Respect recensione film di Liesl Tommy con Jennifer Hudson, Forest Whitaker, Marlon Wayans, Tituss Burgess, Audra McDonald e Mary J. Blige
Il biopic sulla Regina del Soul, Aretha Franklin, interpretata da Jennifer Hudson
Arriverà nelle sale alla fine di settembre Respect, il biopic sulla Regina del Soul, una delle voci più potenti della storia della musica: Aretha Franklin.
Il film ripercorre la vita di Aretha Franklin (interpretata da Jennifer Hudson), partendo dalla sua infanzia difficile, funestata da uno stupro e dalla morte dell’amata madre.
Fin da subito ci rendiamo conto che Aretha è stata messa molto sotto pressione dal padre (interpretato da Forest Whitaker), per poter cantare, passando dal coro della chiesa a New York. Qui, la sua carriera non decolla e, nonostante i numerosi album, nessuna delle sue canzoni viene considerata una “hit”. La cantante decide di allontanarsi dal padre e dalla sua famiglia, per capire quale sia la sua identità e quali canzoni facciano per lei, ed inizia una relazione con Ted White, che diventa il suo manager.
L’uomo, inizialmente amorevole, diventa sempre più possessivo verso di lei, rendendola un burattino nelle sue mani.
La carriera di Aretha, però, inizia a decollare, pubblicando pezzi ancora oggi iconici, come Respect, Think e (You make me feel) A Natural Woman.
Nel corso del film vediamo il suo grande attaccamento alla fede e ai movimenti civili (la sua famiglia era molto legata alla figura di Martin Luther King). Vediamo i successi della cantante, ma anche i suoi momenti oscuri, accompagnati dalle sue grandi canzoni.
Respect è un film diretto Liesl Tommy, con un cast composto, in primis da Jennifer Hudson nei panni di Aretha Franklin, quindi da Forest Whitaker, Marlon Wayans, Tituss Burgess, Audra McDonald, Mary J. Blige, Tate Donovan, Hailey Kilgore e Albert Jones.
La pellicola segue le classiche dinamiche del biopic, raccontando gli inizi, lo sviluppo della carriera, i momenti oscuri e il grande successo, raccontando circa vent’anni dell’esistenza della celebre artista. La vita di Aretha Franklin si presta molto bene alla narrazione, dati anche i grandi eventi che compongono la sua vita, nel bene e nel male.
Ma al contrario della vita della protagonista, il film non brilla mai per intensità.
Gli eventi scorrono lineari (anche fin troppo dilatati, data la lunghezza) e neanche i momenti musicali (interpretati dalla talentuosa Jennifer Hudson) riescono a sollevare l’interesse dello spettatore.
Nel corso del tempo, ci siamo abituati a vedere diversi biopic musicali molto interessanti, basti pensare a Rocketman, sulla vita di Elton John, o Walk the line, dedicato a Johnny Cash, perciò, di certo, i riferimenti non mancavano.
Aretha Franklin è stato sicuramente un personaggio complesso, ma tutti i lati della sua personalità vengono solamente citati e mai approfonditi, come la sua lotta per i diritti civili o la sua fede nella chiesa. Nonostante i tempi prolungati, la pellicola di Liesl Tommy sembra piuttosto sbrigativa e sorvola sui momenti importanti della cantante, raccontandoli senza spessore e senza mai accendere la giusta attenzione e passione nello spettatore.
Bravissima Jennifer Hudson nelle parti canore, il suo talento è indiscusso, un po’ meno nelle parti recitate, dove manca quel quid in più per poter entrare nel cuore dello spettatore. Perciò, anche le sequenze ad alto tasso emotivo, come il ricongiungimento alla fede da parte di Aretha e la morte di Martin Luther King, rimangono lontani sullo schermo, senza mai toccare lo spettatore.
La cantante viene rappresentata in modo remissivo rispetto alle due principali figure maschili della sua vita, ma vediamo una Jennifer Hudson fin troppo misurata e mancante di quella grinta che dimostra quando interpreta i pezzi più famosi della cantante.
Neanche la regia brilla per particolari guizzi artistici, facendo assomigliare Respect più ad un documentario alla buona che ad un vero e proprio biopic che dovrebbe celebrare la Regina del Soul.
Al centro della narrazione abbiamo Aretha Franklin come persona, più che come cantante e icona. Vediamo i dolori che ha avuto nella sua vita, la sofferenza che ha dovuto patire a causa del suo “demone interiore”, ma quello che manca è forse la parte più “patinata” della sua carriera, oltre al suo impegno politico, estremamente importante nella sua vita.
È sempre difficile approcciarsi ad un’icona, soprattutto se ha avuto un passato tormentato. Ci è riuscito bene Rocketman, mescolando biopic e musical, ci è riuscito bene Walk the line, raccontando la vita travagliata di Johnny Cash (grazie anche all’interpretazione di Joaquin Phoenix).
Cos’hanno in comune Johnny Cash, Elton John e Aretha Franklin?
Che sono tre leggende della storia della musica e che le loro canzoni le ricordiamo ancora oggi e le canteremo per sempre. Ma se i film sui primi due artisti sono convincenti, in Respect manca quell’aura di magia e di “rispetto” che l’opera avrebbe dovuto possedere per raccontare la grandiosità della cantante.