Intervista ad Alessandro Grande regista del film Regina

Intervista ad Alessandro Grande, regista di Regina, film in concorso al 38° Torino Film Festival

Lo abbiamo visto e recensito in occasione della 38esima edizione del Torino Film Festival Regina, opera prima del regista Alessandro Grande. E, a distanza di poco più di un mese, torniamo ad analizzare il film insieme al suo autore, unico alfiere italiano in concorso nella prestigiosa kermesse. In un anno anomalo come quello che stiamo vivendo, dare voce alle nuove leve del nostro cinema diventa ancora più importante, soprattutto se ci si trova di fronte a un progetto che prova a svincolarsi dalle solite linee a cui la produzione italiana ci ha troppo spesso abituato.

Regista e sceneggiatore, Alessandro Grande si è laureato in Comunicazione multimediale con specializzazione in Storia e Critica del cinema presso l’Università Tor Vergata di Roma e ha frequentato diversi seminari e stage tra i quali quello diretto da Aurelio Grimaldi in “Regia e sceneggiatura cinematografica”. Prima di approdare al lungometraggio, si è specializzato sulla forma breve, arrivando a vincere anche importanti premi. Da qui parte la nostra intervista.

Francesco Montanari e Ginevra Francesconi
Francesco Montanari e Ginevra Francesconi in Regina di Alessandro Grande (Credits: Adler Entertainment)

Alessandro Grande: intervista al regista del film Regina

Bismillah è stato premiato con un David di Donatello. Come descriveresti il passaggio dal cortometraggio al lungometraggio? Quali le differenze?

Alessandro Grande: Ritengo che per un autore sia naturale passare dal film breve al lungometraggio. Mi rendo conto di avere sempre più l’esigenza di scrivere e realizzare storie di ampio respiro. La differenza sostanziale sta proprio nel tempo, ad esempio nel corto bisogna riuscire a far empatizzare lo spettatore con il personaggio e la storia immediatamente, sfruttando il dono della sintesi. Nel lungo si ha il problema opposto, bisogna stare attenti nel mantenere sempre viva l’attenzione dello spettatore e non avere cali di tensione per tutto il tempo del film.

Da dove nasce il progetto di Regina? Come mai proprio un esordio con un noir ambientato in contesti inusuali per una regione come la Calabria?

Alessandro Grande: Il film Regina è nato per caso, quando penso ad una storia mi viene sempre naturale farlo cercando un punto di vista diverso. Come in Bismillah, anche in Regina ho scelto lo sguardo adolescenziale, forse perché anche questa delicata problematica vissuta da una giovane ha un peso molto più importante che vale la pena esplorare. Ho approfondito quindi l’argomento del senso di colpa e del conflitto generazionale insieme allo sceneggiatore Mariano Di Nardo e ci siamo resi conto che era fondamentale raccontare oggi una storia così attuale.
Ho deciso di ambientarlo in una Calabria lontana dallo stereotipo, conosco bene quella cultura essendo di Catanzaro e l’atmosfera dei monti e paesaggi della Sila si sposa bene con l’anima dei personaggi, sempre più in conflitto tra loro, sempre più circondati dal freddo, non solo quello della loro anima.

Regina recensione film di Alessandro Grande con Ginevra Francesconi
Regina di Alessandro Grande con Francesco Montanari, Ginevra Francesconi e Barbara Giordano al Torino Film Festival 38
Hai sentito il peso di rappresentare l’Italia in un concorso importante come quello del Festival di Torino?

Alessandro Grande: Assolutamente sì, ho sempre apprezzato il Torino Film Festival e le pellicole che da anni decide di mostrare al suo pubblico. Rappresentare il proprio Paese con il primo film è una grande gioia ma anche una responsabilità.
Ringrazio il direttore Stefano Francia di Celle e la sua commissione artistica che ha deciso di puntato sul mio film Regina. Io non c’ho pensato due volte, rispondere “presente” in un momento storico così delicato è un modo di reagire al problema che questo settore sta vivendo ormai da quasi un anno, ed è giusto che parta anche dagli autori emergenti e non solo da quelli ormai affermati
.

