Guardiani della Galassia Vol. 3

Guardiani della Galassia Vol. 3 recensione film di James Gunn con Chris Pratt e Zoe Saldana [Anteprima]

Guardiani della Galassia Vol. 3 recensione film di James Gunn con Chris Pratt, Zoe Saldana, Bradley Cooper, Dave Bautista, Vin Diesel, Will Poulter, Chukwudi Iwuji, Karen Gillan e Pom Klementieff

Era il lontano 2014 quando Peter Quill appariva, per la prima volta, sul grande schermo sulle note di Come and Get Your Love dei Redbone, diventata poi la canzone simbolo dei Guardiani della Galassia.

Da quella prima apparizione, sono passati ben nove anni e i Guardiani della Galassia sono comparsi in altri film del Marvel Cinematic Universe, compreso un sequel, Infinity War ed Endgame e uno speciale di Natale, uscito su Disney+ a novembre 2022.

Arriva adesso nelle sale il terzo film dedicato alla banda più sgangherata in casa Marvel, capitolo conclusivo che determina anche la fine dell’avventura (per ora) di James Gunn con Marvel, passato alla DC.

Per molti questo film preannuncia l’ennesimo addio ad alcuni degli eroi che hanno caratterizzato le prime fasi del MCU, ma sarà veramente così?

Zoe Saldana
Zoe Saldana (Credits: Marvel Studios)
Dave Bautista e Pom Klementieff
Dave Bautista e Pom Klementieff (Credits: Marvel Studios)

Ci ritroviamo dopo Avengers: Endgame: i Guardiani della Galassia, seppur ancora insieme, sono distrutti dalla perdita di Gamora, uccisa dal padre Thanos per ottenere la Gemma dell’Anima. Gamora, in realtà, è tornata, ma in una versione più giovane, che non ha mai avuto legami coi Guardiani, men che meno con Quill.
Improvvisamente vengono attaccati da Adam Warlock, un potente essere artificiale, creato dai Sovereign, per distruggere i Guardiani e catturare Rocket, che rimane ferito nell’attacco.
Quill, insieme agli altri Guardiani, dovrà chiedere aiuto alla nuova Gamora, leader dei Ravager, per salvare Rocket dal passato che torna a tormentarlo.

Squadra che vince non si cambia. Al timone della regia ritroviamo James Gunn, che guida un cast d’eccezione, composto da Chris Pratt (Peter Quill), Zoe Saldana (Gamora), Dave Bautista (Drax), Karen Gillan (Nebula), Pom Klementieff (Mantis), Vin Diesel (Groot), Bradley Cooper (Rocket) e Will Poulter (Adam Warlock).

In questa nuova avventura sui Guardiani della Galassia ritroviamo vecchi volti e ne incontriamo di nuovi. Tra le vecchie conoscenze, rivediamo Elizabeth Debicki, nei panni della Grande Sacerdotessa, Sylvester Stallone, nel ruolo di Stakar Ogord e Sean Gunn nei panni di Kraglin.
Tra i nuovi arrivati, invece, oltre a Poulter nei panni di Adam Warlock, abbiamo anche Chukwudi Iwuji nel ruolo dell’Alto Evoluzionario.

Al centro di questa nuova storia, troviamo il passato di Rocket, cresciuto come cavia di laboratorio, per la creazione della “razza perfetta”, vittima di esperimenti e soprusi. Sarà proprio il suo passato a tornare e a minacciarlo di nuovo: il compito dei Guardiani sarà quello di salvarlo dalle ombre del suo passato.

Guardiani della Galassia Vol. 3 recensione film di James Gunn
Bradley Cooper presta la sua voce a Rocket (Credits: Marvel Studios)
Will Poulter è Adam Warlock in Guardiani della Galassia Vol. 3
Will Poulter è Adam Warlock in Guardiani della Galassia Vol. 3 (Credits: Marvel Studios)

Il punto forte del filone dedicato ai Guardiani della Galassia è sempre stato la coralità: tante personalità diverse, che spesso si scontrano, riescono a trovare autonomamente un equilibrio e a funzionare, diventando un unicum.
Non c’è individualità nei film sui Guardiani della Galassia: funzionano perché sono insieme e ogni personaggio riesce a ritagliarsi quel momento sotto i riflettori, per poi tornare a fare gruppo. Questa è stata la magia di James Gunn, che è riuscito a ritagliarsi un piccolo angolo di cielo all’interno del marasma del Marvel Cinematic Universe, portando personaggi quasi sconosciuti ai più a diventare autentiche punte di diamante dell’universo cinematografico Marvel.

