WandaVision

WandaVision recensione Episodio 9 Finale della Serie: la forza del brand Marvel

WandaVision recensione episodio 9 Finale della Serie: conclusione miniserie TV con Elizabeth Olsen e Paul Bettany e forza del brand Marvel Cinematic Universe

– Prima di andare, devo assolutamente sapere: cosa sono io?
– Tu, Visione, sei il pezzo della Gemma della Mente che vive in me. Sei un corpo di fili e sangue e ossa che io ho creato. Sei la mia tristezza, la mia speranza, ma soprattutto tu sei il mio amore.
(Paul Bettany e Elizabeth Olsen in WandaVision)

Si è conclusa nel più family teen, action, spensierato, emozionale e probabilmente migliore dei modi WandaVision, tra continui e scarlatti balenare di raggi e sfere di energia, due anzi tre boss finali – la Agatha Harkness della strepitosa Kathryn Hahn, il Visione bianco (Paul Bettany) della serie a fumetti West Coast Avengers e il direttore dello S.W.O.R.D. Tyler Hayward (Josh Stamberg) – i gemellini Tommy (Jett Klyne) e Billy Maximoff (Julian Hilliard) in azione a difendere la famiglia di supereroi in stile Gli incredibili e il lieto fine con tanto di trasformazione di Monica Rambeau (Teyonah Parris) in Photon, completando così la naturale evoluzione della origin story di Wanda (Elizabeth Olsen) che diventa ufficialmente la Scarlet Witch del Marvel Cinematic Universe una volta ottenuti i pieni diritti intellettuali sui mutanti con l’acquisizione dei 20th Century Studios, ragione del vezzo per cui il fratello Pietro, Fietro, Ralph Bohner, o “marito” di Agnes assume le sembianze di Evan Peters, il sin qui innominabile Quicksilver degli X-Men per mancanza di copyright.

Elizabeth Olsen diventa Scarlet Witch
Elizabeth Olsen diventa Scarlet Witch (Credits: Marvel/Disney+)

Tra fan service ed intrattenimento: la conclusione di WandaVision

Tra fan service ed intrattenimento, spunti godibili e narrazione dilatata, il creatore Jac Schaeffer reimmagina la vita da sintezoide dell’acclamata serie a fumetti Visione di Tom King e Gabriel Hernandez Walta, grazie anche alla collaborazione diretta di Dick Van Dyke e ai pressanti rimandi alla storia delle sitcom, dal The Dick Van Dyke Show a I Love Lucy, da La famiglia Brady a Casa Keaton, da Malcolm fino alla contemporanea Modern Family, fondendola alle necessità narrative dell’universo cinematografico Marvel di dare una svolta ad uno dei suoi personaggi più amati ed affascinanti interpretato da Elizabeth Olsen, oltre che perseguire gli obiettivi commerciali di Disney+ nell’attrarre il fandom dei film sui supereroi Marvel proponendo nuovi contenuti originali seriali – con tutte le limitazioni tecniche, artistiche e di budget del caso – che possano arricchire l’esperienza complessiva della macro narrazione dell’universo che Marvel Studios e Disney hanno saputo magistralmente disegnare e sviluppare.

La famiglia WandaVision
La famiglia WandaVision (Credits: Marvel/Disney+)
Visione bianco dalla serie a fumetti West Coast Avengers
Visione bianco dalla serie a fumetti West Coast Avengers (Credits: Marvel/Disney+)

La forza del brand Marvel e la percezione da parte del fandom

La costruzione ragionata di un prodotto che per la prima volta dai tempi di Lucasfilm – la cui arte nasceva però dal genio di George Lucas – è e deve essere commerciale ancor prima che artistico, con la sua genesi che dunque non può essere di ispirazione autoriale ma deve nascere da un business plan come in qualsiasi azienda commerciale, ha portato Disney a vette di gradimento e successi economici clamorosi negli ultimi dieci anni, unita ad una formidabile capacità di storytelling, quella per intenderci che è venuta completamente a mancare nella controparte Warner Bros. e nel DC Extended Universe in seguito all’allontanamento di Zack Snyder – vedasi Wonder Woman 1984 – e alle incertezze creative dei vertici di WarnerMedia.

Non sfugge agli stessi principi WandaVision, prodotto seriale che ha l’arduo obiettivo di riunire davanti allo stesso schermo domestico i giovanissimi insieme alle loro famiglie, i geek più cresciutelli appassionati dei film sui supereroi Marvel insieme agli over 40 con qualche o tanti fumetti sulle spalle, ed un’importante quota di appassionati generalisti di serie TV d’azione, supereroistiche o meno, attratti a questo primo giro dall’effetto novità e da una buona dose di curiosità verso i primi contenuti originali Marvel su Disney+.

