Monica Vitti, in ricordo di una delle icone del cinema italiano [Throwback Thursday]

Ci ha lasciati una delle più grandi attrici italiane di sempre: Monica Vitti. Da L’avventuraLa ragazza con la pistola, Scandalo segretoL’altra metà del cielo, la ricordiamo attraverso i suoi film

Monica Vitti ci ha lasciati ieri 3 febbraio, all’età di 90 anni: una delle attrici migliori nella storia del cinema italiano, simbolo della commedia italiana, ambito solitamente popolato da attori uomini.
La sua verve, il suo fascino e il suo talento cristallino le hanno permesso di vincere numerosi premi in carriera, a testimonianza della grande attrice che era e che sarà per sempre. La ricordiamo oggi nella nostra rubrica Throwback Thursday.

Monica Vitti (il cui vero nome era Maria Luisa Ceciarelli) nasce il 3 novembre 1931 a Roma, da padre romano e madre bolognese. Per circa 8 anni visse a Messina e si avvicinò al mondo del teatro durante la guerra, quando giocava coi burattini, per far divertire i suoi fratelli più piccoli. Nel 1953 si diplomò all’accademia nazionale d’arte drammatica e iniziò definitivamente la sua attività teatrale, dimostrando, ogni volta, un’eccezionale versatilità. Fu proprio in questi anni che decise di assumere il nome d’arte di Monica Vitti.

Alla fine degli anni Cinquanta, si avvicinò al mondo del cinema e, dopo qualche apparizione minore in alcune pellicole comiche, venne notata dal regista Michelangelo Antonioni, col quale intrecciò una relazione artistica e sentimentale. Monica Vitti ne fu la musa, diventando la protagonista della famosa tetralogia “dell’incomunicabilità”, composta da L’avventura (1960), La notte (1961), L’eclisse (1962) e Deserto rosso (1964).

Deserto rosso
Deserto rosso (1964)
La ragazza con la pistola
La ragazza con la pistola (1968)

Ma la sua carriera comica esplode grazie a Mario Monicelli, che mette in risalto la sua verve, dirigendola in La ragazza con la pistola (1968), dove interpreta Assunta Patanè. La pellicola ebbe un enorme successo, che consolidò la carriera dell’attrice. Ma soprattutto, questo ruolo fu la sua svolta: dopo molti ruoli drammatici, finalmente viene esaltata da Monicelli per la sua parte ironica e viene lanciata definitivamente nel panorama internazionale.

Negli anni Sessanta continuano le pellicole di grande successo, come con Il disco volante, Modesty Blaise – La bellissima che uccide, Ti ho sposato per allegria e La cintura di castità.

Negli anni Settanta, invece, si consolida la sua carriera con Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca) di Ettore Scola, Gli ordini sono ordini di Franco Giraldi La Tosca di Luigi Magni. Negli stessi anni diventa anche la protagonista di diverse pellicole del filone della commedia all’italiana, spesso accanto ad Alberto Sordi. Saranno proprio questi i film che avvicineranno Monica Vitti al grande pubblico, facendola diventare anche un’icona nazional-popolare.

Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca)
Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca) (1970)

Occorre ricordare anche la sua performance in Ninì Tirabusciò, la donna che inventò la mossa (1970), pellicola diretta da Marcello Fondato, per la quale l’attrice porta a casa uno dei sui cinque David di Donatello in carriera come miglior attrice protagonista.

La sua fu anche una carriera internazionale: molti registi importanti la vollero nei loro film, come Jean Valère ne La donna scarlatta, Luis Buñuel ne Il fantasma della libertà e André Cayatte in Ragione di stato.

Gli anni Ottanta furono la decade dedicata al grande cinema italiano e Monica Vitti prese parte a film che fecero la storia del cinema italiano come Il mistero di Oberwald di Michelangelo Antonioni, Io so che tu sai che io so di Alberto Sordi, Camera d’albergo di Mario Monicelli e Flirt di Roberto Russo, pellicola per la quale vinse un premio al Festival di Berlino.

Ninì Tirabusciò, la donna che inventò la mossa
Ninì Tirabusciò, la donna che inventò la mossa (1970)
Io so che tu sai che io so
Io so che tu sai che io so (1982)

Nel 1990 fu regista e interprete del film Scandalo segreto, che decreta la sua ultima apparizione sul grande schermo. Nel 1995, invece, ricevette il Leone d’Oro alla carriera a Venezia.

Nel 2000 partecipa ai festeggiamenti per gli ottant’anni di Alberto Sordi e, nel 2001, viene ricevuta al Quirinale, insieme ai premiati per il David di Donatello. In questi anni decide di ritirarsi dalle scene e a vita privata, a causa delle sue condizioni di salute.

Monica Vitti è morta a Roma, all’età di 90 anni, il 2 febbraio 2022, dopo una lunga malattia.

Con lei se ne va uno dei simboli del cinema italiano, un’attrice capace di interpretare tanti ruoli, tutti diversi fra loro, impersonando le grandi espressioni del cinema italiano, passando dall’essere musa di Michelangelo Antonioni all’essere la compagna ideale per la comicità di Alberto Sordi.

Monica Vitti, in ricordo di una delle icone del cinema italiano

Monica Vitti Leone d'Oro alla carriera
Monica Vitti Leone d’Oro alla carriera (1995)

Monica Vitti ha avuto una carriera straordinaria, che le ha fatto vincere tantissimi riconoscimenti, tra cui cinque David di Donatello, tre Nastri d’Argento e dodici Globi d’oro, oltre ovviamente al Leone d’Oro alla carriera a Venezia, un Orso d’Argento a Berlino e una Concha de Plata a San Sebastián.

La sua carriera è durata 35 anni, per un totale di 55 pellicole ed è straordinario pensare come Monica Vitti sia stata capace di regalare un’anima a tutti i personaggi che ha interpretato. Monica Vitti è stata un’attrice a tutto tondo che è passata, con disinvoltura, dalla commedia all’italiana alle pellicole d’autore, dal teatro al cinema, passando per la tv, di cui ricorderemo il talento cristallino e le battute celebri come “Mi fanno male i capelli”.

Per lei, recitare era “uno stato d’animo, una condizione unica”, un’arte in cui l’attore deve riversare le proprie fragilità, le proprie mancanze e i propri disequilibri.

Da ieri, il mondo è un po’ più povero e noi non possiamo che ringraziarla per il suo talento che ha voluto condividere con noi.

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