Festival di Venezia 2021 vincitori: Leone d’Oro a L’événement di Audrey Diwan, Leone d’Argento a È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino

Festival di Venezia 2021 vincitori: Leone d’Oro a L’événement di Audrey Diwan, Leone d’Argento a È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino e a Jane Campion per Il potere del cane

LEONE D’ORO VENEZIA 78: La classifica, le pagelle e le recensioni dei film della Mostra

Si sa, i critici sono persone strane.
Leggono i film, e dentro ci vedono non tanto quello che ha scritto l’autore (o almeno non sempre) ma quello che vogliono loro. O che loro pensano sia giusto leggerci.
Premessa necessaria perché leggere tutti i film di una Mostra (nella quale ovviamente nessuno vedrà mai davvero tutti i film) può sembrare presuntuoso, nella migliore delle ipotesi pretestuoso.

Eppure, continua a resistere la convinzione critica che dentro il calderone della Mostra del Cinema di Venezia – dove finiscono film da tutte le latitudini – sia possibile estrapolare segnali, sentimenti, pulsazioni, che restituiscano in qualche modo un sentire comune nel villaggio globale, rendendo sempre più forte l’idea (quella, certa) che il cinema sia il vero specchio della nostra attualità. Spesso e volentieri quella che non vediamo ad un primo sguardo intorno a noi.

Certo è che l’esercizio critico deve continuare ad indicare percorsi, a mostrare strade, a disseppellire significati nascosti; a suggerire un modo magari diverso per guardare il cinema. Un percorso che deve restare, per quanto possibile, equidistante dai premi ufficiali e istituzionali (pur se centrati, come quest’anno). Al Lido il palmares quest’anno è stato più equilibrato che mai per la conquista del Leone d’Oro:

Leone d'Argento a È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino
Leone d’Argento a È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino e Premio Marcello Mastroianni a Filippo Scotti per È stata la mano di Dio (Credits: La Biennale di Venezia – Foto ASAC ph Giorgio Zucchiatti)

FESTIVAL DI VENEZIA 2021: TUTTI I VINCITORI

Leone d’Oro per il miglior film a L’événement, di Audrey Diwan

Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria a È stata la mano di Dio, di Paolo Sorrentino

Leone d’Argento – Premio per la miglior Regia a Jane Campion per Il potere del cane

Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile a Penélope Cruz per Madres Paralelas

Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile a John Arcilla per On the Job: The Missing 8

Premio per la Miglior Sceneggiatura a Maggie Gyllenhaal per The Lost Daughter

Premio Speciale della Giura a Il buco, di Michelangelo Frammartino

Premio Marcello Mastroianni a Filippo Scotti per È stata la mano di Dio

Tutti gli altri vincitori della 78esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, come Full TimeÀ plein temps di Eric Gravel vincitore per la miglior regia e la migliore attrice protagonista Laure Calamy nella sezione Orizzonti, sono disponibili sul sito ufficiale della Mostra.

Allora, cosa resta di questa Venezia 78?

La memoria, la sua importanza, i suoi segreti, i suoi sussurri.

Spencer, È stata la mano di Dio, Qui rido io, Freaks Out, Old Henry, La scuola cattolica, Scene da un matrimonio (da Bergman), Madres Paralelas, La caja, L’événement, Il buco: sono i titoli di alcuni tra i più importanti film della selezione ufficiale del Lido 2021, tra concorso, sezioni parallele e fuori concorso. Che oltre ad essere tutte opere a loro modo straordinarie, sembrano giocare sulla necessità di rivivere, interrogare, rimettere in scena il passato.

Coppa Volpi miglior interpretazione femminile a Penélope Cruz, Madres Paralelas
Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile a Penélope Cruz per Madres Paralelas (Credits: La Biennale di Venezia – Foto ASAC ph Giorgio Zucchiatti)

Sarà stata la paura della pandemia a far stringere più forte le cose più care e riflettere su se stessi, o ancora il bisogno di capire un presente mai come oggi minaccioso, la necessità di entrare nelle maglie del destino per leggerne l’ordito: ma buona parte delle opere presentate a Venezia mostrano il passato come chiave per il presente, mettono in scena il ritorno di traumi che si credeva aver gettato alle spalle, la ricerca di un padre, di un’identità, con ogni mezzo possibile.

Entrando in una nuova era (perché il post Covid è/sarà questo) sembra stringente la necessità di rendere più consapevole il nostro sguardo su noi stessi, così da capire – o quantomeno cercare di farlo – le nostre origini sgomberando il campo da illusioni (perdute), paure e falsi miti, raggiungendo in qualche modo il capolinea di un percorso.

E il cinema italiano?

È chiaro che la massiccia presenza di film nostrani abbia un significato ben preciso, sempre collegato alla pandemia: un segnale di ripartenza, ma anche una precisa volontà di spingere il cinema in sala che ancora, a settembre 2021, stenta a decollare per tanti motivi.

Una rappresentanza certo ben nutrita, diversificata, che evidenzia la qualità di alcuni autori e che mostra inequivocabilmente quanto si possa fare ancora.

Ariaferma di Leonardo Di Costanzo è il film di un autore coraggioso e rigoroso; È stata la mano di Dio la possibilità per i registi italiani di avere campo anche all’estero, con uno sguardo raffinato e precisamente autoriale; Qui rido io una portentosa prova d’autore, che mette in campo quell’Italia da cartolina (la Napoli della Belle Époque) che tanto piace e ancora affascina; Freaks Out la possibilità di aprirsi a nuovi stimoli concorrendo in un mercato internazionale con le stesse armi; e tantissimo altro.

Certo, Venezia non basta.

Ma intanto è un bell’inizio.

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