (interpretata dall’attrice australiana Cassandra Harris), il classico personaggio il cui unico scopo è motivare Bond a perseguire il villain. La breve partecipazione di Harris al film avrà un notevole effetto collaterale: sul set era spesso accompagnata dal marito, un attore irlandese non troppo occupato, tale Pierce Brosnan, che entrò così a contatto con l’equipe di 007.
Gli altri due uomini protagonisti del film, Kristatos e Columbo, ex compagni d’armi nella Resistenza greca e ora da parti opposte della legge, sono interpretati da Julian Glover e Chaim Topol. L’Inglese Glover ha un curriculum impressionante, avendo partecipato alle saghe di James Bond (facendo anche un provino nel 1972 per sostituire Sean Connery), Guerre Stellari (era stato l’Ammiraglio Veers ne L’Impero Colpisce Ancora, l’anno precedente), Indiana Jones (nel ruolo del collezionista Walter Donovan ne L’Ultima Crociata), Harry Potter (è la voce originale del ragno Aragog) e Game of Thrones (nella parte di Grand Maester Pycelle), ma è l’Israeliano Topol (salito alla ribalta nel 1971 come protagonista de Il violinista sul tetto) a rubare la scena nella parte del contrabbandiere carismatico e avido consumatore di pistacchi.
È evidente il tentativo di Solo per i tuoi occhi di introdurre soluzioni narrative nuove, o almeno diverse dalla formula del ‘Dottor Male alla conquista del mondo’. Sforzo non completamente riuscito, non tanto perché lo spettatore capisce ben presto come si svilupperà la vicenda, quanto perché risulta in un finale sottotono: nel rompere la formula classica, la scena del confronto di massa tra buoni e cattivi, che aveva chiuso la maggior parte dei film fino a quel momento, fu spostata molto prima nel film, lasciando il climax dell’ultima mezz’ora a un combattimento subacqueo tra scafandri, a una minaccia da parte dei temibili squali del Mediterraneo, e ad un Bond staticamente penzolante da una montagna: invenzioni ricche di suspense, in teoria, ma, nella pratica, piuttosto noiose.
I debutti di un nuovo regista e di un nuovo sceneggiatore alla guida di 007, in precedenza, hanno dato origine a film desiderosi non solo di compiacere lo spettatore, ma anche di dimostrare la personalità dei nuovi autori; per For Your Eyes Only, se si possono apprezzare le buone intenzioni e buone invenzioni di Michael G. Wilson, la regia di John Glen, poco originale, poco ispirata, relega il dodicesimo film di 007 ad un prodotto di media qualità, che avrebbe potuto godere della vivacità di una direzione più ardita. Ci sarà tempo per capire se si tratti semplicemente di inesperienza, o di mancanza di spirito creativo.
Curiosità:
- Per la prima volta, in un film di James Bond non fa la sua consueta apparizione M, ufficialmente in vacanza. Bernard Lee morì appena prima dell’inizio delle riprese, e la produzione decise di non cercare, per il momento, un altro interprete
- l’innominato Blofeld è interpretato da John Hollis (nel fisico) e da Robert Rietty (in voce; Rietty aveva già doppiato Adolfo Celi/Emilio Largo in Thunderball). Anche se il volto del villain non viene mai rivelato, probabilmente quello di Hollis lo conoscete: è l’interprete di Lobot, l’assistente calvo (e con auricolari super ingombranti) di Lando Calrissian in Empire Strikes Back
- For Your Eyes Only include, nel ruolo di uno degli scagnozzi, Charles Dance, alla sua prima apparizione cinematografica. Dance parteciperà a film quali Il bambino d’oro con Eddie Murphy, Alien 3 e Last Action Hero, ma è oggi più noto per il ruolo di Tywin Lannister in Game of Thrones
- La combinazione per l’apertura della porta blindata questa volta compone le note iniziali di Nobody Does It Better, da The Spy Who Loved Me
- L’inseguimento con la Due Cavalli venne realizzato dagli stunt-men dell’equipe del francese Rémy Julienne (che una dozzina di anni prima aveva coordinato le Mini di The Italian Job… e nel 1979 le sequenze automobilistiche di Io sto con gli ippopotami). Julienne e il suo team parteciperanno a molti film di 007 in futuro
- Lo stuntman italiano Paolo Rigon rimase purtroppo vittima di un incidente durante una delle scene sulla pista da bob
- Con il ritorno della produzione negli studios del Regno Unito, John Barry, che aveva smesso di essere contribuente all’erario britannico, non poté contribuire neanche alla colonna sonora del film, che venne invece affidata a Bill Conti, candidato all’Oscar per la colonna sonora di Rocky. Conti portò la soundtrack di James Bond negli anni ’80, introducendo i suoni elettronici di un sintetizzatore
- All’inizio degli anni ’80, la distensione tra le superpotenze russa e americana si era arrestata, tra un boicottaggio statunitense ai Giochi Olimpici di Mosca ed una ripicca sovietica a Los Angeles, e anche il Generale Gogol (Walter Gotell) da alleato torna tiepidamente nemico del blocco occidentale
- Il Primo Ministro Margaret Thatcher, nonostante avesse contribuito a riportare James Bond in madrepatria, viene fatto bersaglio di un esagerato siparietto finale, nel quale viene messa in comunicazione con 007 – che per l’occasione si è fatto sostituire da un pappagallo. L’animale, coincidenza, era stato in precedenza di proprietà di Diana Rigg, proprio la Contessa Teresa ‘Tessa’ Di Vicenzo maritata Bond di On Her Majesty’s Secret Service.
