Scream (2022) recensione film di Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett con Neve Campbell, Courteney Cox, David Arquette, Melissa Barrera e Kyle Gallner
L’incubo di Scream è tornato. Venticinque anni dopo i brutali omicidi avvenuti a Woodsboro, in California, un nuovo assassino è tornato. Usando la stessa maschera di Ghostface, il nuovo aggressore inizia ad attaccare un gruppo di adolescenti per far emergere i segreti della cittadina.
L’età d’oro di questo tipo di storie la troviamo tra la fine degli anni ’70 e la fine degli ’80, tuttavia, nel 1996 uscì un film che, in qualche modo, presentava una storia che avrebbe mantenuto gli spettatori in tensione. Durante la visione del film lo scopo principale del killer era solo uno: far urlare le vittime.
La saga di Scream è una delle più amate dagli amanti degli horror. Il maestro Wes Craven iniziò con il rivoluzionario primo capitolo negli anni 90 e, dopo il grande successo ottenuto, seppe riconfigurare il genere slasher adattandolo alle correnti moderne.
Scream (2022) è il quinto dei film ed i registi Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett, per rispettarne la legacy, riportano sullo schermo il cast originale – Neve Campbell, David Arquette e Courteney Cox – che si amalgama perfettamente con i nuovi protagonisti.
La trama non è molto diversa dalle precedenti. Una giovane donna torna nella sua città natale e scopre una serie di morti legate ad un assassino che già anni prima aveva terrorizzato la popolazione.
Il genere horror generalmente funziona meglio con una storia unica che con le saghe, ma con le dovute eccezioni. Se l’opera colpisce sia il pubblico che la critica c’è la tendenza, sempre più in voga, di realizzare sequel, spin-off e prequel. Ideare un nuovo capitolo può assicurare un certo successo tra gli spettatori ma non garantisce sempre un prodotto di qualità. Scream (2022) ci è riuscito.
La sceneggiatura di James Vanderbilt e Guy Busick pone in perfetto equilibrio paure e commenti esilaranti sugli horror moderni. Si prende gioco di se stesso perché i personaggi discutono sulle regole di comportamento su cosa fare o non fare in un horror per poter sopravvivere.
Oltre a umorismo ed ironia siamo dinanzi ad un film con calibrati momenti di agitazione e qualche spavento ben gestito. Non mancano colpi di scena e morti violente. Anche questa volta il mistero è scoprire chi è il nuovo assassino che segue lo stesso modus operandi, sempre vestito con la caratteristica maschera ispirata a L’urlo di Edward Munch.
La pellicola trae molta ispirazione dall’originale con battute autoreferenziali che attutiscono, in determinati momenti, la tensione. Ma, nonostante qualche scontatezza, onora magnificamente l’eredità del primo film. Porta un nuovo tono fresco e violento alla saga con una carica di amore e nostalgia verso l’originale. Non mancano sorprese, terrore e soprattutto sangue in abbondanza. Cosa chiedere di più ad un seguito?
Un omaggio volto soprattutto ai fan. E Wes Craven ne sarebbe orgoglioso.