Undine

Undine recensione film di Christian Petzold con Paula Beer [Anteprima]

Undine recensione film di Christian Petzold con Paula Beer, Franz Rogowski, Maryam Zaree e Jacob Matschenz

Il 24 settembre arriva nelle nostre sale, distribuito da Europictures, il film tedesco Undine, che al Festival di Berlino dove è stato presentato lo scorso marzo ha vinto il Premio della Critica e l’Orso d’Argento per l’attrice protagonista Paula Beer. Il film è scritto e diretto da Christian Petzold, noto regista tedesco attivo ormai da più di vent’anni, che già si era fatto notare per altre pellicole con una forte protagonista femminile come La scelta di Barbara o La donna dello scrittore. Il titolo del film è in effetti lo stesso nome della sua protagonista, che si riallaccia esplicitamente a una figura del folclore germanico già esplorata in un celebre racconto ottocentesco dello scrittore Friedrich de La Motte Fouqué.

La giovane Undine lavora come storica presso il Märkisches Museum di Berlino, con il compito è spiegare ai visitatori i plastici che raffigurano la città nei suoi progressivi stadi evolutivi. La prima scena del film – la prima inquadratura – la mostra essere improvvisamente lasciata dal compagno Johannes per un’altra donna in un piccolo bar accanto al museo. Undine attende invano che Johannes torni a chiederle scusa nello stesso bar in cui l’ha lasciata, ma così facendo incontra per caso l’amichevole sommozzatore Christoph, con cui si crea amore a prima vista.

Undine ricostruisce la sua vita come Berlino ha ricostruito molteplici volte se stessa, alternandosi fra la città e la diga di provincia dove è impiegato il nuovo fidanzato, ma una sera Christoph la chiama infuriato perché si sente tradito da lei, dal momento che non gli ha mai rivelato l’esistenza di Johannes, innescando una serie di eventi con una conclusione decisamente soprannaturale.

Paula Beer
Paula Beer
Paula Beer
Paula Beer

Undine è un film decisamente atipico, con un insolito equilibrio fra alcuni aspetti moderatamente interessanti e ben riusciti ed altri passaggi scontati e al tempo stesso poco motivati, soprattutto per quanto riguarda la sottotrama soprannaturale-mitologica della pellicola. Il suo maggiore punto di forza sta sicuramente nella protagonista, sia per la scrittura del personaggio che per la graziosissima interpretazione che ne dà Paula Beer, già vincitrice del Premio Marcello Mastroianni come migliore attrice emergente per la sua interpretazione in Frantz di François Ozon.

Undine è un personaggio con cui è facile e immediato empatizzare, ma che al tempo stesso è scritto in una maniera non scontata, che ne rivela anche le contraddizioni, le piccole manie e delle moderate rigidità di pensiero con un particolare sapore di realismo. Lo stesso non si può dire del coprotagonista Franz Rogowski, che si limita ad interpretare con discreti risultati il ben più semplice e bonaccione Cristoph.

Paula Beer e Franz Rogowski
Paula Beer e Franz Rogowski
Undine recensione film di Christian Petzold con Paula Beer
Franz Rogowski

Undine ha una certa preziosità visiva, soprattutto nelle scene subacquee, grazie alla fotografia del tedesco Hans Fromm, le ripetute descrizioni dell’architettura di Berlino, benché un po’ troppo prolisse, hanno il loro senso nelle dinamiche del racconto e in una delle ultime scene si concede una gradevole e discreta citazione al classico La piscina di Jacques Deray; e tutta la parte centrale del film, da dopo che è scattato l’amore fra Undine e Cristoph fino a un misterioso incidente subacqueo che minaccia di chiudere in dramma il racconto, è piuttosto gradevole.

Il problema principale di Undine riguarda la trattazione dell’elemento soprannaturale-sirenesco, e alcune più saltuarie banalità nel raccontare le due storie d’amore che Undine stringe prima con Johannes e poi con Cristoph; siccome però questi difetti si concentrano verso l’inizio e verso la fine della trama, è tutto il film ad uscirne danneggiato. Senza l’elemento soprannaturale, Undine di per sé non avrebbe nessuna particolare pregnanza tematica, nessuna urgenza narrativa che giustifichi il racconto di questa storia piuttosto che di qualunque altra; al tempo stesso però l’elemento soprannaturale è disorganicamente legato al resto, né sembra che se fosse stato sviluppato meglio avrebbe avuto una maggiore giustificazione.

Undine si vede con piacere e il personaggio di Paula Beer resta in fretta, ma nel complesso la narrazione resta fuori fuoco e il simbolismo troppo ingenuo per renderlo un film significativo come poteva essere il più ponderato La scelta di Barbara.

Sintesi

Le contraddizioni, le piccole manie e le moderate rigidità di pensiero con un particolare sapore di realismo della sua protagonista Undine, brillantemente interpretata da Paula Beer, rendono l'opera di Christian Petzold gradevole e con un certa preziosità visiva, nonostante la trattazione dell’elemento soprannaturale sia legata disorganicamente al resto della narrazione.

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