Le ali della libertà il 28° anniversario dell’uscita italiana del film di Frank Darabont [Throwback Thursday]

Usciva 28 anni fa uno dei film più amati di sempre, Le ali della libertà di Frank Darabont con Tim Robbins e Morgan Freeman, tratto da uno dei racconti di Stephen King: ricordiamo il film insieme

Il 10 febbraio del 1994 usciva nelle sale italiane uno dei più amati capolavori cinematografici moderni: Le ali della libertà (The Shawshank Redemption). Il film, diretto da Frank Darabont, è tratto dal racconto Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank, di Stephen King.

La pellicola è ambientata nel Maine, nel 1947 e racconta la storia di Andy Dufrense (Tim Robbins), un impiegato di banca che viene condannato a due ergastoli nella prigione di Shawshank. L’uomo è accusato dell’omicidio della moglie e di un campione di golf, suo amante, del quale si proclama innocente.
Quando entra in prigione, scopre subito un mondo fatto di corruzione e violenza, da parte delle guardie carcerarie e del direttore.
Inizialmente decide di mantenere una certa distanza dagli altri, ma viene preso di mira da un gruppo di detenuti, che lo picchiano frequentemente.
Quando convince una guardia carceraria ad accettare il suo aiuto, in ambito finanziario, le cose cambiano: Andy diventa il consulente di molte guardie e del direttore ed evita, in questo modo, i lavori forzati. Nel mentre, fa amicizia con altri detenuti, come Red (Morgan Freeman), un detenuto esperto di contrabbando nel carcere. Grazie a Red, prende possesso di un martelletto da roccia, poiché amante dei minerali e delle pietre e un poster di Rita Hayworth.
Viene anche incaricato di aiutare il vecchio prigioniero Brooks Hatlen (James Whitmore), che presta servizio in biblioteca.

Andy cerca di andare avanti con la sua vita, nonostante le violenze di cui è vittima da parte di un gruppo di detenuti e la consapevolezza di non essere colpevole, progettando la fuga dal carcere.

ricordo le ali della libertà
Una scena del film

Le ali della libertà, ad oggi, viene considerato un vero e proprio cult: una storia commovente e intensa sulla vita in carcere. Basti pensare che la rivista Empire lo ha inserito al quarto posto nella lista dei cinquecento migliori film della storia.

Ma quando uscì al cinema, la pellicola fece un vero e proprio flop, nonostante le lodi tessute dalla critica cinematografica. Dopo le diverse candidature agli Oscar, Warner Bros. decise di ridistribuirlo al cinema, ottenendo maggiore successo.

A colpire la critica e il pubblico sono sicuramente le performance dei protagonisti, tra i quali spiccano Tim Robbins, Morgan Freeman e anche James Whitmore.
Completano il cast Bob Gunton, William Sadler, Clancy Brown e Gil Bellows.

Tim Robbins e Morgan Freeman
Tim Robbins e Morgan Freeman ne Le ali della libertà (1994)

Frank Darabont e Stephen King rinsaldano, così, la loro collaborazione artistica: il primo lavoro del regista, infatti, è stato un cortometraggio basato su The Woman in the Room, tratto da una storia breve di King. In seguito, Darabont firmò altre trasposizioni dei suoi romanzi, come Il miglio verde e The Mist.

Inizialmente Stephen King era fortemente scettico sulla trasposizione del suo racconto, poiché la storia è molto breve e raccontata tutta dal punto di vista di Red e difficilmente se ne poteva trovare spunto per un film intero. Ma Darabont vinse la scommessa, inserendo la riscrittura delle storie di alcuni personaggi, come quella di Brooks: Le ali della libertà rimane una delle trasposizioni preferite di King, insieme a Stand by me.

Le ali della libertà racconta la storia di una vita in carcere, segnata da ingiustizie, violenze e corruzione. Ma il film si pone anche come cornice di tante altre piccole storie, come quella di Brooks, il vecchio detenuto che ha passato così tanto tempo in carcere, da non sapere più cosa ci sia fuori, così da non volerne più uscire. Brooks ottiene la libertà vigilata, ma il mondo che ricordava è cambiato e decide di togliersi la vita.

James Whitmore
James Whitmore ne Le ali della libertà (1994)

Al centro della storia ci sono le due figure di Andy e Red: in entrambi, seppur con storie diverse, permane un profondo desiderio di libertà e la voglia di riscatto. Ma se da una parte Andy non crede di essere colpevole (la sua colpevolezza non viene mai negata palesemente, nonostante ci siano diversi indizi), Red sa di esserlo, ma ora è un uomo nuovo e ha voglia di voltare pagina.

Nonostante l’ambientazione drammatica e alcune vicende raccontate dal risvolto tragico, Le ali della libertà si pongono come film “a lieto fine”, una sorte di feel-good movie. La pellicola è un manifesto di libertà e giustizia, pur raccontando tutti i risvolti del carcere americano.

Quello su cui si concentra il film di Darabont è proprio il concetto di “uomo libero”, un uomo che aspira a quella libertà che gli è stata negata. E nei protagonisti questo concetto di libertà differisce: per Andy dovrebbe essere dovuta e se la crea autonomamente, Red ne è alla continua ricerca e per Brooks è quella che è in carcere e non fuori.

Tim Robbins ne Le ali della libertà
Tim Robbins ne Le ali della libertà (1994)

La vera forza dell’opera è l’avere tutte le carte in regola per essere un “buon film”. Oltre ad essere uno dei migliori film di sempre ambientati in un carcere, presenta delle caratteristiche quasi perfette: i dialoghi, le interpretazioni dei protagonisti e, soprattutto, una storia che non nasconde le parti più dure del carcere, ma che riesce a regalare allo spettatore un moto di speranza.

E poi ovviamente bisogna evidenziare il finale poetico e una manciata di scene ormai diventate cult, come la fuga di Andy dal carcere.

Il fulcro sta tutto nelle parole di Andy: “Qui dentro sono tutti innocenti”, una frase che ci fa riflettere su come cambia la natura umana all’interno del carcere. Ogni detenuto deve ricostruirsi una vita e ha tempo di riflettere. Quel senso di libertà e speranza sono insiti nell’uomo e il carcere di Shawshank s’innalza a luogo di redenzione.

Le ali della libertà: alcune curiosità sul film

  • Per il personaggio di Red furono presi in considerazione diversi attori, come Clint Eastwood, Harrison Ford e Robert Redford, soprattutto perché il personaggio di Red viene rappresentato nella storia come un irlandese di mezza età coi capelli rossi.
    Ma il regista ha sempre avuto in mente Morgan Freeman per il ruolo;
  • Per il ruolo di Andy, invece, furono presi in considerazione Jeff Bridges, Tom Cruise, Nicolas Cage, Johnny Depp, Tom Hanks e Kevin Costner, questi ultimi dovettero rinunciare perché impegnati, rispettivamente, per Forrest Gump e Waterworld;
  • La scena del primo incontro fra Andy e Red dura pochi minuti, ma ci vollero quasi nove ore di ripresa per portarla a termine. Era previsto che, per tutto il tempo, il personaggio di Morgan Freeman tirasse una palla da baseball e l’attore non se ne lamentò, ma il giorno dopo si presentò sul set col braccio fasciato;
  • Il film ottenne 7 nomination agli Oscar, tra cui Miglior film, ma non ricevette alcun premio.

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