Come hai scelto gli attori? Ginevra Francesconi dimostra una certa maturità nell’aderire a un personaggio così sfaccettato.

Alessandro Grande: Prima di scegliere Ginevra Francesconi, ho fatto più di 500 provini. Il ruolo di Regina ha la grande responsabilità di decretare la riuscita dell’opera stessa, tutto ruota intorno a lei, anche la regia è al servizio della sua arte. Per cui sono stato molto attento, ho fatto anche più call back e ancora oggi penso che sia stata la giusta scelta. Con Ginevra abbiamo lavorato tanto sul personaggio, ha studiato canto e chitarra, mi ha dimostrato giorno dopo giorno di essere l’attrice giusta a cui affidare un ruolo così importante. Ha grande talento e ne sentiremo parlare.

Nel film emergono chiari i concetti di colpa, responsabilità e presa di coscienza. Pensi che i personaggi siano uno specchio delle rispettive generazioni o ogni individuo agisce in base al proprio vissuto (educazione, destino, etc.)?

Alessandro Grande: Non so se siano un vero e proprio specchio delle loro rispettive generazioni, di sicuro però oggi le nuove generazioni hanno sempre più l’esigenza di avere un punto di riferimento che spesso manca. Durante la fase di scrittura ho letto molti documenti e saggi, mi ha colpito Il complesso di Telemaco di Recalcati, secondo lo psicanalista le generazioni di oggi sono come Telemaco, aspettano sulle rive del fiume l’arrivo del padre per riportare l’autorità in casa.
Inoltre nello stesso saggio l’autore riflette sulla perdita della parola e sull’importanza di perdersi per poi ritrovarsi, tutti elementi che avevo già deciso di inserire nel mio racconto perché la penso esattamente allo stesso modo
.

Regina di Alessandro Grande
Regina di Alessandro Grande (Credits: Adler Entertainment)
Come inseriresti il tuo film all’interno del panorama italiano? Secondo te il cinema di genere ha maggiori difficoltà ad essere accettato in questo periodo?

Alessandro Grande: Ho pensato a Regina come un film drammatico e non un film di genere, mi sono tenuto volutamente lontano dagli aspetti thriller, proprio perché non è una ricerca al colpevole, ma un viaggio che la protagonista e suo padre fanno dentro di loro dopo un evento tragico, per crescere e ritrovarsi. Tuttavia penso che si debba tornare agli anni ’60, dove esistevano diversi generi, dallo spaghetti western al giallo, dall’horror al cinema politico, il pubblico merita di avere più scelta e allo stesso tempo deve imparare a fidarsi di più del cinema italiano, ricco di grandi talenti.

Come stai vivendo questo momento di stasi? Aspetti un’uscita nelle sale per il tuo film o stai pensando eventualmente anche allo streaming?

Alessandro Grande: Ancora non abbiamo notizie certe, rimaniamo vigili nel vedere cosa succede attorno a noi, e con la distribuzione Adler speriamo sempre in un’apertura delle sale per consentire a questo film di esser visto nel luogo che più secondo me gli si addice. Tuttavia, lo streaming e la tv sono un grande mezzo di diffusore d’arte e quindi non escludiamo nulla. Più Regina ha un pubblico più grande è la soddisfazione mia e di tutti coloro che ci hanno lavorato.
Ho avuto una troupe fantastica che non smetterò mai di ringraziare
.

Hai qualche nuovo progetto in cantiere di cui vuoi/puoi parlarci?

Alessandro Grande: Ultimamente ho un nuovo progetto in testa, sto cercando di capire se è la storia giusta e la storia che voglio raccontare entrandoci dentro completamente. Fare queste scelte è come vivere un po’ una storia d’amore, solo il tempo ti dirà se è la scelta giusta, quella che vuoi portare avanti con tutte le difficoltà che ci saranno e con tutte le tue forze.

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