Ground control to Major Tom…
In una settimana marcata da notizie incredibili o per lo meno inattese, svetta il rumour che Tom Cruise starebbe preparando un film ambientato nella International Space Station.
L’idea è stata confermata da un tweet del direttore della NASA Jim Bridenstein, che ha dichiarato: ‘La NASA è entusiasta di lavorare con Tom Cruise su un film a bordo della Stazione Spaziale’.
Dobbiamo davvero leggerci che l’attore cinquantottenne protagonista di Top Gun: Maverick ha intenzione di essere mandato in orbita e salire sull’ISS? Sembra veramente una Mission: Impossible, ma a quanto pare questo sarebbe un progetto totalmente slegato da quella serie.
Ognuno lo interpreti come preferisce: sappiamo bene che la NASA è sempre alla ricerca di fondi, e di conseguenza del sostegno popolare e di visibilità, perciò non ci sorprenderebbe che Bridenstein stia volutamente facendo intendere una cosa per un’altra. Ma siamo disposti a dare a Cruise il beneficio del dubbio.
Quando si parla di Spazio poi non può mancare lo zampino di Elon Musk e della sua Space X, che sarebbe anch’essa coinvolta nel progetto. Il fondatore di Tesla ha replicato con un altrettanto poco impegnativo: ‘Dovrebbe essere parecchio divertente!’. (Deadline)
A capo della Space Force c’è invece Steve Carell nel trailer dell’omonima sitcom Netflix. L’uomo che fu Michael Scott nella versione americana di The Office torna a collaborare con il ‘creatore/adattatore’ di quella serie, Greg Daniels (responsabile recentemente anche di Upload su Amazon) per una commedia ispirata alla nuova forza dell’esercito americano, la polizia spaziale voluta da Donald Trump. Nel cast, tra gli altri, troviamo John Malkovich, Lisa Kudrow e Ben Schwarz.
Farsi coraggio con una canzone è esilarante come ben dimostrato da Ally McBeal, e Kokomo dei Beach Boys sfonda una porta aperta. Per il resto, giudicheremo su Netflix dal 29 Maggio.
Un’altra notizia incredibile l’ha lanciata Sylvester Stallone che, durante una sessione di Domande e Risposte su Instagram, alla domanda ‘Possiamo avere un altro Demo Man’ ha replicato che in effetti ci sta lavorando assieme a Warner Bros. Ha dichiarato inoltre che si prefigura [un film] fantastico, e che ‘quella roba uscirà’. Sly in realtà non sembra esattamente entusiasta: scettici come sempre, accettiamo scommesse sul fatto che effettivamente vedremo un seguito alla storia di John Spartan, e sulla possibilità che possano essere coinvolti anche Wesley Snipes e Sandra Bullock, oltre che il regista italo-canadese Marco Brambilla, che con Demolition Man ha esordito nel 1993 (e che non dirige un film dal 1997).
Qui sotto c’è l’intera sessione di soli 15 minuti, dei quali 13 secondi sono dedicati a questa indiscrezione (a partire dal secondo 5:47, se non siete interessati a tutti gli aneddoti raccontati da Stallone – ma vi perdereste informazioni ben più credibili, come il fatto che prima o poi potremmo rivedere Rocky Balboa).
Ma Demolition Man 2 non è il solo sequel inatteso menzionato questa settimana.
I due National Treasure uscirono nel 2004 e nel 2007, per la regia di Jon Turtletaub, e raccontavano le avventure del team composto dal cercatore di tesori Ben Gates (Nicolas Cage), il suo collega Riley Poole (l’allora astro nascente Justin Bartha, poi diventato co-protagonista per lo più assente dei tre The hangover), l’impiegata governativa Abigail Chase (Diane Kruger) e babbo Gates (Jon Voight), alla ricerca di preziosi cimeli della Storia degli Stati Uniti.
Tredici anni dopo, il produttore Jerry Bruckheimer, al pari di Stallone, ha menzionato a Collider di avere in preparazione due progetti legati a National Treasure: uno, un terzo sequel con lo stesso cast, sarebbe in fase di scrittura (ad opera di Chris Bremner, autore dell’altrettanto risorto Bad Boys for Life); l’altro sarebbe una serie con un cast più giovane, probabilmente da far uscire su Disney+.
