The Haunting of Hill House

The Haunting of Hill House recensione serie TV [Netflix]

The Haunting of Hill House recensione serie TV Netflix creata da Mike Flanagan con Michiel Huisman, Carla Gugino, Timothy Hutton, Henry Thomas, Oliver Jackson-Cohen, Kate Siegel e Victoria Pedretti

Spesso pensiamo che il nostro passato non ci appartenga più, l’essere umano tende a dimenticare in fretta e più passa il tempo più i nostri mostri ci sembrano lontani ricordi sepolti nei cassetti della memoria. Tutti, prima o poi, vengono catturati dalla loro Hill House e sono costretti a fare i conti con quei mostri.

Scritta e diretta da Mike Flanagan, The Haunting of Hill House è tratta dal romanzo di Shirley Jackson L’incubo di Hill House e ci trasporta all’interno della famiglia Crain, i cui membri – padre e 5 figli – vivono apparentemente in serenità ma celano nel proprio passato una traumatica esperienza collettiva legata a strane presenze nella loro vecchia casa. Il centro di tutta la serie sono proprio i personaggi che piano piano lo spettatore impara a conoscere: è molto funzionale la scelta in fase di sceneggiatura di utilizzare i primi cinque episodi per raccontare singolarmente i cinque figli protagonisti della vicenda, nella prima parte di stagione ogni personaggio viene sviscerato in ogni sua sfaccettatura e ciò serve anche a consegnare allo spettatore i pezzi del puzzle che col passare degli episodi si compone in tutti i suoi misteri.

Katie Parker
Katie Parker
Oliver Jackson-Cohen
Oliver Jackson-Cohen

I personaggi non vivono delle vere e proprie evoluzioni, ad ogni puntata a cambiare è il punto di vista dello spettatore che scopre sempre qualcosa di nuovo sugli eventi di ieri che influenzano fortemente l’oggi: la forza di The Haunting of Hill House risiede proprio nella solida capacità di sfruttare uno dei cliché horror più utilizzati, quello dei fantasmi e della casa infestata, per poi raccontare la drammatica storia di una famiglia incapace di fare pace con i traumi del passato. Non a caso inizialmente colpisce la freddezza dei rapporti umani tra familiari, la tipica sensazione di chi ha vissuto qualcosa di troppo grande per potersi guardare negli occhi come prima.

Ma c’è un sesto personaggio fondamentale, nonostante non sia una persona fisica. La casa di Hill House è infatti il vero e proprio burattinaio all’interno della storia. Come detto, la serie fa parte del filone horror delle case infestate ma Flanagan riesce a dare un preciso carattere all’abitazione che dà il titolo alla serie. Se l’Overlook Hotel di Shining, uno dei luoghi infestati per eccellenza, vive solo nel momento in cui ospita delle persone, Hill House controlla le sue prede a distanza sia fisica sia temporale. Quella grande e polverosa casa vive negli incubi e nella quotidianità dei nostri personaggi e più questi scacciano via tali ansie negandole e ignorandole, più essa influisce sulle loro vite.

Victoria Pedretti
Victoria Pedretti
Kate Siegel
Kate Siegel

Flanagan riesce a tenere alta la tensione in ogni momento della storia anche grazie ad una regia alle volte capace di complicati virtuosismi, come nel caso della sesta puntata, e che raramente cede alla tentazione dei jump scares che all’interno della serie sono centellinati per essere pochi ma memorabili. L’orrore messo in scena è quello del quotidiano in cui ogni mostro è il frutto delle nostre paure e quest’ultime sono messe in scena con grande efficacia, oltre a dare molta adrenalina e a creare una buona dose di paura in chi guarda, per dirci qualcosa in più sullo stato d’animo di chi è in scena: le paure del piccolo Luke (Julian Hilliard da giovane, Oliver Jackson-Cohen da adulto), ad esempio, raccontano molto bene la sua tossicodipendenza e ciò che questa significa per il personaggio.

Nonostante il genere ormai abusato, The Haunting of Hill House riesce a raccontare qualcosa di nuovo convincendo in molti dei suoi aspetti e dando nuova linfa all’horror seriale.

Andrea P.

Carla Gugino in The Haunting of Hill House
Carla Gugino in The Haunting of Hill House

Sintesi

Mike Flanagan dona nuova linfa all'horror seriale mettendo in scena l'orrore del quotidiano in cui i mostri sono frutto delle nostre paure, riprodotte sullo schermo con grande efficacia e una buona dose di adrenalina e paura.

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