Gli anni più belli

Gli anni più belli recensione

Gabriele Muccino torna al cinema con Gli anni più belli, film che riunisce nel cast (tra gli altri) Pierfrancesco Favino e Micaela Ramazzotti, nonché l'esordiente Emma Marrone.

Gli anni più belli recensione film di Gabriele Muccino con Pierfrancesco Favino, Micaela Ramazzotti, Kim Rossi Stuart, Claudio Santamaria ed Emma Marrone

Sono trascorsi quasi vent’anni da quando Stefano Accorsi ed un gruppo di attori, ritenuti ad oggi tra i maggiori talenti del cinema italiano, portavano sul grande schermo gli intrighi amorosi narrati da Gabriele Muccino ne L’ultimo bacio. La passione del regista romano per il sentimento di Cupido emerge anche dalla scelta di far uscire, a distanza di due anni l’uno dall’altro, i suoi ultimi film proprio a ridosso di San Valentino. Anche se il regista ci tiene a precisare che Gli anni più belli, al cinema dal 13 febbraio, rappresenta più che altro una narrazione sull’amicizia.

Effettivamente al centro di tutto troviamo il legame tra Paolo, Giulio e Riccardo: quest’ultimo si aggiunge agli altri due dopo essere sopravvissuto (proprio grazie al soccorso dei due ragazzi) ad un proiettile vagante. A loro si aggrega poi anche una figura femminile, Gemma, quello che sarà il primo ed unico grande amore di Paolo.

Musica e cronaca, dagli anni ’80 ad oggi

Siamo nella Roma a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 e Muccino sceglie di scandire la narrazione attraverso i fatti di cronaca che maggiormente hanno caratterizzato le varie decadi fino ai giorni nostri. Ecco dunque che riviviamo la vittoria dell’Italia ai Mondiali dell’82, la caduta del muro di Berlino, l’inchiesta di Mani Pulite, l’ascesa politica di Berlusconi, l’11 settembre e così via, chiamati a fare da sfondo all’amicizia dei quattro protagonisti, la cui fase adolescenziale viene affidata all’interpretazione di quattro giovani attori (Alma Noce, Francesco Centorame, Andrea Pittorino, Matteo De Buono), il cui casting merita sicuramente un applauso per la somiglianza che li lega ai loro rispettivi alter ego. Anche la musica la fa da padrona: in sala si batte il piede al ritmo delle hits della dance mondiale e si intonano i brani più popolari del Bel Paese.

Gli anni più belli recensione
Pierfrancesco Favino, Kim Rossi Stuart, Francesco Centorame, Micaela Ramazzotti e Claudio Santamaria

I quattro sembrano essere i quattro amici al bar di cui cantava Gino Paoli, pronti a cambiare il mondo e poi, alla fine, rimasti intrappolati tra le loro paure più inconsce.

Paolo (Kim Rossi Stuart): lo ascolti e pensi che diventerà un ornitologo, considerata la sua passione per gli uccelli, e invece rincorre il sogno di sconfiggere il precariato per trasmettere alle future generazioni la sua visione del mondo. Talmente coerente con se stesso da rimanere fedele da sempre e per sempre ad un’unica donna.

Giulio (Pierfrancesco Favino): è convinto di non assomigliare minimamente al padre, eppure crescendo e senza accorgersene, un po’ come fa la rana nell’acqua bollente, diventa proprio quello che non sarebbe mai voluto diventare. Tradisce tutti i suoi principi di lealtà, arrivando ad essere un eterno insoddisfatto, pentito delle proprie scelte e incapace di guardarsi allo specchio e tentare così di frenare la propria involuzione.

Gemma (Micaela Ramazzotti): rincorre quell’amore che non ha mai avuto modo di vivere pienamente, complice la precoce scomparsa dei genitori. Prima sogna un uomo realizzato per vivere di luce riflessa, aggrapparsi a lui e sentirsi così realizzata a sua volta, poi rimpiange la semplicità di chi metteva lei al centro di tutto, nonostante le difficoltà della vita. Impossibile resisterle, mantiene intatta la sua ingenuità perfettamente portata in scena da Micaela Ramazzotti che per tutta la durata del film ricorda l’eterno spaesamento di Stefania Sandrelli. La vedi e la metti al pari di Yoko Ono e Meghan Markle che sono riuscite rispettivamente a separare i Beatles e i principi inglesi, come lei ha per un lungo periodo demolito il legame tra Paolo, Giulio e Riccardo.

