Loro 2 è tutto e altro rispetto a Loro 1, da noi qui recensito e criticato senza mezzi termini.
Loro 2, proprio nei giorni in cui Silvio Berlusconi torna ad essere candidabile avendo ottenuto la riabilitazione alla vita politica, mantiene in parte la promessa mancata in Loro 1 di dipingere un affresco sull’uomo, imprenditore e politico di successo che ha segnato e tuttora segna le questioni politiche e sociali della storia moderna del nostro Paese.
Se Loro 1 pecca nel non avanzare alcuna critica o riflessione sociale sul contesto di depravazione dei costumi, la prostituzione fisica e mentale, gli atteggiamenti, i pensieri e le speranze di Loro, che alla fine sono riusciti ad unirsi alla corte di Lui e che a Lui si sono asserviti, in Loro 2 Paolo Sorrentino ci parla di Lui, protagonista assoluto attraverso un formidabile Toni Servillo, contraddicendo titolo e struttura del film ed evidenziando ulteriormente i limiti della prima pellicola e la superflua suddivisione in due parti.
Loro 2 è dunque assolutamente Lui, il più grande venditore della storia italiana, l’uomo destinato alla solitudine perché mai ascolta, sempre intento a ciò che ha da dire per affabulare, persuadere e piazzare la vendita, l’anziano settantenne che vuole tornare ad essere giovane circondandosi di giovanissime, che vuole tornare Premier accaparrandosi voti di favore per far cadere il Governo e vincere nuovamente le elezioni, il marito innamorato di un amore ormai infranto e perduto per sempre, il vecchio bulimico di potere, vittorie e frenesie sessuali che non rinuncia a nulla riuscendo a perdere tutto.
Toni Servillo mette in scena una insuperabile caricatura farsesca di Berlusconi, ma è proprio nel cuore del grottesco ritratto di Sorrentino che emerge il giudizio severo ed irrimediabile su Berlusconi: un attore che ha perso il suo palcoscenico, che non ricorda più come si fa ad essere smagliante e vincente, che è consapevole di procedere verso un percorso autodistruttivo che lo porterà a perdere tutto e a coprirsi di ridicolo, che non vuole rinunciare all’amore di una vita ma si umilia a tal punto da accasciarsi per la stanchezza tra le braccia di una giovane donna.
Un uomo che si ritrova schiavo delle sue bramosie e non rispetta più se stesso, i suoi cari ed i suoi amici, che non riesce a frenarsi per concedersi la libertà e la serenità di cui avrebbe bisogno e che nell’intimo desidera più di ogni altra cosa.
Loro non esistono in Loro 2, ridotti soltanto a macchiette ridicole appena accennate, incapaci di cogliere il momento, finiscono col compiangersi non appena compreso che non può esserci alcun dialogo tra Loro e Lui, perché troppa è la distanza e chissà cosa avevano mai potuto sperare. Ed anche in questo Loro 2 supera nettamente Loro 1, offrendoci una seppur breve riflessione su Loro che nel primo capitolo era assente.
E poi ci siamo Noi, perché molto probabilmente come Loro anche Noi abbiamo un prezzo in un Paese che ha dimenticato etica e morale, dove prevale l’interesse particolare, dove onestà e dignità sono ormai dimenticate in nome di un posto al sole.
Loro 2 lascia onestamente poco se non la clamorosa interpretazione di Toni Servillo, tuttavia ci riconcilia con l’arte di Sorrentino e chiude in deciso crescendo l’escursione del regista premio Oscar nelle vicende personali e politiche del Cavaliere, una figura sin troppo complessa per Loro, per Lui ma probabilmente anche per essere raccontata attraverso il medium cinematografico.