L'amore che non muore

L’amore che non muore recensione film di Gilles Lellouche

L'amore che non muore è il nuovo film per la regia di Gilles Lellouche presentato al festival di Cannes 2024

L’amore che non muore recensione film di Gilles Lellouche con Adèle Exarchopoulos, François Civil Alain Chabat

Quante volte abbiamo sentito al cinema, a teatro, in una canzone, ma anche letto in un libro “le parole che non ti ho detto?” (c’è persino un film che si intitola così).
Risposta: innumerevoli volte e ognuna di esse con significati diversi, molto spesso non cogliendone mai il vero messaggio che si cela dietro.

Questa frase non viene detta espressamente in L’amore che non muore, nuovo film di Gilles Lellouche e presentato in concorso alla settantasettesima edizione del festival di Cannes, ma è come se fosse per essere pronunciata da un momento all’altro dal personaggio interpretato da Francois Civil, a seguito di incresciosi eventi.

Cloitare, il protagonista maschile della storia, vorrebbe tanto dire con assoluta fermezza quelle parole, però purtroppo negli anni cruciali della crescita ha preferito scegliere la strada della delinquenza più che quella dello studio. Quindi, in sostanza non è che non sa trovare le parole giuste, bensì non le ha mai sapute dire perché semplicemente non le conosce.

La vita porta a prendere delle decisioni a volte sin dall’infanzia, se il destino sceglie che la via maestra debba essere quella rimedi all’orizzonte sono impossibili da trovare.

Come dice il proverbio: “se nasci tondo, non puoi morire quadrato”. Le esperienze che facciamo ce le porteremo sempre con noi. Questo Cloitare lo sa bene, ma la fatalità della vita ha scelto per lui piani diversi da quelli che un “ragazzino normale” dovrebbe solo immaginare. Non ha avuto scelta, tutto era già previsto per citare Riccardo Cocciante in una sua celeberrima canzone.

Al suo destino già segnato tenta di opporsi il personaggio rappresentato da Adèle Exarchopoulos (Jackie), con risultati all’apparenza convincenti, ma spesso e volentieri deludenti. L’amore può sconfiggere i mali del mondo, ma solo se alla base c’è una volontà di cambiamento che si acquisisce fin da bambini; altrimenti, diventa molto difficile trovare nella passione un sentimento realmente disposto a cambiare.

Una scena di L'amore che non muore (Credits: Lucky Red).
Una scena di L’amore che non muore (Credits: Lucky Red).

Nonostante ciò, i novelli promessi sposi, tenteranno di amarsi, cercando almeno per qualche istante di isolarsi in quell’isola che non c’è fatta di sogni e speranze.

Il regista francese Lellouche con L’amour ouf (questo è il titolo originale, che ben racchiude l’anima pulsante del lungometraggio a differenza di quello banale in italiano) racconta un amore impossibile tra due anime irrequiete, attraverso anche un interessante racconto corale. Il film si avvale di molteplici attori tutti in stato di grazia in special modo Francois Civil, preciso e intenso nel restituire il volto di una Francia in continuo mutamento, allo stesso modo sempre coerente con se stessa. Un popolo deflagrato da momenti durissimi, da situazioni al limite del paradosso, però sempre pronto a rialzarsi dopo la grande tempesta.

Di amori che non si comandano venivano raccontati anche nel capolavoro musical West Side Story, di cui questo L’amore che non muore n’è un po’ uno dei tanti figli illegittimi; tuttavia il film di Gilles Lellouche è accostabile facilmente a quella parte della filmografia legata al mondo dei gangster di Martin Scorsese e su tutti svetta Quei bravi ragazzi, ma con dei sottotesti generazionali tipici del cinema di Ettore Scola (C’eravamo tanto amati, La famiglia e La terrazza).

Di amori idealizzati (talvolta pure platonici) n’è piena la storia del cinema, ma se teniamo conto solo di quella recente poche volte si sono visti realizzati in maniera efficace e decisamente convincente, come accade in questo film.

L'amore che non muore: una portentosa rivelazione! (Credits: Lucky Red).
L’amore che non muore: una portentosa rivelazione! (Credits: Lucky Red).

C’è una delicatezza di fondo molto piacevole, seppur si tratti di una storia romantica tragica e travolgente, che lascia letteralmente di sasso lo spettatore. Sulle note di Nothing Compares 2 U (in una versione diversa da quella nota) il film si muove in modo frenetico nell’arco dei suoi 160 minuti (a Cannes era stata proposta un’edizione con qualche minuto in più). Perché, quando vuoi davvero bene a una persona, nessun’altra regge il confronto: non esistono paragoni. Un musical meno abbagliante rispetto al già citato West Side Story, ma più legato ad una vita sospesa tra sogno e realtà crudele.

Strano che il film vincitore di 13 premi Cesar e acclamato in Francia nonché campione di incassi, non sia ancora diventato un cult nei montaggi verticali di TikTok o Instagram; magari con la canzone Kamin (di Emin e Jony, molto in voga nei reel di stampo drammatico) in sottofondo per dare quell’alone malinconico.

In conclusione un ottimo lungometraggio che farà appassionare lo spettatore tramite un racconto all’apparenza semplice, ma in realtà assai sofisticato. Un trasporto così vitale all’interno di un “film-fiume” negli ultimi anni al cinema non si era mai visto.

L’amore che non muore (da non confondere con l’omonimo titolo del 2000, per la regia di Patrice Leconte) vi aspetta nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 5 giugno tramite Lucky Red.

Una cosa è certa: il sentimento non si dissolverà mai.

Il trailer italiano del film:

Sintesi

L'amore che non muore racconta di personaggi alla ricerca di una propria identità sbalestrati da una vita difficile che li ha resi vulnerabili al prossimo. Solo l'amore potrebbe scardinare le maniglie che li legano a scelte rivelatesi con il tempo disastrose. Lellouche è capace di mettere in scena atmosfere alla Martin Scorsese e alla Ettore Scola, senza mai rinunciare a tocchi più personali.

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