L'ombra di Stalin

L’ombra di Stalin (Mr. Jones) recensione film di Agnieszka Holland con James Norton e Vanessa Kirby [Anteprima]

L’ombra di Stalin (Mr. Jones) recensione film di Agnieszka Holland con James Norton, Vanessa Kirby, Peter Sarsgaard, Joseph Mawle e Kenneth Cranham

Non sono nato per un’epoca come questa.
(James Norton è Gareth Jones in L’ombra di Stalin)

La tragedia dell’Holodomor perpetrata dal regime di Stalin tra il 1932 e il 1933 che portò al genocidio di oltre 10 milioni di persone in Ucraina, incredibilmente censurata per settant’anni e invisibile fin quasi ai nostri giorni – soltanto nel 2008 il parlamento ucraino e altre nazioni hanno riconosciuto e condannato le azioni del governo sovietico dei primi Anni Trenta, denunciate sin dal 1933 anche dalla Chiesa per opera di papa Pio XI – raccontato dallo sguardo pregiato, colto e scevro da sensazionalismi della regista nominata all’Oscar Agnieszka Holland (Europa Europa, Spoor e le tre pellicole con protagonista Ed Harris, “gemello astrale” ed intimo amico della regista come lei stessa ci ha precisato, Io e Beethoven, Il terzo miracolo e Un prete da uccidere), che racconta il valore e il bisogno della verità, riconosciuto come il più potente strumento di difesa dalle macchine propagandistiche che diffondono catastrofiche e micidiali ideologie.

Regista da sempre impegnata nel fare luce su realtà ed eventi storici scomodi esortando il pubblico ad alzare il livello di attenzione e riflessione sociale, lanciando allerte in nome di quella libertà ritenuta troppo “complessa” dai governi che tendono piuttosto alla distrazione politica di massa e a manipolare l’opinione pubblica, creando nemici artificiosi o falsi dei (escape-god), Agnieszka Holland attraverso L’ombra di Stalin (Mr. Jones il titolo originale, riferito al giornalista gallese realmente esistito Gareth Jones) addita la corruzione dei media e li richiama ai loro obblighi deontologici, morali e sociali, e afferma che bisogna sempre guardare al passato perché “Il passato è il percorso del presente e influenza il futuro” e vecchie tragedie possono tornare ancora a ripetersi.

James Norton in L'ombra di Stalin
(Credits: Samuel Goldwyn Films/Blue Swan Entertainment)
Vanessa Kirby
Vanessa Kirby (Credits: Samuel Goldwyn Films/Blue Swan Entertainment)

Io non ho aspettative, soltanto domande.
(James Norton in L’ombra di Stalin)

Consigliere per gli Affari Esteri del politico britannico David Lloyd George (Kenneth Cranham) e giornalista, primo straniero ad intervistare Adolf Hitler a bordo dell’aereo che accompagnava lui e Joseph Goebbels a Francoforte, il gallese Gareth Jones (interpretato da James Norton, visto recentemente in Piccole donne, The Nevers e Nowhere Special) vola nel 1933 in Unione Sovietica per provare ad intervistare Iosif Stalin: da ragazzo brillante a caccia della notizia che aveva intuito che il mito del trionfo della moderna economia sovietica era frutto di una massiccia propaganda di regime che mascherava il regno del terrore di Stalin, retto da una dittatura brutale ed edificato sul culto della personalità del suo leader, Gareth Jones diventerà un uomo animato dal senso di responsabilità e dal desiderio di raccontare la verità sul gigantesco bluff dell’economia russa, che stava sfamando l’Ucraina – “Terra Nera che avrebbe potuto sfamare il mondo” – sequestrando l’intera produzione di grano – l’oro di Stalin – per portarlo a Mosca e rivenderlo all’estero, in modo da alimentare il mito di una società egualitaria e dell’economia moderna basata sulla produzione agricola in regime di collettivizzazione, su scuole e ospedali gratuiti e su una nuova ed invidiabile prosperità sociale.

Dalla sgargiante fotografia che immortala l’opulenza e l’ostentata sicurezza del Regno Unito, le cui fabbriche sono tuttavia in ginocchio mentre sale il livello d’allerta sul pericolo rappresentato dalla Germania di Hitler, al bianco e nero e alla naturale monocromia del paesaggio delle riprese girate in Ucraina a -15°, Agnieszka Holland porta in scena l’oscuro ricatto dell’Unione Sovietica al Regno Unito di avviare una crisi diplomatica e dunque economica e militare, mentre gli emissari di Stalin, tra cui il premio Pulitzer Walter Duranty (Peter Sarsgaard) capo ufficio stampa del New York Times a Mosca, si adoperano per convincere il presidente degli Stati Uniti Roosevelt a riconoscere politicamente e stringere accordi con l’URSS.

