Les Olympiades

Les Olympiades recensione film di Jacques Audiard con Lucie Zhang e Noémie Merlant [Cannes 74]

Les Olympiades recensione film di Jacques Audiard con Lucie Zhang, Makita Samba, Noémie Merlant, Jehnny Beth, Camille Léon-Fucien e Océane Cairaty

Zoomer in bianco e nero

Adattamento dai fumetti dello statunitense Adrian Tomine traslato nel tredicesimo arrondissement parigino, il nuovo film di Jacques Audiard è un rarissimo esempio di cinema diretto da un venerando autore 69enne che mette al centro i giovani ma il cui intento non è quello di giudicarli e far loro la predica. Così come Paul Verhoeven con il suo Benedetta, Audiard è un autore dall’energia propria degli esordienti, connesso alla contemporaneità e alla sua gioventù alle prese con la vita adulta che osserva con attenzione, acume e senza mai indulgere in facili giudizi.

Girato in un bianco e nero tagliente e iper contemporaneo, Les Olympiades sembra dialogare con The Worst Person in the World di Joaquim Trier nell’inquadrare i post adolescenti di oggi alle prese con il lavoro, i sentimenti e la realizzazione di sé. Coadiuvato alla scrittura da due firme apprezzatissime della nuova guardia francese (Céline Sciamma e Léa Mysius), Jacques Audiard è ancora più radicale nell’approccio del suo collega norvegese. I protagonisti del suo film sono infatti millennial e zoomer che abbracciano più o meno consapevolmente una rivoluzione sociale che vede il costrutto familiare venire sostituito da un individualismo di coppia e gruppo, che non scompare nemmeno nelle dinamiche amorose.

Lucie Zhang e Makita Samba
Lucie Zhang e Makita Samba (Credits: Memento Distribution/Festival de Cannes)
Noémie Merlant
Noémie Merlant (Credits: Memento Distribution/Festival de Cannes)

Il sesso diventa l’approccio conoscitivo per antonomasia, il punto di partenza (coreografato in maniera giocosa, sensuale, autenticamente eccitante) che funziona a meraviglia. Prima e dopo il coito arrivano le parole e i fraintendimenti. Intraprendente a letto, la gioventù francese fatica a trovare la giusta distanza con il partner, a dialogarci senza ferirsi, ad abbassare le proprie difese. I protagonisti della pellicola sanno vivere da soli, anche se non sempre hanno i piedi per terra e un’idea precisa del loro futuro. Si ritrovano in mezzo a una rivoluzione culturale che affrontano in maniera istintiva e fisica, ma di cui non sono forse mai consapevoli.

Jacques Audiard è un regista in eterno movimento

Il film li segue senza mai giudicarli (se non con un pizzico di scetticismo sulle app per incontri), facendoli incontrare tra le strade del quartiere e tra le lenzuola, con un dinamismo che rende ogni momento di dolore o gioia passeggero (così come nella realtà), gli adulti appena delle voci fuori campo o presenze passeggere, perché l’oggi e l’adesso sono loro, i giovani abitanti di Les Olympiades.

Jehnny Beth
Jehnny Beth (Credits: Memento Distribution/Festival de Cannes)
Lucie Zhang
Lucie Zhang (Credits: Memento Distribution/Festival de Cannes)

Il film di Audiard è puro movimento, è il divenire continuo delle nostre vite e delle nostre identità in continua ridefinizione, fotografo da una regia al solito splendida, capace di sublimare le emozioni dei personaggi e di far risaltare il lavoro degli interpreti al meglio. Meriterebbero tutti una menzione, ma vi segnaliamo almeno due nomi: Lucie Zhang e Noémie Merlant. La prima è una sorpresa, un volto nuovo che interpreta una ragazza di origini cinesi dall’atteggiamento spavaldo ma dall’identità culturale (cinese, francese, cosmopolita) in continuo corso di mediazione. La seconda, lanciata dal bellissimo Ritratto della giovane in fiamme, si rivela ancora una volta una specialista di ruoli queer trattenuti, lasciando sobbollire il suo desiderio saffico fatto di sguardi interrogativi, prima di metterlo in atto. La colonna sonora elettro-pop è il perfetto tappeto musicale per un film che conferma la maestria di Audiard.

Bisogna controllare la carta d’identità di Audiard per sincerarsi della sua età anagrafica. Difficile desumerla dalla partecipazione con cui ritrae i giovani francesi a colpo d’occhio, mantenendo un impressionante equilibrio tra la voglia di empatizzare con loro e la richiesta di non esprimere giudizi nell’illustrare il loro mondo.

Come sempre Jacques Audiard è una garanzia.

Sintesi

Il nuovo film di Jacques Audiard è un rarissimo esempio di cinema che mette al centro i giovani rivelandosi connesso alla contemporaneità e alla sua gioventù, alle prese con la vita adulta che osserva con attenzione, acume e senza mai indulgere in facili giudizi. Girato in un bianco e nero tagliente e iper contemporaneo, Les Olympiades inquadra i post adolescenti di oggi alle prese con il lavoro, i sentimenti e la realizzazione di sé, in un film di puro movimento che rappresenta il divenire continuo delle nostre vite e delle nostre identità in continua ridefinizione, fotografo da una regia splendida capace di sublimare le emozioni dei personaggi.

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