Debriefing:
- vittime di Bond: 13 (senza contare gli effetti dell’antifurto)
- vittime altrui: 11, più svariati sul peschereccio
- amoreggiamenti: 2 (Lisl e Melina)
- gadget: anche se la maggior parte dei gadget esplode con l’antifurto auto, ci restano l’elicottero telecomandato da Blofeld, l’identigraph di Q, la moto con mitragliatrici dei cattivi ed un immancabile orologio trasmettitore
- tempo trascorso nel Regno Unito: quattordici minuti circa (durata totale: 2 ore e 7 minuti)
- 🇬🇧 Brit Factor 🇬🇧: 54%
- Paesi visitati: Regno Unito, Grecia, Unione Sovietica (telefonicamente), Spagna, Italia (Cortina)
- the Love Boat: il film termina con le controfigure di Bond e Melina che nuotano sott’acqua, ma l’ultima volta che vediamo davvero i protagonisti, sono sullo yacht di famiglia. Risultato parziale: Imbarcazioni: 9, Resto del Mondo: 3
- Title track: For Your Eyes Only, interpretata dalla Scozzese Sheena Easton e scritta da Bill Conti, con testo di Mike Leeson. Seppure non un brano particolarmente originale (si possono riconoscere toni dal successo del 1979 di Dionne Warwick I’ll Never Love This Way Again e da More Than a Woman dei Bee Gees), la canzone è una delle Bond Track di maggior successo, guadagnandosi una candidatura agli Academy Awards. Sheena Easton fu la prima e, ad oggi, unica artista ad apparire nei titoli di testa di un film di 007
- riconoscimenti: la suddetta candidatura agli Oscar per la miglior canzone, per Bill Conti e Mike Leeson. Il brano venne sconfitto da Burt Bacharach ed il suo ‘Arthur’s Theme (The Best That You Can Do)’, aka ‘When you get caught between the Moon and New York City’, dal film Arthur. Analoga candidatura e analoga sconfitta anche ai Golden Globes.
Classifica parziale:
- La spia che mi amava / The Spy Who Loved Me (1977)
- Agente 007 – Al Servizio Segreto di Sua Maestà / On Her Majesty’s Secret Service (1969)
- Agente 007 – Si vive solo due volte / You Only Live Twice (1967)
- A 007, dalla Russia con amore / From Russia With Love (1963)
- Agente 007 – Missione Goldfinger / Goldfinger (1964)
- Agente 007 – Vivi e lascia morire / Live and Let Die (1973)
- Solo per i tuoi occhi / For Your Eyes Only (1981)
- Agente 007 – Licenza di uccidere / Dr. No (1962)
- Moonraker – Operazione Spazio / Moonraker (1979)
- Agente 007 – L’uomo dalla pistola d’oro / The Man with the Golden Gun (1974)
- Agente 007 – Thunderball (Operazione Tuono) / Thunderball (1965)
- Agente 007 – Una cascata di diamanti / Diamonds Are Forever (1971)
James Bond Non Muore Mai ritornerà in Octopussy.
Fonti: Wikipedia, lo spoiler special podcast di Empire, il libro Some Kind Of Hero* di Matthew Field e Ajay Chowdhury, IMDB, James Bond Wiki, MI-6 HQ. Il conteggio delle vittime è stato realizzato durante la visione del film e verificato con quello di All Outta Bubblegum. Il Brit Factor è un indice calcolato sulla base delle nazionalità delle persone coinvolte e sulle location del film, nella realtà e nella storia.
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