Ma anche le storie più belle devono finire e James Gunn ci regala l’epilogo perfetto per questo viaggio durato quasi dieci anni, concludendo un franchise di cui è stato artefice e regista. In Guardiani della Galassia Vol. 3 rintracciamo gli elementi chiave del successo della saga: umorismo (anche spicciolo), avventura, il non prendersi mai sul serio, dialoghi serrati e soprattutto un senso di amicizia e famiglia che riesce ad uscire dallo schermo, per toccare i cuori degli spettatori.

In questo terzo capitolo troviamo un gruppo, spezzato dall’assenza di Gamora, che non vuole perdere un altro membro della famiglia. Per questo, si lancia in una sfida quasi suicida per riuscire a salvare Rocket, venendo a conoscenza del suo passato doloroso, che era riuscito a nascondere anche alla sua famiglia.

L’elemento comico è sempre stato una delle colonne portanti in Guardiani della Galassia, che questo terzo capitolo riesce a non perdere, facendo sorridere (e ridere a crepapelle) grazie all’umorismo nonsense, che è tipico dei film a loro dedicati.

Il villain di questa storia è l’Alto Evoluzionario, uno scienziato, creatore anche di Rocket, che cerca di migliorare tutti gli esseri viventi, creando una razza suprema. Nonostante il suo non sia un ruolo così ampio, si tratta di uno dei villain più terribili del MCU, che riprende tematiche tristemente a noi conosciute.

Chukwudi Iwuji è l’Alto Evoluzionario
Chukwudi Iwuji è l’Alto Evoluzionario (Credits: Marvel Studios)
Guardiani della Galassia Vol. 3 recensione film di James Gunn
Vin Diesel presta la sua voce a Groot (Credits: Marvel Studios)

Nelle due ore e mezza di durata, nonostante una seconda parte un po’ troppo frenetica, la storia scivola abilmente, grazie soprattutto alla sceneggiatura di James Gunn, che riesce a calibrare momenti di ironia a momenti decisamente più tristi e malinconici.

Altro elemento importantissimo nei film sui Guardiani della Galassia è la colonna sonora, che riesce a conquistare ancora una volta, aprendo con una versione malinconica di Creep dei Radiohead, che ci dà subito un’anteprima di quello che dovremo aspettarci.

Guardiani della Galassia Vol. 3 è il canto del cigno di James Gunn, un regalo di addio coi controfiocchi, che termina l’ennesima parentesi di un universo cinematografico che perde pezzi continuamente, dopo Endgame.

Dopo l’addio degli eroi più amati e quello di James Gunn, non possiamo che chiederci se il Marvel Cinematic Universe riuscirà a sopravvivere e a regalare intrattenimento ed emozioni, come ha fatto finora, al netto degli ultimi flop.

Ma questa è la lettera d’addio che James Gunn ha deciso di regalarci, mettendo insieme, forse per l’ultima volta, un gruppo di emarginati, strambi e soli, che insieme diventano prima eroi e poi una famiglia, riuscendo (finalmente) a soddisfare le aspettative del pubblico verso i nuovi capitoli dell’universo cinematografico Marvel, senza peccare di scontatezza.

E non può che scappare una lacrima (o forse di più) giunti al capolinea di questa saga, per tutto quello che i Guardiani ci hanno regalato in questi anni, riuscendo miracolosamente a non fallire mai. Guardiani della Galassia Vol. 3 vi aspetta nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 3 maggio.

Sintesi

Anche le storie più belle devono finire e James Gunn ci regala l'epilogo perfetto di questo viaggio durato quasi dieci anni, concludendo un franchise di cui è stato artefice e regista riproponendo gli elementi chiave del successo della saga: umorismo, avventura, il non prendersi mai sul serio, dialoghi serrati e soprattutto un senso di amicizia e famiglia che riesce ad uscire dallo schermo per toccare i cuori.

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