Vanessa Kirby
Vanessa Kirby (Credits: Samuel Goldwyn Films/Blue Swan Entertainment)
L'ombra di Stalin (Mr. Jones) recensione film di Agnieszka Holland con James Norton e Vanessa Kirby
Peter Sarsgaard (Credits: Samuel Goldwyn Films/Blue Swan Entertainment)

Freddo e fame nelle nostre case,
niente da mangiare,
né un letto in cui dormire.
Il nostro vicino è impazzito
e ha mangiato i suoi figli.
(L’ombra di Stalin)

La sceneggiatura di Andrea Chalupa, basata sulle vere esperienze del nonno ucraino espatriato negli Stati Uniti, legge il futuro tra le righe della genesi de La fattoria degli animali di George Orwell (Joseph Mawle), all’alba della Seconda Guerra Mondiale tra finzione – il giornalista Paul Kleb interpretato da Marcin Czarnik è un omaggio a Paul Klebnikov, assassinato a Mosca nel 2004 -, citazioni de La maschera della morte rossa di Edgar Allan Poe e realtà: la prima traduzione estera dell’opera avvenne proprio in Ucraina, popolo che riconobbe la propria storia nelle allegorie di Orwell.

La necessità incombente di contenere Adolf Hitler su due fronti, il mito di una causa più grande del singolo e di tutte le proprie misere ambizioni messe insieme, la marcia verso la modernità per raggiungere il paradiso dei lavoratori attraverso il più grande esperimento sociale mai attuato, il culto del dittatore Stalin e del partito come unico detentore del potere, l’opportunismo degli Stati Uniti mossi esclusivamente dall’ottica del guadagno, ma anche il bisogno viscerale della verità noncurante delle conseguenze – Gareth Jones venne ucciso nel 1935, il giorno prima del compimento del suo 30esimo anno di età, dai servizi segreti russi in Mongolia – per fare luce sul dramma dell’uccisione di milioni di persone innocenti, abbandonate alla carestia e addirittura alla necrofagia, in quello che una volta era il “Paese che dà il pane“.

Il tocco prezioso e mai chino ai poteri prestabiliti di Agnieszka Holland dipinge con maestria il ritratto artistico di Mosca negli Anni ’30, la cui armonia viene rotta dalle note incalzanti di un pianoforte che fa calare la tensione sulla narrazione per poi frenarsi in un vivido silenzio, mettendo in luce le ombre dello stalinismo e del regime sovietico, il dramma della carestia e lo sdegno della morte, privi di colonna sonora perché la disperazione e la morte non hanno bisogno di sovrastrutture.

L'ombra di Stalin (Mr. Jones) recensione film di Agnieszka Holland con James Norton e Vanessa Kirby
Peter Sarsgaard e Vanessa Kirby (Credits: Samuel Goldwyn Films/Blue Swan Entertainment)
L'ombra di Stalin (Mr. Jones) recensione film di Agnieszka Holland con James Norton e Vanessa Kirby
James Norton (Credits: Samuel Goldwyn Films/Blue Swan Entertainment)

L’ombra di Stalin: le frasi del film

The past is the path of the present and influences the future.
(Agnieszka Holland commenta L’ombra di Stalin)

Il mondo è invaso da mostri ma suppongo non vogliate sentire parlare di questo.
(Joseph Mawle in L’ombra di Stalin)

La guerra inizia nella mente degli uomini.
(L’ombra di Stalin)

Sono finiti i morti e gli uomini erano convinti di poter sovvertire le leggi della natura.
(L’ombra di Stalin)

L’uomo è l’unico vero nemico che abbiamo.
Eliminando l’uomo dalla scena la causa principale della fame e del troppo lavoro sarà estirpata per sempre.
(L’ombra di Stalin)

La verità è una sola.
(L’ombra di Stalin)

Hitler imparerà presto che c’è una grande differenza tra tenere un comizio e guidare una nazione.
(L’ombra di Stalin)

Gli unici mostri che hanno gli Stati Uniti solo i banchieri.
(Peter Sarsgaard in L’ombra di Stalin)

Sintesi

La tragedia dell'Holodomor incredibilmente censurata per settant'anni e invisibile fin quasi ai nostri giorni raccontato dallo sguardo pregiato, colto e scevro da sensazionalismi della regista nominata all'Oscar Agnieszka Holland che racconta il valore e il bisogno della verità, oggi come ieri, contro la distrazione politica di massa e la manipolazione dell'opinione pubblica, richiamando i media ai loro obblighi deontologici, morali e sociali e affermando il bisogno di guardare sempre al passato perché esso rappresenta il percorso del presente e influenza il futuro, per far sì che vecchie tragedie non possano più tornare a ripetersi.

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