Bad Boys Ride or Die recensione film di Adil El Arbi e Bilall Fallah con Will Smith, Martin Lawrence e Vanessa Hudgens [Anteprima]
Bad Boys è una saga figlia di Michael Bay.
Questo si sa. Tuttavia, dal terzo capitolo in poi la regia è passata ad Adil El Arbi e Bilall Fallah, una coppia di registi belgi che con questi ultimi due film hanno fatto decisamente centro.
Persino in una miniserie dal ritmo altalenante come Ms Marvel, le puntate dirette dal duo erano le più interessanti e vivaci, con una forte identità. La regia del film è fresca, dinamica e giocosa. Si percepiscono il divertimento e la creatività dietro le scene d’azione e le interazioni tra i due storici protagonisti.
Will Smith e Martin Lawrence tornano per questo quarto capitolo Bad Boys Ride or Die accompagnati dai comprimari già visti nel terzo film. La saga sta subendo un’evoluzione alla Fast and Furious: si abbandonano le strade, in questo caso di Miami, per combattere su aerei che precipitano. Tuttavia, a differenza della saga citata, questa evoluzione appare più organica.
I protagonisti non sono più dei giovanotti e il lato positivo è che non si cerca di nascondere questa realtà. Conosciamo l’ego di Will Smith, e qui, insieme al suo compare, è ovviamente coprotagonista. Ma, perché c’è un ‘ma’, è come se questo aspetto venisse quasi messo in secondo piano. Quasi, ovviamente. In una battuta fugace all’inizio viene anche menzionata l’età dei protagonisti, ironizzandoci sopra, il che non è da sottovalutare.
Nella prima parte, sembra che l’attenzione sia rivolta soprattutto al personaggio di Lawrence, che subisce un cambiamento drastico nella caratterizzazione a causa di un’esperienza di pre-morte. Molto macchiettistico ed esagerato ma insieme a Smith le loro interazioni risultano divertenti, con un tempismo comico spontaneo e preciso.
Il collegamento di Bad Boys Ride or Die al terzo film è stretto, ma la scrittura del film aiuta a destreggiarsi tra i personaggi e a spiegare in modo efficace le dinamiche passate.
La trama non è complicata, e questo è un bene. Ciò aiuta anche il pubblico che vuole assistere alla proiezione senza ricordare bene i capitoli precedenti o partendo direttamente da questo. Di fatto e facile da seguire, ha una durata adeguata e non cerca di prolungarsi inutilmente per trasformarsi in un mega evento.
Le scene action sono costanti per mantenere alta l’attenzione di un pubblico e risultano memorabili, con un aspetto quasi videoludico.
L’azione è movimentata e i punti di vista sono creativi rendendo tutto più dinamico.La regia è fresca, dinamica e giocosa. Si percepisce creatività dietro le scene d’azione e le interazioni tra i due personaggi storici. Già dedicare una lunga scena d’azione ben realizzata a un personaggio che non è uno dei due protagonisti storici dimostra che forse si vuole lavorare su un’evoluzione della saga.
Un esempio è la forte presenza di Jacob Scipio nel ruolo di Armando Aretas, il figlio criminale del personaggio di Smith, introdotto nel terzo capitolo. Dopo l’ottimo rilancio proposto dai due registi belgi, che ha portato il film a essere il più incassato del disastroso 2020, questa pellicola potrebbe ottenere un buon successo estivo. Sicuramente, visto il finale, la volontà di proseguire la saga è evidente.
Parlando dell’approccio alla scrittura, si nota un notevole lavoro sul personaggio di Will Smith. Forse gli echi di ciò che è accaduto quella famigerata notte degli Oscar si fanno ancora sentire. Qui il personaggio fatica, si mette in discussione e non è più il solito action man infallibile. Anzi, in modo quasi goliardico, i ruoli sembrano quasi invertirsi. C’è una dinamica divertente con Lawrence che si sente quasi invincibile in questo film.
In conclusione, Bad Boys Ride or Die è un ottimo film di intrattenimento che diverte e riconferma il successo del capitolo precedente, mentre getta le basi per poter proseguire ancora. Magari con l’introduzione di nuovi personaggi.