The Tree of Life

The Tree of Life recensione

The Tree of Life recensione del film di Terrence Malick con Brad Pitt, Sean Penn, Jessica Chastain, Tye Sheridan, Fiona Shaw e Joanna Going

Terrence Malick è uno di quei pochissimi registi i cui film non sono mai meno che capolavori.
(Roger Ebert su Terrence Malick e The Tree of Life)

Partiamo da una semplice constatazione formale: quasi nessuna inquadratura del film è “statica”; innanzitutto perché la macchina da presa di Malick e del tre volte premio Oscar Emmanuel Lubezki è costantemente fluttuante, ondeggiante, alata, con un uso volontariamente esasperato del grandangolo che consente particolari effetti all’interno dell’inquadratura; ma anche perché le poche inquadrature a camera fissa si sforzano sempre di contenere una figura che si muove, fosse anche il velo di una tenda.

Tutto è in perenne divenire in The Tree of Life, il capolavoro di Terrence Malick, leggendario regista statunitense che nel 2011 con questa sua quarta opera si è portato a casa la Palma d’oro di Cannes. Un film dalla struttura mutevole e cangiante, che porta avanti una riflessione sulla vita in cui la pangenesi (l’origine e lo sviluppo dell’universo tutto) si intreccia con l’ontogenesi (l’origine e lo sviluppo delle specie animali) e con la filogenesi (l’origine e lo sviluppo dell’individuo). La parte visivamente più monumentale, quella relativa alla nascita e all’evoluzione dell’universo e dei pianeti, si intreccia con la storia della famiglia O’Brien, raccontata da un io narrante che generalmente corrisponde con la voce di Jack O’Brien. Jack è interpretato da Sean Penn, ma la sua presenza fisica sullo schermo è assai ridotta: il film si concentra nel mostrare soprattutto la sua infanzia, e il rapporto con i suoi genitori e i suoi due fratelli. Nella prima parte del film si narra – senza mai mostrarne le dinamiche – la notizia della morte del fratello diciannovenne: il film però si svilupperà senza un ordine temporale rigoroso, come un flusso di coscienza proustiano.

Brad Pitt in The Tree of Life
Brad Pitt in The Tree of Life

Fra gli attori chi spicca maggiormente nel film è Brad Pitt, che presta il volto al padre John in quella che probabilmente è la sua migliore interpretazione; ma è difficile da dimenticare anche la figura della madre (la signora O’Brien) interpretata da Jessica Chastain. Fra questi due poli si muove il mondo interiore di Jack, da bambino e da adulto, a cominciare proprio dalla sua costante riflessione circa il senso della vita: la madre rappresenta la Grazia, il padre invece la Natura, intesa come logica di sopraffazione e di dominio; dapprima Dio viene identificato come il padre crudele, poi questa figura sopraffatoria sembra cedere il posto alla madre.

Lungo tutto il film è palpabile la presenza di forti echi biblici, relativi in particolare al Libro di Giobbe e ai primi capitoli della Genesi, così come l’insinuarsi, sottotraccia, di riferimenti allo gnosticismo cristiano e alla filosofia di Heidegger. Tenendo a mente quello che padre Arpa diceva su Fellini, forse è Terrence Malick il vero “cantore della Grazia” del cinema occidentale, l’unico ad aver saputo trasporre con tanta maestria – il film è una delle migliori opere degli ultimi trent’anni, per non dire di sempre – tematiche di tale spessore spirituale innalzando la sala cinematografica a luogo laico di culto.

Hunter McCracken e Jessica Chastain
Hunter McCracken e Jessica Chastain
Brad Pitt, Jessica Chastain e Laramie Eppler
Brad Pitt, Jessica Chastain e Laramie Eppler

La colonna sonora, composta prevalentemente da musica sacra, accompagna tutto il film, nel quale particolare rilevanza assumono anche gli effetti speciali del veterano Douglas Trumbull (2001: Odissea nello Spazio, Star Trek). The Tree of Life rappresenta un esempio di “cinema di concetto” e cinema dello spirito i cui unici epigoni potrebbero essere i film di Andrej Tarkovskij e di Krzysztof Kieślowski, uno dei migliori esempi di come il cinema contemporaneo sia tutt’altro che “morto” e inferiore rispetto ai maestri.

La visione sul grande schermo, come avvenuto durante la Festa del Cinema di Roma nell’ambito di un percorso di cinema e spiritualità che vede incluso in programma anche Dersu Uzala – Il piccolo uomo delle grandi pianure di Kurosawa, è necessaria come per pochi altri film. Si fa più forte l’attesa per il prossimo progetto di Malick, The Last Planet, incentrato sulla vita di Gesù girato in buona parte in Italia, cosi’ come per A Hidden Life, presentato a Cannes lo scorso maggio, in arrivo in Italia nel 2020.

Ludovico

Sean Penn in The Tree of Life
Sean Penn in The Tree of Life

Sintesi

Tutto è in perenne divenire in The Tree of Life, il capolavoro di Terrence Malick, un film dalla struttura mutevole e cangiante che porta avanti una riflessione sulla vita in cui la pangenesi (l’origine e lo sviluppo dell’universo) si intreccia con l’ontogenesi (l’origine e lo sviluppo delle specie animali) e con la filogenesi (l’origine e lo sviluppo dell’individuo). Terrence Malick è il “cantore della Grazia” del cinema occidentale, l’unico ad aver saputo trasporre con tanta maestria tematiche di tale spessore spirituale innalzando la sala cinematografica a luogo laico di culto.

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Tutto è in perenne divenire in The Tree of Life, il capolavoro di Terrence Malick, un film dalla struttura mutevole e cangiante che porta avanti una riflessione sulla vita in cui la pangenesi (l’origine e lo sviluppo dell’universo) si intreccia con l’ontogenesi (l’origine e lo sviluppo delle specie animali) e con la filogenesi (l’origine e lo sviluppo dell’individuo). Terrence Malick è il “cantore della Grazia” del cinema occidentale, l’unico ad aver saputo trasporre con tanta maestria tematiche di tale spessore spirituale innalzando la sala cinematografica a luogo laico di culto.The Tree of Life recensione