M - Il figlio del secolo

M – Il figlio del secolo recensione serie tv di Joe Wright con Luca Marinelli

La serie targata SKY, ispirata al romanzo di Antonio Scurati, vincitore del Premio Strega 2019.

M – Il figlio del secolo recensione serie tv di Joe Wright con Luca Marinelli, Barbara Chichiarelli, Francesco Russo, Gaetano Bruno e Paolo Pierobon [SKY]

M - Il figlio del secolo di Joe Wright (Credits: Sky)
M – Il figlio del secolo di Joe Wright (Credits: Sky)

Fuori concorso per manifesta superiorità all’ultima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, M – Il figlio del secolo è il minerale più raro estratto dalle profondità del settore audiovisivo italiano. Le sue peculiarità vanno oltre le normali caratteristiche che rendono una serie televisiva più o meno riuscita, a cominciare dal perimetro in cui ci lascia finalmente accedere dopo quasi ottant’anni in bella vista.

Nonostante il fascismo continui a essere un argomento di dibattito e, in modo paradossale, di negoziazione tanto nella politica quanto nella società contemporanea, sullo schermo rimane un tema praticamente inesplorato. Escludendo i film sulla Resistenza degli anni ’50, molto richiesti da chi l’aveva vissuta e desiderava vederne le storie raccontate, è solo tra gli anni ’60 e ’70 che hanno iniziato a fare capolino narrazioni incentrate effettivamente sul fascismo.

Da lì in poi, un silenzio assordante – forseinterrotto solo da Il conformista e La marcia su Roma – mentre nel 1962 Stanley Kramer riceveva l’Oscar per Vincitori e vinti, il dramma giudiziario che ripercorre uno dei processi di Norimberga per stabilire le radici del nazismo.

A conti fatti, un’intervallo di quasi ottant’anni in cui si è parlato soltanto degli effetti del fascismo sulla società italiana, attraverso storie che ne hanno incrociato le manifestazioni più tremende, ma in cui nessuno ha avuto il coraggio di ricostruire il come e il perché il regime italiano abbia visto la luce.

Una questione non soltanto storica quanto socio-culturale, rimasta inevasa ma sotto gli occhi di tutti. Non sono stati in grado ne il neorealismo ne la commedia all’italiana a dar forma ad un racconto plausibile sulla grande illusione che ha colpito l’Italia per oltre un ventennio, cancellata con un colpo di spugna con i fatti di Piazzale Loreto.

M - Il figlio del secolo di Joe Wright (Credits: Andrea Pirrello/Sky)
M – Il figlio del secolo di Joe Wright (Credits: Andrea Pirrello/Sky)

Era necessario il formato televisivo, l’erede digitale del feuilleton prima e del romanzo poi, per provare a risalire il corso del fiume e visualizzare il lavoro che ha consentito ad Antonio Scurati di vincere il premio Strega nel 2019. Più episodi vuol dire più minutaggio, che permette di esplorare le pieghe dell’Italia del primo novecento dal punto di vista del socialista Benito Mussolini e di ricreare lo spirito del tempo, che il politico ha saputo afferrare e sferzare come le redini di un cavallo lanciato a velocità folle.

Il ritmo martellante impresso da Joe Wright a una narrazione pop sembra obbedire ad una volontà precisa: rendere quei giorni vividi e comprensibili al di fuori della cronologia storica e di un immaginario filtrato a livello mediatico da Mussolini in persona. Il regista inglese utilizza inquadrature oblique per mostrare la distorsione operata da un uomo intelligente sulla rappresentazione della realtà, tanto efficace da non essere mai stata processata ma eliminata per direttissima insieme al suo campione. La piramide però non si poggia solo sul suo vertice di rappresentanza, ma annovera livelli più o meno o visibili.

La nuova serie targata Sky colpisce profondamente, perché è logorante vedere – e non soltanto leggere – Luca Marinelli mentre estrae l’umanità del dittatore, proprio nei momenti in cui, guardandoci negli occhi, appicca il fuoco su un popolo cosparso di liquido infiammabile dalla Storia, certo di poterne domare l’intensità a piacimento. E colpisce ancora di più il modo in cui il comburente non sia soltanto la paura e il disagio sociale, ma una miscela di fattori politici, culturali e personali che nel fascismo hanno trovato un’occasione e un’arma di minaccia.

Finalmente, c’è un opera che problematizza e mette in discussione l’uomo, la figura che si è costruito e il contesto che ha plasmato. Per tutti, nessuno escluso, in maniera orizzontale e comodamente a casa. Ma, con M – il figlio del secolo, anche se ci considera tranquillamente assolti, siamo lo stesso profondamente coinvolti.

M - Il figlio del secolo di Joe Wright (Credits: Andrea Pirrello/Sky)
M – Il figlio del secolo di Joe Wright (Credits: Andrea Pirrello/Sky)

Sintesi

M - Il figlio del secolo approfitta di un vuoto cinematografico e radica il personaggio Mussolini nell'uomo e nel sentimento del suo tempo. Un'opera che interroga e mette in discussione l'essenza dell'uomo, l'immagine che ha costruito di sé e il contesto che ha contribuito a modellare.

Perché MadMass.it

Consapevoli del nostro ruolo, da sei anni in MadMass.it portiamo avanti una linea editoriale responsabile, preferendo la copertura dei festival al content farming, le recensioni al clickbait, le rubriche e le interviste al sensazionalismo. Stiamo cercando di fare la nostra parte: sostienici con una donazione, acquistando i prodotti consigliati sul nostro magazine o semplicemente passa a visitarci, sfoglia le nostre pagine e condividi i nostri articoli sui social: ci permetterai di continuare a crescere e fare sentire la nostra voce.

Articoli Correlati

Commenti

Ultimi Articoli

M - Il figlio del secolo approfitta di un vuoto cinematografico e radica il personaggio Mussolini nell'uomo e nel sentimento del suo tempo. Un'opera che interroga e mette in discussione l'essenza dell'uomo, l'immagine che ha costruito di sé e il contesto che ha contribuito a modellare. M - Il figlio del secolo recensione serie tv di Joe Wright con Luca Marinelli