The Hunt

The Hunt recensione

The Hunt recensione film di Craig Zobel con Betty Gilpin, Hilary Swank, Ike Barinholtz, Wayne Duvall, Ethan Suplee e Emma Roberts

The Hunt è, indirettamente, un altro effetto collaterale del Coronavirus nell’industria cinematografica. Sin dal suo annuncio, il nuovo film di Blumhouse diretto da Craig Zobel ha generato grandi polemiche a causa del suo tema; una satira politica in cui un gruppo di “ricchi” liberali decide di organizzare una caccia ad altri esseri umani, come fossero animali.

Il film doveva originariamente essere distribuito a settembre 2019 tuttavia, a causa delle sparatorie di Dayton ed El Paso e dopo le dichiarazioni di Trump nelle quali il film veniva etichettato violento e provocatorio, la Universal decise di annullarne l’uscita. Dopo diversi mesi, eccolo che riappare in uno slogan come il film più commentato dell’anno e che nessuno ha ancora visto.

The Hunt recensione
Betty Gilpin in The Hunt
Hilary Swank e Betty Gilpin
Hilary Swank e Betty Gilpin

Dodici sconosciuti si svegliano imbavagliati e confusi nel mezzo di una foresta. Non sanno dove sono o come sono arrivati lì, né sanno che sono stati scelti per qualcosa di molto specifico: essere cacciati. Presto si rendono conto di essere le prede di un gioco depravato in cui i cacciatori sono membri dell’alta borghesia. Individui facoltosi che hanno bisogno di avere qualcosa che gli altri non possono avere per sentirsi più vivi e cosa c’è di meglio che avere l’opportunità di uccidere un essere umano “inferiore”, senza incappare in conseguenze di alcun tipo? Ciò che gli aspiranti assassini ignorano è che una delle potenziali vittime ha le capacità necessarie per difendersi in modo letale.

The Hunt è un film smaccatamente esagerato, maliziosamente divertente e squisitamente violento; un cocktail con tutte le dosi necessarie di sangue e morte per trasformare la pellicola in una festa per gli appassionati del genere. Attira l’attenzione dall’inizio alla fine e, nel bene o nel male, riesce a stupire gli spettatori anche se la trama risulta essere scontata e l’espediente della “caccia all’uomo” non sia proprio originale.

Hilary Swank villain in The Hunt di Blumhouse
Hilary Swank villain in The Hunt di Blumhouse
Betty Gilpin e Hilary Swank
Betty Gilpin e Hilary Swank

Fin dai primi fotogrammi si presenta come storia sconvolgente ed imprevedibile, una autentica follia visiva che riflette immediatamente la sua vera intenzione: intrattenere nel modo più onesto possibile lo spettatore mescolando caos, umorismo nero e violenza.
Il regista ha una straordinaria gestione del tono e una mano invidiabile nella regia delle scene d’azione raggiungendo un ottimo climax. Il lavoro di Zobel riesce nell’intento anche grazie all’imponente presenza di Betty Gilpin (Crystal) fantastica nel ruolo di vendicatrice e di Hilary Swank come villain.

Tuttavia, il film si perde un pochino quando insiste nel dare spiegazioni troppo vaghe per giustificare il fattore scatenante della storia e del mondo in cui è ambientato. Alcune carenze si estendono alla protagonista, il cui background è evidente e ci si aspetta, senza esito, uno sviluppo minimo del personaggio che giustifichi minimamente la sua esilarante eccentricità.

The Hunt, nonostante sia un film preceduto da polemiche e controversie sulla sua presunta violenza e sulla supposta critica della classe politica attuale, offre un’ora e mezza di puro divertimento con una decina di minuti finali bestiali e noi possiamo solo elogiare questa piccola gemma del genere che, sebbene non contenga nulla di nuovo, fai il suo dovere con sufficiente fiducia nei propri mezzi per acquisire personalità e intrattenere più che degnamente lo spettatore.

Gabriela

Sintesi

The Hunt di Blumhouse diretto da Craig Zobel è una piccola gemma del genere, smaccatamente esagerato, maliziosamente divertente e squisitamente violento; un cocktail con tutte le dosi necessarie di sangue e morte per trasformare la pellicola in una festa per gli appassionati del genere mescolando caos, umorismo nero e violenza.

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