Micaela Ramazzotti
Micaela Ramazzotti

Riccardo (Claudio Santamaria): probabilmente perché è “sopravvissuto” ad una morte pressoché certa, rimane il più coerente di tutti, ovvero colui che continua a trovare il bello delle cose anche quando annaspa nel buio più completo. Pensi sempre che possa crollare da un momento all’altro e invece è sempre lui e riportare l’equilibrio ed il sorriso all’interno della comitiva.

Favino e Ramazzotti il valore aggiunto, Emma la sorpresa

Santamaria e Favino sono stati in qualche modo “battezzati” da Gabriele Muccino che ha donato loro popolarità grazie a L’ultimo bacio. Favino sembra essere ormai l’attore più corteggiato d’Italia, capace di richiamare l’attenzione della critica con Il traditore e Hammamet, ma anche di strizzare l’occhio alle casalinghe italiane grazie alla conduzione di programmi televisivi popolari (vedi Sanremo nel 2018).

Il regista ha poi arruolato Kim Rossi Stuart, che ritroviamo sul grande schermo a distanza di quattro anni dal suo secondo lavoro da regista (Tommaso), e Micaela Ramazzotti, l’equivalente femminile di Favino in quanto a richiesta da parte dei registi nostrani. Muccino ritrova anche Nicoletta Romanoff, il cui esordio sul grande schermo portava proprio la firma del regista romani con il film Ricordati di me.

Ciliegina sulla torta, Emma Marrone che esordisce come attrice nel ruolo di Anna: qui bisognerebbe aprire un capitolo a parte, poiché chi conosce almeno un po’ la cantante pugliese sa bene quanto il segreto del suo successo nel corso di dieci anni esatti di carriera si nasconda proprio nella spontaneità attraverso cui lei stessa si rapporta con il pubblico, e non solo i fan che la apprezzano sempre e comunque. Muccino ha avuto l’intuizione di affidarle proprio un personaggio così, genuino e senza filtri, che arriva subito agli spettatori e che non stona affatto nel contesto del film.

Gli anni più belli recensione
Emma Marrone ne Gli anni più belli

Un film per tutta la famiglia

La capacità di Muccino, piaccia o non piaccia, è sempre quella di riuscire a farti uscire dalla sala pieno di pensieri e riflessioni: guardando i suoi film, la maggior parte delle persone sedute in sala rivede nei protagonisti un periodo della propria vita, dall’innamoramento adolescenziale al tradimento che non riesci a perdonarti, passando per le amicizie tradite e poi riconquistate, il rapporto con i figli, i dubbi esistenziali quando si diventa genitori e si “passa dall’altra parte”. A differenza di A Casa tutti bene, sicuramente Gli anni più belli si presenta come un’opera più naturale e più vicina alla realtà delle persone comuni.

Un film che strizza l’occhio non solo ai fan di Emma, e dunque ad un pubblico giovane che senza dubbio si appassionerà ai protagonisti nella loro fase più “giovanile”, ma anche agli adulti, soprattutto quei genitori che non si sentono mai sufficientemente cresciuti per riuscire dare i giusti consigli ai propri figli. Insomma, un’opera adatta a tutta la famiglia, pronta a far sorridere ma anche commuovere, provoncando un pizzico di malinconia per quelli che a ripensarci sembrano davvero essere stati “gli anni più belli” ma anche un film che allo stesso modo ti suggerisce che forse gli anni più belli sono quelli che ancora devono arrivare e allora forse sì che non è troppo tardi per cambiare se stessi in meglio.

Sintesi

La passione di Gabriele Muccino per il sentimento di Cupido emerge anche dalla sua ultima opera, nelle vesti più autentiche e sincere rappresentate da una narrazione sull'amicizia che passa dall'innamoramento adolescenziale al tradimento, le amicizie perse e poi riconquistate, il rapporto con i figli, i dubbi esistenziali quando si diventa genitori e si passa dall'altra parte, suggerendoci che forse gli anni più belli devono ancora arrivare e che non è troppo tardi per cambiare se stessi in meglio.

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