Dante

Dante recensione film di Pupi Avati con Sergio Castellitto [Anteprima]

Dante recensione film di Pupi Avati con Sergio Castellitto, Alessandro Sperduti, Alessandro Haber, Enrico Lo Verso, Valeria D’Obici e Carlotta Gamba

Pupi Avati è uno di quei registi in grado di dirigere opere di un certo impegno. Lo ha dimostrato in passato. Nella sua sterminata filmografia (ha all’attivo ben cinquantaquattro lungometraggi) troviamo titoli come: Una gita scolastica (1983), Regalo di Natale (1986), Storia di ragazzi e di ragazze (1989) e Il papà di Giovanna (2008), solo per citare alcuni titoli. Ma Avati è stato anche in grado di raccontare alcune storie dell’orrore, il cult La casa dalle finestre che ridono (1976) è ancora oggi considerato uno dei suoi  migliori lavori.

Il regista bolognese (classe 1938) era da anni che voleva realizzare un film sulla figura del sommo Dante Alighieri. La prima stesura del soggetto la scrisse nel 2003, poi, in seguito ha diretto altri lungometraggi tra cui Il cuore altrove (2003) fino ad arrivare a Lei mi parla ancora (2021). Infatti, Dante, il suo ultimo lavoro, ripercorre la vita, seppur a tratti, del grande poeta e scrittore fiorentino, attraverso gli occhi di Giovanni Boccaccio, interpretato da Sergio Castellitto. Il film, sceneggiato dallo stesso Avati, è tratto dal suo libro L‘alta fantasia – Il viaggio di Boccaccio alla scoperta di Dante.

Sergio Castellitto
Sergio Castellitto (Credits: DueA Film)
Alessandro Sperduti
Alessandro Sperduti (Credits: ph Bravini/DueA Film)

È chiaro fin da subito che Pupi Avati non si vuole addentrare nella stesura della Divina Commedia, ma bensì sul rapporto tra Dante Alighieri e Giovanni Boccaccio, in particolar modo il viaggio che quest’ultimo compie. Lo scrittore fiorentino è incaricato dalla Compagnia dei Laudesi di portare dieci fiorini a Suor Beatrice (Valeria D’Obici), la figlia dell’Alighieri, chiamata in onore della sua musa ispiratrice, morta giovanissima, che continuò ad amare fino alla fine dei suoi giorni. Il viaggio che Boccaccio compie per raggiungere la suora è l’occasione per visitare i luoghi dove Alighieri ha soggiornato e di far la conoscenza con le persone che hanno avuto modo di conoscerlo. Inoltre, assistiamo ad alcune scene che ripercorrono la sua infanzia e adolescenza per arrivare all’incontro con la sua Beatrice (Carlotta Gamba).

A dare anima e corpo a Dante Alighieri da giovane troviamo Alessandro Sperduti (Una questione privata, Tre piani, I cassamortari), mentre da anziano è interpretato da Giulio Pizzirani, attore feticcio di Pupi Avati, che ha lavorato con lui nei suoi primi lungometraggi. Per l’occasione il regista bolognese ha chiamato a raccolta alcuni degli attori con cui ha avuto modo di lavorare nei suoi precedenti lavori, tra cui Alessandro Haber, Gianni Cavina, Valeria D’Obici e tanti altri.

Carlotta Gamba
Carlotta Gamba (Credits: ph Locchi/DueA Film)
Dante di Pupi Avati con Sergio Castellitto e Alessandro Sperduti
Dante di Pupi Avati con Sergio Castellitto e Alessandro Sperduti (Credits: DueA Film)

La ricostruzione storica è curata nei minimi dettagli, soffermandosi prevalentemente sulla prima parte di vita di Dante, l’incontro con la sua amata Beatrice, l’amicizia con Guido Cavalcanti (Romano Reggiani), il matrimonio con Gemma Donati fino ad arrivare al suo esilio. Avati ha avuto modo di collaborare durante la stesura della sceneggiatura con alcuni storici, studiosi di Alighieri, che lo hanno aiutato a rendere credibile il racconto ambientato del 1300.

A ottantatré anni suonati Pupi Avati continua a dirigere lungometraggi, confermandosi ancora una volta un regista versatile, capace di passare da diversi generi. Lo ha fatto cimentandosi con opere che hanno come tema il soprannaturale, ma anche raccontando con grande nostalgia la Bologna degli Anni Trenta o Quaranta. In Dante vi è la capacità di saper raccontare con grande delicatezza la figura dell’uomo che ha dato lustro alla lingua italiana nel mondo.

Dante è un’opera da annoverarsi tra le migliori dirette da Pupi Avati, capace di trasporre sullo schermo il dolore, l’amore che il sommo Dante Alighieri ha vissuto nella propria vita, mostrando alcuni tra gli eventi più importanti vissuti dal poeta fiorentino, grazie alla presenza di un cast di prim’ordine, tutti in parte, di una sceneggiatura che non tralascia nessun dettaglio e di una scenografia in grado di immergerci nell’atmosfera dell’epoca.

Sintesi

Pupi Avati racconta con grande delicatezza la figura dell'uomo che ha dato lustro alla lingua italiana nel mondo, trasponendo sullo schermo il dolore e l'amore che il sommo Dante Alighieri ha vissuto nella propria vita, attraverso un cast di prim'ordine e una scenografia in grado di immergerci nell'atmosfera dell'epoca.

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