Spirál

Spirál recensione film di Cecília Felméri con Alexandra Borbély [BFM 39]

Spirál è un dramma psicologico sospeso tra realismo e suspense, è una riflessione sulla capacità di “lasciar andare” il passato e di come i cicli della vita e della natura siano strettamente connessi. La recensione

Spirál recensione film di Cecília Felméri con Alexandra Borbély, Bogdan Dumitrache, Diána Magdolna Kiss, Dóra Uhrik, Veronika Szabó e Csaba Krisztik

Spirál è uno dei sette film presenti alla Mostra Concorso del Bergamo Film Meeting di quest’anno. Diretto da Cecília Felméri, assistente all’Università Sapentia di Cluj-Napoca e vicepresidente della Hungarian Film Association of Transylvania, Spirál è il suo lungometraggio d’esordio che ha presentato durante il festival bergamasco affermando:

Lo stile del film è organico alla storia raccontata. In tal modo, viene presentato uno dei temi essenziali: ognuno vive nel proprio mondo; ognuno vive la propria vita; non possiamo mai sapere con precisione cosa sta provando l’altra persona. L’attenzione rimane costantemente sui tre personaggi principali e, attraverso di loro, ci allontaniamo dall’osservazione realistica degli eventi. I protagonisti abitano tutti nel proprio mondo, vivendo gli eventi della vita quotidiana secondo i personali stati d’animo. […] Ciò che lo spettatore vede non è la realtà oggettiva, ma sperimenta la percezione delle cose di un determinato personaggio. I vari movimenti della macchina da presa, i colori, l’illuminazione, le texture, i suoni e altri strumenti espressivi del linguaggio cinematografico sono collegati a ogni protagonista, riflettono le loro impressioni della realtà […] Così ogni scena rispecchia sempre il mondo di un personaggio specifico; non esiste una prospettiva narrativa esterna e onnisciente. […] Il ritmo del film è in armonia con gli stati emotivi dei personaggi. Talvolta è calmo come il ritmo della vita intorno al lago; talvolta accelera quando la storia si fa più drammatica.
(Cecília Felméri su Spirál)

Diána Magdolna Kiss
Diána Magdolna Kiss (Credits: Spirál Film/Hai Hui Entertainement/Vertigo Média Kft.)

Spirál: la trama

Bence (Bogdan Dumitrache) e Janka (Diána Magdolna Kiss) vivono in una vecchia casa sulla riva di un lago guadagnandosi da vivere gestendo le attività di pesca. Il protagonista ha ereditato la proprietà dal padre, il quale annegò misteriosamente nel lago. Nonostante i fatti drammatici che segnano la storia di quel luogo, il lago appare ancora come un paradiso immerso nella natura.

Il lungometraggio segue la relazione della coppia nel corso delle quattro stagioni, mostrando il lento deterioramento del loro rapporto a cui segue la morte misteriosa dei pesci nel lago, unico sostentamento dei personaggi. Spirál è un dramma psicologico sospeso tra realismo e suspense, è una riflessione sulla capacità di “lasciar andare” il passato e di come i cicli della vita e della natura siano strettamente connessi.

Bogdan Dumitrache
Bogdan Dumitrache (Credits: Spirál Film/Hai Hui Entertainement/Vertigo Média Kft.)

Vita, morte e rinascita: una spirale continua

Il lungometraggio di Felméri è un’opera di finzione che riflette sull’immagine mitologica della spirale: nulla ha una fine o un inizio, ma tutto è un continuum. La doppia spirale è l’oggetto dell’ascesa e della discesa degli aspetti opposti di ogni energia nel cosmo: la spirale bianca ha inizio dove finisce quella nera e viceversa. Vita, morte e rinascita si susseguono costantemente all’interno di Spirál dove ogni morte ha una rinascita metaforica per i suoi protagonisti e ogni nuovi inizio nasconde una fine.

La regista rumena ci conduce all’interno dell’opera mostrandoci il luogo dove vivono Bence e Janka riflesso nelle acque del lago. Un paradiso naturale in cui tutto è calmo e tranquillo, regolato da ritmi naturali, ma la natura è bella quanto impietosa, così quel lago, che è fonte di vita, è al contempo motivo di morte.
Esso regola la vita dei protagonisti, è la ragione del loro sostentamento nutritivo ed economico, ma sarà anche il motivo del logorarsi della loro relazione.

Spirál recensione film di Cecília Felméri con Alexandra Borbély
Spirál di Cecília Felméri con Alexandra Borbély, Bogdan Dumitrache e Diána Magdolna Kiss (Credits: Spirál Film/Hai Hui Entertainement/Vertigo Média Kft.)

Bence e Janka erano due insegnanti di biologia prima di decidere di lasciare la città dopo la morte del padre di Bence. Tuttavia il passare del tempo ha allontano i due amanti, portandoli a desiderare un futuro diverso. Dopo la proposta di matrimonio di Bence, Janka inizia a diventare sempre più insofferente all’isolamento in cui vivono, passando la maggior parte del tempo a cercare un luogo dove c’è campo per riuscire a telefonare. Il motivo delle telefonate ci viene svelato dalla stessa protagonista che comunicherà al compagno di aver fatto domanda in una scuola per riprendere il suo ruolo di insegnante. Nel mentre la natura intorno a loro riflette gli eventi come uno specchio distorto. L’allontanamento definitivo di Janka segnerà per il compagno un momento di immobilità e rifiuto, fino a che la vita non ripartirà. Un nuovo inizio perverso nel costatare che ogni cosa ha un suo doppio e che tutto è stranamente collegato.

Luci e ombre, vita e morte si alternano nel corso del lungometraggio in un costante crescendo, lasciandoci spaesati davanti a un opera narrativa che colpisce per il realismo delle immagini e la suspense della narrazione, fino ad assume le sfumature dell’horror. La macchina da presa osserva la natura circostante alla casa di Bence, i movimenti dei due protagonisti e i loro sguardi, restituendo agli spettatori un senso di attesa drammatico e terrificante che, unendosi ai richiami costanti alla morte, fa presupporre un finale tragico e brutale. Tuttavia, Felméri sceglie di raccontare una narrazione nuova lasciandoci spaesati davanti a un susseguirsi di eventi su cui gli stessi personaggi non hanno controllo o si rifiutano di prendere coscienza di ciò che sta avvenendo.

Spirál affronta il tema del dolore, della perdita, delle relazioni di coppia, della morte e della vita in un racconto che si fa espressione di un nuovo sguardo sulla realtà nei suoi aspetti più drammatici.

Sintesi

Spirál è un lungometraggio di Cecília Felméri, in cui vita, morte e rinascita si intrecciano in una spirale infinita. Un film che colpisce per il realismo delle immagini, la suspense della narrazione e che ci offre uno sguardo tutto nuovo su temi quali la vita, la morte, la perdita e le relazioni di coppia.

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