WandaVision episodio 9 Finale della Serie
WandaVision episodio 9 Finale della Serie (Credits: Marvel/Disney+)
Elizabeth Olsen e Paul Bettany
Elizabeth Olsen e Paul Bettany (Credits: Marvel/Disney+)

WandaVision porta a Disney+ 8 milioni di nuovi abbonati

Con il fandom a digiuno da quasi due anni – Spider-Man: Far from Home è uscito il 10 luglio 2019, e sembra tristemente una vita fa – e rinchiuso in casa da un anno a causa della pandemia, WandaVision ha attirato a sé le enormi attenzioni di un pubblico trasversale, segnando un effetto propulsivo sugli abbonamenti a Disney+ quantificabili in 8 milioni di nuovi abbonati.

Effetto notevolmente amplificato dalla fortissima percezione del brand Marvel e delle proprietà intellettuali ad esso legate che ha generato una ipersaturazione dei social media ad opera del fandom e degli addetti ai lavori, con gli appassionati alla ricerca quasi ossessiva di riferimenti e sottotesti anche laddove appena accennati o inesistenti, con divertita soddisfazione del team creativo dello show Disney+ che vede nel fandom la migliore estensione possibile del suo immaginario e un formidabile alleato da fomentare con fan service, allusioni o autentiche fake news rilasciate allegramente dalla star di turno, dai tre incredibili ed evidentemente falsi titoli del nuovo Spider-Man “sparati” da Tom Holland alla boutade di Paul Bettany su un presunto, clamoroso cameo finale inesistente.

Kathryn Hahn è Agatha Harkness
Kathryn Hahn è Agatha Harkness (Credits: Marvel/Disney+)

Buona la prima, ma l’effetto novità è svanito

Mentre la neonata Scarlet Witch continua a sfogliare il Darkhold o Libro dei Dannati imparando a dominare la magia del Caos e il fandom più estremista a cercare apparizioni di Mefisto, a rischio è l’effetto novità, che possiamo dirsi svanito una volta svelate le dinamiche narrative di una miniserie realizzata per i fan ma che non va a costruire snodi essenziali dell’universo o multiverso cinematografico Marvel, proprio per non diventare troppo elitaria, strategia che sarebbe completamente opposta al credo Disney di famiglia e pubblico più ampio possibile come target.

Seppur con pochi acuti e una certa dilatazione della narrazione, a WandaVision va riconosciuto il merito di aver costruito una buona origin story che va ad incasellare con coerenza la vita da sitcom e i risvolti magici di Scarlet Witch fermandosi un attimo prima di diventare stucchevole, insistendo ancora una volta sulla forza immortale dell’amore.

Ma adesso che il migliore degli assi è stato calato e l’effetto novità o sorpresa è svanito, è concreto il dubbio che le prossime serie o meglio miniserie originali Marvel su Disney+ possano ritornare sui binari della classica produzione Marvel, da Agents of S.H.I.E.L.D. a Jessica Jones, dal rimpianto Daredevil ad Agent Carter, e che The Falcon and the Winter Soldier e Loki possano perdere la presa soprattutto sul pubblico generalista, persino quello appassionato del Marvel Cinematic Universe, che ha scoperto in WandaVision una mancanza di legami o snodi essenziali con la narrazione dell’epica cinematografica.
E chissà perchè ci si aspettasse diversamente nonostante le evidenze…

Visione bianco
Visione bianco dalla serie a fumetti West Coast Avengers (Credits: Marvel/Disney+)

P.S. E Visione che fine ha fatto?

Nell’origin story di Scarlet Witch ha trovato posto soltanto parzialmente la rinascita di Visione, la cui linea narrativa è stata brutalmente lasciata in sospeso nel limbo del paradosso della nave di Teseo, nemmeno relegata ad una terza scena post finale, probabilmente perché il futuro di Visione non è stato ancora scritto in casa Disney Marvel.

Se grazie ad essa il fandom potrà fantasticare e veder solleticata la propria immaginazione, questa mancanza di direzione nella chiusura della storyline di uno dei due personaggi dei titoli di testa mette a nudo una certa sufficienza nello sviluppo della narrazione, in attesa dell’inevitabile nascita degli spin-off di WandaVision, dedicati magari alla supereroina Photon di Teyonah Parris e alla già amatissima Agatha Harkness di Kathryn Hahn.

Sintesi

Si conclude nel più familiare dei modi l'origin story di Scarlet Witch: tra fan service ed intrattenimento, spunti godibili e narrazione dilatata, WandaVision fonde con coerenza vita da sitcom ed esigenze narrative dell'universo cinematografico di appartenenza puntando ancora una volta sulla forza e sulla percezione del brand Marvel, mettendo tuttavia a nudo il rischio che l'effetto novità possa svanire con le prossime produzioni originali Disney+.

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