Raftis

Raftis recensione film di Sonia Liza Kenterman [BFM 39]

Raftis recensione film di Sonia Liza Kenterman con Dimitris Imellos, Tamila Koulieva, Thanasis Papageorgiou e Stathis Stamoulakatos

La mostra concorso del Bergamo Film Meeting presenta ogni anno sette lungometraggi di fiction inediti in Italia scelti per l’originalità linguistica e narrativa con cui affrontano i temi della contemporaneità. I film selezionati concorrono al premio finale assegnato ai tre migliori film della selezione sulla base delle preferenze espresse dal pubblico. Al film vincitore andrà un riconoscimento del valore di cinquemila euro, istituito come sostegno rivolto alle produzioni che investono nei giovani autori e nel cinema indipendente. La giuria internazionale è presieduta da Martha Otte e composta da Dominique Carbera e Luciano Barisone, i quali assegneranno il premio per la miglior regia.

Quest’anno sono stati selezionati per la Mostra: Un vie démente di Raphaël Balboni (Belgio), Ghost Tropic di Bas Devos (Belgio e Paesi Bassi), Spiral di Cecilia Felméri (Romania e Ungheria), Pur Mjesec di Nermin Hamzagic (Bosnia Erzegovina), Raftis di Sonia Liza Kenterman (Grecia, Germania e Belgio), Adventures of a Mathematician di Thor Klein (Germania, Polonia e Regno Unito) e Rivale di Marcus Lenz (Germania).

Raftis di Sonia Liza Kenterman
Raftis di Sonia Liza Kenterman (Credits: Argonauts/Elemag Pictures)

Il primo film che abbiamo deciso di vedere tra le opere sopra citate è Raftis, film del 2020 realizzato da Sonia Liza Kenterman, regista e sceneggiatrice nata ad Atene nel 1982. Kenterman ha conseguito un master in regia alla London Film School, studiando all’Arts Theatre School of Drama e alla Stavrakos Film School, e suoi primi cortometraggi – Nicoleta e White Sheet – sono stati selezionati in più di sessanta festival di tutto il mondo. Raftis è il suo primo lungometraggio realizzato da una produzione greco-tedesca-belga nel 2020. La decisione di prediligere questa pellicola come visione rispetto alle altre in concorso è stata dettata dalle parole di Sonia Liza Kenterman nel descrivere il suo lavoro:

«Il tema che ha più influenzato i miei film è l’emarginazione. Sono profondamente affascinata dai personaggi considerati come dei perdenti dalla società e dalle loro famiglie, da chi subisce una grande perdita, ma riesce a liberarsi e a sopravvivere durante una crisi personale e sociale. Così è nata la storia di Raftis: un’allegoria contemporanea di un uomo qualunque in lotta contro avversità apparentemente insormontabili. Combatte contro i problemi economici, ormai arrivati a un punto di non ritorno, per reinventarsi e mantenere vivo il suo mestiere. Un uomo che sta perdendo tutto trova il suo futuro proprio tra chi non possiede niente. Raftis è una commedia drammatica: una storia personale affrontata con umorismo e coraggio

Dimitris Imellos
Dimitris Imellos (Credits: Argonauts/Elemag Pictures)

Raftis: la trama

Raftis è ambientato durante la crisi economica in Grecia. Racconta la storia del sarto Nikos (Dimitris Imellos), un uomo sulla cinquantina in difficoltà ad adattarsi al mondo circostante. Ha ereditato la gestione della sartoria paterna, negozio di cui è inquilino, rassegnato davanti alle difficoltà economiche. Le banche si stanno impossessando della sartoria a causa dell’impossibilità di Nikos e il padre di restituire i prestiti. La malattia del padre si aggrava ulteriormente e Nikos deve trovare il modo di reagire. Egli reinterpreta fantasiosamente il suo lavoro: costruisce un originale carretto – una sartoria su ruote – e percorre le strade di Atene per vendere la merce. Dopo un inizio difficoltoso, l’attività ingrana: troverà successo specializzandosi nella confezione di abiti da sposa, unici e al contempo poco costosi, poiché fatti con stoffe di riciclo, venduti nella periferia più povera della città. L’uomo riuscirà così a reinventarsi e a trovare finalmente un posto nel mondo.

Una fiaba contemporanea

C’è un eroe impacciato e solitario, un orco cattivo, un aiutante carismatico e una fanciulla rinchiusa in una torre. È una fiaba antica che si plasma nelle mani di Sonia Liza Kenterman in un ritratto della Grecia distrutta dalla crisi economica, un orco che distrugge la vita di tutti portandosi via ogni cosa. Purtroppo, a differenza delle fiabe, sconfiggere un orco non è facile e l’unica grande avventura possibile è una sfida con noi stessi per sopravvivere alle avversità. È ciò che farà il protagonista di Raftis, eroe eccentrico di questo delicato racconto: affronterà incertezze e paure confrontandosi con un padre autoritario e con i suoi stessi limiti. Nikos è un uomo cresciuto all’interno di un prestigioso negozio di sartoria, dove uomini ricchi e importanti si recavano per comprare gli abiti con la lana e i tessuti più pregiati, un mondo che è svanito lasciandolo senza sostentamento e privandolo dell’unica realtà che conosceva. Sonia Liza Kenterman conduce il protagonista in un viaggio per le strade di Atene, un tragitto non privo di ostacoli, ma che permetterà a Nikos di trovare il suo nuovo posto del mondo. Il viaggio di Nikos nella periferia ateniese è metafora della sua crescita come artigiano e come uomo.

Raftis recensione film di Sonia Liza Kenterman
Dimitris Imellos e Tamila Koulieva in Raftis di Sonia Liza Kenterman (Credits: Argonauts/Elemag Pictures)

L’opera di Kenterman si apre con le immagini di macchine da cucire, forbici, bobine, tessuti e fili, pian piano tutto prende vita nelle mani precise del protagonista, ma una volta che la musica si ferma e la macchina da cucire non segna più il tempo, Nikos è solo in un negozio vuoto e silenzioso. A irrompere nella quotidianità del protagonista è una bambina, figlia di Olga (Tamila Koulieva), vicina di casa e successivamente aiutante del negozio che si invaghirà, corrisposta, di Nikos. Egli si avvicinerà alla moda femminile, specializzandosi, per caso e fortuna, come sarto per la realizzazione di un abito da sposa.

Il lavoro di Nikos viene accompagnato dalla colonna sonora composta di dolci e lievi leitmotiv che restituiscono tutta la magia delle sue creazioni. I vestiti sono capaci di rendere felice coloro che li indossano perché creati apposta per loro, esprimendo al meglio personalità e fantasia. Nikos si trasforma in una fata turchina contemporanea, viaggiando su una zucca che pian piano si trasforma in carrozza. Il carretto da lui realizzato per lavorare, e che inizialmente viene trasportato a mano, cambia ed evolve così come Nikos, mentre esso diverrà più grande fino alla sostituzione con un vero camion/sartoria su ruote, il protagonista troverà un nuovo modo di essere felice: rendere felice gli altri, abbandonando un passato buio e grigio segnato da sofferenza e incertezza, verso un orizzonte sempre più colorato e luminoso.

Sintesi

Una fiaba dolceamara per imparare a credere in noi stessi nonostante le difficoltà e avere il coraggio di cambiare.

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