Dreamin' Wild

Dreamin’ Wild recensione film di Bill Pohlad con Casey Affleck e Zooey Deschanel [Venezia 79]

Dreamin’ Wild recensione film di Bill Pohlad con Casey Affleck, Noah Jupe, Zooey Deschanel, Chris Messina, Jack Dylan Grazer, Walton Goggins, Beau Bridges

Bill Pohlad torna a raccontare la malinconia del successo

Affascinato dal genio musicale e dalla ricorrente incapacità di conciliarlo con la fama e la socialità, otto anni dopo Love & Mercy il regista Bill Pohlad racconta l’incredibile storia dei fratelli Donnie e Joe Emerson e del loro LP Dreamin’ Wild. Per parabola e tempistiche quella degli Emerson è una storia diametralmente opposta a quella del leader dei Beach Boys Brian Wilson (protagonista con la sua musica e la sua biografia della precedente pellicola), ma che si focalizza esattamente sugli stessi temi: l’ispirazione musicale, il genio, il compromesso che il successo porta con sé. Sia Brian sia Donnie sono l’anima del progetto musicale di cui fanno parte e che hanno portato al successo, con tempi e modalità differenti. La fama però, contro intuitivamente, diventa per loro un fardello e motivo di grande angoscia, perché cambia le aspettative degli altri rispetto al loro lavoro. Il successo non dà ma toglie libertà creativa, impedisce a entrambi di lavorare alla propria musica senza condizionamenti, ricercando l’eccellenza suggerita dal loro genio senza curarsi delle aspettative della gente.

Noah Jupe e Jack Dylan Grazer
Noah Jupe e Jack Dylan Grazer (Credits: River Road Entertainment)

La strada per il successo dei Beach Boys nei tardi anni ‘60 fu veloce e quasi istantanea. Quella degli Emerson invece ha richiesto 30 anni di attesa, un’ipoteca sulla fattoria di famiglia e uno schiacciante senso di colpa nell’animo del protagonista. La storia vera degli Emerson emerge dalle lande agricole di Fruitland (un angolo sperduto dello stato di Washington) sul finire dell’estate del 2011. Un produttore discografico specializzato nel rilancio di vecchia musica dimenticata è finalmente riuscito a rintracciare i due ex adolescenti Donnie e Joe, che a loro insaputa stanno facendo furore dai musicofili online. Gli Emerson non hanno nemmeno Internet, quindi non sanno che un collezionista di vinili del Montana ha scovato da qualche parte il loro vecchio vinile autoprodotto quando avevano rispettivamente 15 e 17 anni, facendolo girare tra amici e appassionati di musica. All’epoca della stampa, Dreamin’ Wild fu un fallimento, nonostante il padre dei ragazzi avesse ipotecato parte della fattoria per farlo produrre. Trent’anni dopo una nuova stampa va a ruba, Pitchfork lo recensisce con un lusinghiero 8, il New York Times intervista il duo, si mette in piedi un tour.

Casey Affleck e Zooey Deschanel
Casey Affleck e Zooey Deschanel (Credits: River Road Entertainment)

Se il successo acuisce il senso di fallimento

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Pohlad però non è interessato a una storia di riscatto, anzi: il suo è un film molto, molto malinconico e amaro, tutto incentrato sull’angoscia e la rabbia di Donnie, che vede arrivare il successo troppo tardi e con delle aspettative che lo sconvolgono. Compositore autodidatta in grado di suonare quasi una decina di strumenti da ragazzino, Donnie arriva al successo sì, ma con canzoni che non lo rispecchiano più, scritte da una persona che non riconosce. La richiesta dietro al successo e al tour è quella di tornare a essere l’adolescente che scrisse quelle canzoni, una persona lontanissima dall’uomo che insieme alla compagna ha dedicato tutta la sua vita alla musica. Dreamin’ Wild, titolo dell’album e del film, scava in ciò che differenza il genio dalle persone normali, mettendo a confronto Donnie col fratello Joe (che nella vita si è dedicato ad altro) e con il padre, uomo molto pio e ligio al lavoro, pronto a sacrificare tutto perché ciecamente convinto delle capacità del figlio.

Noah Jupe
Noah Jupe (Credits: River Road Entertainment)

Rispetto al precedente Love & Mercy, purtroppo Dreamin’ Wild risulta ben più convenzionale. Nelle mani di Hollywood questa storia avrebbe avuto un tono trionfalista e positivo, non c’è dubbio. Tuttavia Pohlad qui un po’ fatica a dare uno taglio alla vicenda che esca dal recinto dei soliti film sul genio distruttivo e incompreso. Da una parte Pohlad rifiuta la parabola del riscatto, dall’altra però non spinge fino in fondo per ribaltare la prospettiva e scoprire cosa abbia davvero da offrire questa storia, oltre a quanto già ci aspettiamo dalle sue premesse.

Cosa rimane dunque? La musica degli Emerson, che viene indubbiamente voglia di ascoltare, la fotografia dei meravigliosi paesaggi agricoli di Fruitland e una certa allure di vecchia America semplice, lavoratrice e profondamente, realmente pia. Come dice il padre di Donnie al figlio sfiduciato interpretato da Casey Affleckse non credi nella famiglia, a chi puoi credere?

Sintesi

Rispetto al precedente Love & Mercy Dreamin' Wild risulta ben più convenzionale: Bill Pohlad fatica a dare uno taglio alla vicenda che esca dal recinto dei soliti film sul genio distruttivo e incompreso, rifiutando la parabola del riscatto ma non spingendo fino in fondo per ribaltare la prospettiva. Rimane la musica degli Emerson, la fotografia dei meravigliosi paesaggi agricoli di Fruitland e una certa allure di vecchia America semplice, lavoratrice e profondamente, realmente pia.

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