Monaco: sull'orlo della guerra

Monaco: sull’orlo della guerra recensione film con George MacKay e Jeremy Irons [Netflix]

Monaco: sull’orlo della guerra recensione film Netflix di Christian Schwochow con George MacKay, Jeremy Irons, Jannis Niewöhner e Liv Lisa Fries

Questo è l’ultimo momento, lo vuoi capire?
Non voglio avere sulla coscienza il non aver fatto nulla.
(Jannis Niewöhner è Paul von Hartmann in Monaco: sull’orlo della guerra)

Monaco: sull’orlo della guerra, spie e intrighi prima della catastrofe

Raccontare i retroscena torbidi di un periodo complesso come quello relativo alla Seconda Guerra Mondiale: in passato ci hanno già provato film come Intrigo a Berlino (Steven Soderbergh, 2006) e Operazione Valchiria (Bryan Singer, 2008).

Adesso è il turno di Monaco: sull’orlo della guerra, film diretto dal regista tedesco Christian Schwochow (che ha diretto in passato alcuni episodi della terza stagione della serie The Crown), distribuito sulla piattaforma streaming Netflix.

Robert Bathurst, Jeremy Irons e Alex Jennings
Robert Bathurst (Sir Nevile Henderson), Jeremy Irons (Neville Chamberlain), Alex Jennings (Si) (Frederic Batier/Netflix)

Il soggetto della pellicola è tratto dal romanzo Monaco del 2017, firmato dallo scrittore Robert Harris, già noto per aver dato vita ai romanzi Ghostwriter del 2007 e L’ufficiale e la spia del 2013, entrambi trasposti sul grande schermo dal regista Roman Polanski rispettivamente nel 2010 e nel 2019.

Ci tuffiamo dunque in uno dei periodi più confusi e “sospesi nel tempo” di tutto il Novecento: siamo nel 1938, a un passo dall’annessione della Cecoslovacchia alla Germania, seguendo le rivendicazioni dei “Tedeschi dei Sudeti”, vale a dire tutti i tedeschi che vivevano lungo le zone di confine dell’attuale Repubblica Ceca. Lo sfondo di questo film, dunque, è la celebre Conferenza di Monaco del settembre 1938, quando i leader di Regno Unito e Francia, Neville Chamberlain ed Édouard Daladier, incontrarono quelli di Germania e Italia, Adolf Hitler e Benito Mussolini, per discutere della spinosa questione. E all’interno di questa cornice si muoveranno altri protagonisti della vicenda, che proveranno a fare il “lavoro sporco”, cioè evitare che la situazione degeneri in un conflitto che appare sempre più inevitabile.

Jannis Niewöhner, Liv Lisa Fries e George MacKay
Jannis Niewöhner, Liv Lisa Fries e George MacKay (Frederic Batier/Netflix)

A ridosso dell’abisso

Monaco: sull’orlo della guerra è un film senz’altro interessante, se non altro per la dichiarazione di intenti: esaminare un periodo a ridosso di uno sconvolgimento mondiale quale quello di una guerra che sarà totale è devastante. Intrighi, documenti segreti, rapporti umani logorati e ritrovati sono ingredienti che possono rendere la vicenda concreta e anche a tratti avvincente. Una narrazione che accanto all’elemento storico prova a raccontare anche l’elemento umano. Perché dietro i personaggi famosi si nascondono uomini che lavorano nell’oscurità. Si tratta sempre di persone comuni o comunque apparentemente di secondo piano che hanno rivestito un ruolo importante sullo scacchiere della storia contemporanea.
E fin qui, possiamo anche dire che l’esperimento sia riuscito, soprattutto nella seconda parte della pellicola.

Tuttavia abbiamo l’impressione che si rimanga sempre troppo in superficie: come se il compito potesse essere svolto con maggiore accuratezza e trasporto, e invece si sia attuato semplicemente un buon lavoro di confezionamento. E purtroppo non bastano delle comunque ottime prove attoriali per Jeremy Irons, vero fiore all’occhiello del cast, e di George McKay, già visto sulle scene come protagonista del film 1917 di Sam Mendes, menzionando anche una discreta prova per il giovane attore tedesco Jannis Niewöhner. Il resto del cast, invece, non sembra lasciare particolare traccia o memoria durante la visione.

Jannis Niewöhner e George MacKay
Jannis Niewöhner e George MacKay (Frederic Batier/Netflix)
Monaco: sull'orlo della guerra recensione film con George MacKay
Jannis Niewöhner e Sandra Huller (Frederic Batier/Netflix)

Si poteva fare di più?

Siamo nel complesso di fronte a un film con un buon ritmo, che ci mostra in maniera realistica e coinvolgente l’evolversi delle vicende con i giusti richiami al passato dei protagonisti. I flashback non risultano essere, infatti, eccessivi e richiamano alla mente soltanto le informazioni funzionali al quadro d’insieme, senza esagerare con orpelli inutili. La questione ebraica, inoltre, seppur centrale, viene toccata comunque senza eccessivo clamore e senza scadere in un compiacimento fine a se stesso. Fa parte anch’essa dell’abominevole quadro che viene dipinto dalla mano dell’imperialismo nazionalsocialista. Tuttavia si deve riconoscere che ci sono alcune pecche evidenti in questo lavoro: una su tutte una costruzione dei dialoghi non eccezionale, nella quale non troviamo battute realmente memorabili, a parte in rari casi. E ne ricaviamo una gestione dei tempi morti a tratti opinabile, con alcuni momenti di cui si poteva fare probabilmente a meno.

In Monaco: sull’orlo della guerra pregi e difetti si bilanciano. E forse per un’opera dedicata ad un periodo così intenso e importante si poteva fare almeno uno sforzo in più.

Sintesi

In Monaco: sull'orlo della guerra pregi e difetti si bilanciano nel raccontare i torbidi retroscena della Seconda Guerra Mondiale: da una parte un buon ritmo e l'attenzione all'approfondimento dei personaggi principali, dall'altra la costruzione dei dialoghi a tratti un po' povera e una narrazione talvolta diluita in un film comunque ben confezionato.

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