Ticket to Paradise recensione film di Ol Parker con Julia Roberts, George Clooney, Kaitlyn Dever e Maxime Bouttier
Per anni gli amanti delle rom-com si sono sentiti ripetere quanto il loro genere cinematografico preferito fosse di serie B, quanto fossero sciocche, inutili e… proseguite aggiungendo un aggettivo dispregiativo a caso. Molti dei detrattori non hanno mai tenuto conto che, non soltanto, le rom-com erano tra i film che più incassavano ai botteghini, ma molte di esse hanno contribuito a plasmare un immaginario collettivo sull’amore e le relazioni tale da influenzare le generazioni successive: Pretty Woman, Notting Hill, Harry ti presento Sally (per citare alcuni tra i titoli più noti tra gli anni ’80 e ’90) sono tutti film diventati cult e al tempo stesso l’esempio perfetto di comfort movie, quelli nei quali ci rifugiamo quando il mondo risulta troppo grigio. E, allo stesso modo, i loro interpreti sono diventate delle star di Hollywood, riconoscibili da chiunque e ovunque, proprio grazie ai ruoli da protagonisti in questi film.
Non sorprende, dunque, che Ol Parker (già regista di Mamma Mia! Ci risiamo) abbia scelto due nomi tra i più famosi del genere: Julia Roberts e George Clooney. Sono loro, infatti, a dare vita e corpo a Georgia e David Cotton, ex coniugi che si ritrovano a unire le forze per impedire che la figlia neolaureata, Lily (Kaitlyn Dever), convoli a nozze con il dolce Gede (Maxime Bouttier), coltivatore di alghe di Bali, conosciuto durante una vacanza post-laurea. Pur di evitare che Lily commetta il loro stesso errore, i due proveranno a impedire la cerimonia con ogni mezzo possibile…
Ticket to Paradise – una cornice da favola per una storia che favola non è
Se c’è un merito che dobbiamo riconoscere a Ol Parker è quello di aver scelto per il suo film uno dei posti più incantevoli del mondo: Bali, con le sue spiagge bianche, le sue acque cristalline e i tramonti mozzafiato è il luogo ideale (sebbene estremamente patinato e per la visione di un pubblico prevalentemente occidentale) per un matrimonio o per una vacanza con la propria anima gemella. Perciò, è un vero peccato che su uno sfondo così suggestivo sia ambientato un film che, purtroppo, non ne vuole sapere di decollare e che risulta fortemente sconnesso. La trama, infatti, ricalca i cliché di molte commedie romantiche e non sarebbe un problema, se non fosse accompagnata da dialoghi poco incisivi, a cui neppure l’immensa bravura e carisma dei suoi protagonisti riesce a dare colore e mordente. Inoltre, lo sviluppo della vicenda sembra puntare verso una direzione che, invece, viene completamente disattesa dal finale, con un salto nel buio (è il caso di dirlo e chi vedrà il film capirà di cosa parliamo) che non giova all’opera. Raccontare di un amore finito e di uno sbaglio giovanile è un tema interessante e che avrebbe potuto essere sviluppato in maniera migliore, senza tante battute al vetriolo e momenti imbarazzanti. Persino gli escamotage per impedire il matrimonio vengono portati avanti senza troppa convinzione e risultano alquanto deludenti.
Un vero peccato, perché nonostante il suo titolo, Ticket to Paradise proprio non riesce a condurci nel paradiso dell’amore, restando un film che facilmente dimenticheremo.