Spaccaossa recensione film di e con Vincenzo Pirrotta, Selene Caramazza, Aurora Quattrocchi, Ninni Bruschetta, Simona Malato e Luigi Lo Cascio
In una provincia di Palermo, semi fatiscente, ci sono degli uomini che per guadagnarsi da vivere rompono letteralmente le ossa (da qui il titolo Spaccaossa) alle persone per intascarsi i soldi dell’assicurazione a seguito di falsi incidenti, a volte anche stradali. Un vero e proprio business, che però rischierà di portare più di un grattacapo ai partecipanti, grazie all’inserimento, nella loro attività illegale, di una ragazza tossicomane (Selene Caramazza).
Vincenzo Pirrotta all’esordio alla regia in un lungometraggio cinematografico, presentato all’ultima edizione delle Giornate degli Autori tra le proiezioni Notti Veneziane durante la 79° Mostra del Cinema di Venezia (però già attivo come attore, tra i tanti: Noi credevamo, Il traditore e Il primo re) decide di mettere in scena una storia cruda e attuale che non fa sconti a nessuno, dove tutti sono colpevoli di un male insanabile. In un mare di ingiustizie sociali ed economiche, questi uomini sono stati costretti a passare all’illegalità per provare a sopravvivere, in una terra già di per sé ostile e incline alla malavita.
Quando sembra che la situazione stia per migliorare per i protagonisti, alcuni eventi fanno svanire la speranza di una vita migliore e i due sono costretti a infrangere nuovamente la legge: nemmeno la giovinezza e lo spirito libero della ragazza coprotagonista potrà fermare l’inevitabile discesa nella disperazione.
Con Spaccaossa il regista racconta con buone intenzioni uno spaccato di vita possibile, non riuscendo però a far convivere l’animo straziante della sceneggiatura (scritta a più mani e che segnala la collaborazione del duo comico siciliano Ficarra e Picone, da un po’ di tempo attivi anche nel panorama cinematografico d’essai italiano) e la resa filmica.
Alcuni guizzi registici ci sono indubbiamente, si vede che Pirrotta ha mano nel filmare, nonostante ciò il film oscilla tra l’approssimazione e la prevedibilità. Le pur buone prove attoriali (su tutte quelle dello stesso Pirotta e Selene Caramazza, che regala sul finale sbrigativo uno dei momenti più riusciti del lungometraggio) non bastano ad innalzare il film dal marasma generale dove (purtroppo) vengono confinati tanti esordi, che peccano di presunzione volendo sin da subito imporsi come impegnati e umanamente profondi.
A Pirrotta se non altro va dato il merito di non aver edulcorato il mondo che vuol descrivere, la Sicilia di Spaccaossa è per certi versi fin troppo realistica, non c’è spazio per la fantasia. Non avrebbe avuto senso dipingere i protagonisti di questa tragedia come dei personaggi usciti da qualche cartone animato sopra le righe.
Spaccaossa è un film lucido, ma che non riesce fino in fondo ad essere coerente con quello che voleva descrivere, incespica nel momento in cui la narrazione non sa che scelte compiere. A chi è rivolto questo lungometraggio? Al circuito popolare o a quello d’essai? Difficile saperlo.
Purtroppo, Spaccaossa è un esordio che non suscita scalpore in quanto tratta un argomento importante, ma in modo superficiale e caotico. Gran peccato considerando il buon punto di partenza. L’augurio è che questa storia possa essere nuovamente trasposta, perché ha senza alcuna ombra di dubbio più di un elemento accattivante.