Tyler Rake

Tyler Rake recensione [Netflix]

Tyler Rake recensione film di Sam Hargrave con Chris Hemsworth, Golshifteh Farahani, Rudhraksh Jaiswal, Randeep Hooda, Priyanshu Painyuli e David Harbour

Con Tyler Rake continua la serie di B-movie d’autore firmati Netflix, dopo il gradevole Spenser Confidential di Peter Berg e il bocciatissimo 6 Undeground di Michael Bay, e continuano le nostre stroncature ai lungometraggi di genere Netflix, il cui divario artistico dalla serialità da The Witcher in poi sembra diventare sempre più netto.

Vivere quasi religiosamente l’epoca dei gloriosi B-movie d’azione Anni ’80 e ’90, vederne la fiammella spegnersi faticosamente tra delusioni e amarezze intorno agli inizi del ventunesimo secolo, tra Daylight (1996) di Sylverster Stallone, Universal Soldier (1999) di Jean-Claude Van Damme e Il 6° giorno di Arnold Schwarzenegger (2000), e ritrovarsi oggi alle prese con i B-movie figli dei nostri tempi, eredi di oltre un decennio di nuovi cinecomic.

Chris Hemsworth e Rudhraksh Jaiswal
Chris Hemsworth e Rudhraksh Jaiswal
Golshifteh Farahani in Tyler Rake
Golshifteh Farahani in Tyler Rake

Il peso dell’eredità dei cinecomic in Tyler Rake è evidente, nella proposta di un cinema che cerca invano di costruire emozioni in sala di montaggio visivo e sonoro finendo invece per assordare, nella narrazione priva di spessore umano e di una quantomeno accennata profondità emotiva – dopo Men in Black: International, un’altra prova recitativa sottotono per Chris Hemsworth che stenta a trovare una continuità artistica dopo aver ben figurato in 12 Soldiers (2018), seppur ormai lontano dalle sue migliori interpretazioni in Quella casa nel bosco (2011), Rush (2013) e Heart of the Sea (2015) – nella sceneggiatura di Joe Russo (produttore inoltre insieme al fratello Anthony Russo, registi di Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame), che vira dal first-person shooter anonimo alla faida familiare tra India e Bangladesh dando spazio all’influenza creativa del produttore India Take One Productions e ai tanti coprotagonisti indiani presenti, tra cui la stella Golshifteh Farahani, scagliando poi improvvisamente come missili terra-aria almeno un paio di dialoghi talmente imbarazzanti e scontati da farsi davvero preferire la monotonia del rumore sordo degli spari che accompagna sequenze d’azione progressivamente sempre più ripetitive e inevitabilmente sempre meno attrattive.

David Harbour, Chris Hemsworth e Sam Hargrave
David Harbour, Chris Hemsworth e Sam Hargrave
Tyler Rake recensione
Chris Hemsworth e Randeep Hooda

Lo stunt coordinator e stuntman Sam Hargrave (Hunger Games: La ragazza di fuoco, Atomica bionda, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame) alla sua opera prima su sceneggiatura e soggetto dei fratelli Russo firma un B-movie ispirato ai modelli sbagliati e condizionato dalle peggiori tendenze, perdendo il focus sull’eroe in favore degli scoppi degli spari, le relazioni tra i personaggi in favore di una mal assortita platea di coprotagonisti, la tensione emotiva in favore di un’azione poco ispirata dove la fiammella dell’idea – l’estrazione – rimane flebile spegnendosi rapidamente.

Sintesi

Sam Hargrave alla sua opera prima su sceneggiatura e soggetto dei fratelli Russo firma un B-movie ispirato ai modelli sbagliati e condizionato dalle peggiori tendenze, perdendo il focus sull'eroe in favore degli scoppi degli spari, le relazioni tra i personaggi in favore di una mal assortita platea di coprotagonisti, la tensione emotiva in favore di un'azione poco ispirata dove la fiammella dell'idea - l'estrazione - rimane flebile spegnendosi rapidamente.

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