Rachel Zegler è Biancaneve nel live action Disney tra polemiche e opportunità di inclusione

Rachel Zegler è Biancaneve nel live action Disney diretto da Marc Webb: scelte di casting all’insegna dell’inclusione tra polemiche e opportunità

Ne scrivevamo giusto ieri riguardo al sequel di Shazam!, Shazam! Fury of the Gods, dove interpreterà una delle figlie di Atlas insieme ad Helen Mirren e Lucy Liu: la giovanissima Rachel Zegler, 20 anni appena compiuti, continua la sua inarrestabile ascesa e, dopo il ruolo d’esordio come Maria Vasquez, protagonista di West Side Story di Steven Spielberg, e il sequel di Shazam!, conquista un altro ambitissimo ruolo da protagonista entrando nel magico mondo Disney come Biancaneve nel prossimo live action diretto da Marc Webb (The Amazing Spider-Man, il prossimo adattamento di Your Name di Makoto Shinkai).

Cantante nei musical scolastici, nei teatri locali e ai matrimoni, prima di essere scritturata per West Side Story battendo la concorrenza di altre 30mila aspiranti candidate per il ruolo di Maria, che lei aveva già interpretato in uno spettacolo al Bergen Performing Arts Center, Rachel Zegler era un’esordiente assoluta in campo cinematografico, e come tante altre migliaia di potenziali artiste in erba aveva aperto un suo canale YouTube per creare e pubblicare i suoi contenuti, principalmente cover di canzoni famose, curiosamente quanto dolcemente cantate nel bagno di casa perché magari era la stanza più luminosa per le sue emozionanti esibizioni, tra cui l’ormai celebre Shallow di Lady Gaga e Bradley Cooper da A Star is Born, pubblicata tre anni fa e che vi lasciamo di seguito:

Adesso Rachel, statunitense nata a Clifton nel New Jersey, di madre colombiana e padre americano, realizza il suo sogno di diventare una principessa Disney, anche se non Ariel La sirenetta – scelta la cantautrice afroamericana Halle Bailey – bensì Biancaneve, la “bimba bianca come la neve, rossa come il sangue e con i capelli neri come l’ebano; e, per questo, la chiamarono Biancaneve“. Una scelta che premia il suo innato talento e, nelle intenzioni di Disney riferite dalle parole regista Marc Webb, vuole portare “la sua forza d’animo, la sua intelligenza e il suo solare ottimismo a diventare parte integrante della riscoperta della gioia del classico fiabesco Disney Biancaneve, laddove le sue abilità canore sono solo l’inizio dei suoi doni.”

Per quanto sottile sia l’affermazione che Biancaneve e i sette nani, un po’ come Pinocchio di Carlo Collodi, sia Disney e non dei fratelli Grimm, e assolutamente lodevoli gli intenti rivolti ad una maggiore inclusione ed integrazione culturale nelle produzioni Disney – trend che è invero registrabile in tutto il settore cinematografico, anche la prossima Cenerentola di Sony Pictures e Amazon Prime Video sarà latinoamericana, Camila Cabello – oggi Rachel Zegler, come ieri Halle Bailey, si ritrova suo malgrado ad affrontare le ripercussioni mediatiche di una scelta di casting che non viene fortemente e senza mezzi termini comunicata come fondata sulla precisa scelta di esplorare nuovi orizzonti di inclusività per le principesse Disney e per le future produzioni cinematografiche e televisive della Fabbrica dei Sogni.

In una società che si interroga sempre più sul manierismo di comportamenti e manifestazioni sociali, sui casting inclusivi “ma non troppo” dove gli interpreti di colore hanno molto spesso la pelle chiara e dove ancora oggi il cosiddetto bleaching – lo sbiancamento della pelle degli artisti di colore – è un tabù quasi innominabile ma sempre più a rischio di esplodere, riteniamo che una comunicazione più netta e senza possibilità di equivoci, che non presti dunque il fianco alle polemiche e alle ambiguità, rappresenti un prezioso e decisivo supporto ai temi dell’inclusione e dell’accoglimento della diversità.

Vi lasciamo a tal proposito con un intervento di Zendaya che nel 2018 ha denunciato il colorism definendosi “una versione accettabile di una ragazza di colore ad Hollywood“:

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