Frank Miller – American Genius recensione film documentario di Silenn Thomas con Frank Miller, Stan Lee, Neal Adams, Bill Sienkiewicz e Robert Rodriguez
In un’ideale storia dell’immaginario occidentale dagli anni sessanta in poi, solo nomi come Stephen King, Alan Moore, Stanley Kubrick e Andy Warhol potrebbe essere messi sulla stessa linea di un demiurgo di immagini e di personaggi del calibro di Frank Miller. Frank Miller è una leggenda assoluta tanto nel mondo dei fumetti quanto nel mondo di Hollywood: è dalle sue mani che sono nati franchise di culto come 300 o Sin City, ma Miller ha avuto un ruolo essenziale anche nel riplasmare e rendere più maturi personaggi come Daredevil, Batman, il Joker e, più recentemente, lo stesso Superman. Non sorprende allora la scelta della regista Silenn Thomas, che conosceva il cartoonist sin dai tempi del set di 300 di Zack Snyder, di dedicare un documentario alla sua figura.
Frank Miller: American Genius è costruito in una maniera decisamente classica. Frank Miller ripercorre a parole la sua vita, accompagnato da interventi di suoi collaboratori, editor o mentori storici. Parallelamente a questa intervista, il documentario raccoglie anche le immagini degli eventi per appassionati di fumetti, in primis il Lucca Comics, a cui Miller ha preso parte negli ultimi anni prima del Coronavirus.
Il ritratto che se ne fa è piuttosto cristallino: per amore dell’obiettività, sul finale si fa brevemente riferimento ad alcune controversie in cui Miller è caduto negli ultimi quindici anni, dal flop del suo assolo da regista con The Spirit al contestatissimo fumetto anti-islamico Holy Terror; ma nel complesso quella che la Thomas fa è una decisa celebrazione di uno dei più influenti cartoonist di sempre.
È proprio in questa parola, cartoonist, che il documentario trova uno dei suoi maggiori punti di focus. La particolarità di Frank Miller, un “battitore libero” rispetto ad altri fumettisti che bene o male hanno firmato un’esclusiva per una determinata casa editrice o franchise, è stata quella di essere al tempo stesso sia (co)sceneggiatore che disegnatore delle sue storie, cosa che raramente i “fumettisti” fanno. Per lui si tratta di una questione al tempo stesso creativa, artistica e pratica, dal momento che è stato uno dei fumettisti più attenti alla questione dei diritti d’autore dei fumetti: separando la figura del disegnatore da quella dell’autore, generalmente sono le case editrici a detenere i diritti di una determinata saga.
Un altro dei punti di maggiore focus, che emerge soprattutto nel finale, è una certa visione problematizzata ma sincera dell’American Dream: Miller sostiene di essere “al cento su cento americano”, e di aver vissuto l’American Dream quando questo rappresentava ancora una possibilità concreta, dal momento che si è spostato da una piccola cittadina a New York in cerca di fortuna e “ce l’ha fatta”; dall’altro lato, come acutamente rimarcato nel suo intervento dal nostro Milo Manara, Frank Miller è stato una figura chiave anche nel portare l’immaginario dei fumetti europei oltreoceano.
L’aspetto però più affascinante della figura di Miller, che il documentario della Thomas sa cogliere abbastanza bene anche senza farne un punto centrale, sta nella sua capacità di mitopoiesi. In un momento storico in cui le narrazioni collettive a sfondo religioso sono gradualmente venute a mancare, Miller ha saputo riconnettere la figura moderna del supereroe americano con il modello archetipo dell’eroe alla Omero o all’Euripide. È questa la forza di gran parte dei suoi eroi, individualisti ma al tempo stesso rivolti a una collettività chiara e definita, e spesso caratterizzati da una ferita pulsante che, in qualche modo, “deve guarire”, come dice Miller stesso nel corso del documentario.
Frank Miller: American Genius resta un lavoro un po’ “di servizio”, senza particolari guizzi o originalità stilistiche, ma, proprio per il porgere in maniera chiara ed equilibrata il percorso del suo protagonista al grande pubblico, è un documentario che ha un grande valore come testimonianza culturale di una biografia irripetibile.