L’impressione è che Bruckheimer stia sventolando il primo per lanciare il secondo.
È poi stato annunciato un seguito di Bright, film Netflix del 2017 che, in una Los Angeles a metà tra 2020 e fantasy, vedeva una strana coppia di poliziotti (l’umano Will Smith e l’orco Joel Edgerton) investigare la minaccia di un gruppo estremista.
Diretto da David Ayer e sceneggiato da Max Landis, il film venne stroncato dalla critica, ma Netflix fu sufficientemente soddisfatta dal risultato di pubblico da portare avanti la preparazione di un sequel. Alcuni anni e varie peripezie più tardi, Bright 2 è stato confermato con il ritorno degli stessi protagonisti, ma per la regia di Louis Leterrier (responsabile del quasi-rinnegato film Marvel The Incredible Hulk e del primo Now You See Me), entrato nell’orbita della piattaforma di streaming grazie al revival di The Dark Crystal.
Assente dal progetto anche Landis, sostituito da una serie di stesure ad opera di David Ayer stesso, Evan Spiliotopoulos (esperto in proprietà intellettuali altrui in quanto co-autore dell’ultimo Charlie’s Angels e del Beauty and the Beast live-action, nonché sceneggiatore dell’Hercules del 2014 con Dwayne Johnson e del secondo Huntsman ossia Il cacciatore e la regina di ghiaccio senza Biancaneve ma con Emily Blunt), e T.S. Nowlin (responsabile dello script dei tre Maze Runner). (Empire)
Jungle Cruise deve ancora uscire ma l’affiatamento tra Emily Blunt e Dwayne Johnson sembra aver funzionato così bene che i due sono pronti a lavorare di nuovo insieme in Ball and Chain, adattamento di un fumetto del 1999 nel quale due coniugi in via di separazione improvvisamente acquisiscono superpoteri… che funzionano solo lavorando in coppia (l’espressione ‘ball and chain’ si può grosso modo tradurre come ‘palla al piede’).
L’autore dell’albo, Scott Lobdell, è più noto per aver contribuito alle storie degli X-Men negli anni ’90, e al cinema per aver scritto la sceneggiatura di Auguri per la tua morte, ma anche per una serie di comportamenti controversi (dei quali si è più tardi scusato).
La sceneggiatura sarà firmata da Emily V. Gordon, candidata all’Oscar per The Big Sick.
(THR)
Proseguiamo con un paio di casting inusuali.
Cate Blanchett eroina di un film tratto da un videogame? Ok!
L’unica attrice australiana a vincere due Premi Oscar si appresta a collaborare con Eli Roth (che l’ha già diretta ne Il mistero della casa del tempo/The House with a Clock in its Walls) per Borderland, adattamento dell’omonima serie di sparatutto in prima persona, che segue le avventure di un gruppo di avventurieri alla ricerca di un misterioso deposito di tecnologia aliena sul pianeta Pandora (niente a che fare con Avatar!). Blanchett dovrebbe interpretare Lilith, appartenente alla classe delle Sirene, che hanno il potere di rendersi invisibili per sorprendere il nemico.
(Deadline)
Ralph Fiennes in un ruolo femminile? Perché no?!
L’uomo che fu Voldemort ha firmato per ricoprire un altro ruolo da cattivo: sarà Miss Trunchbull in una versione cinematografica del popolarissimo musical Matilda, a sua volta tratto dall’omonimo romanzo di Roald Dahl (l’autore di La fabbrica di cioccolato e sceneggiatore di Si vive solo due volte. Miss Trunchbull è la tirannica direttrice della scuola frequentata dall’eponima Matilda, bambina di sei anni dotata di eccezionale intelligenza e forse anche qualcosa in più, bistrattata dai genitori e supportata solo dalla maestra, la signorina Honey.
Il romanzo ha già avuto un adattamento nel 1996 (Matilda 6 mitica), ad opera di Danny DeVito, nel quale Miss Trunchbull (nella versione italiana, la signorina Trinciabue) era interpretata dall’attrice Pam Ferris, ma già nel musical il ruolo è tradizionalmente ricoperto da un uomo.
La nuova versione sarà firmata dal team che portò al successo lo spettacolo teatrale: il regista Matthew Warchus (già realizzatore del buon Pride) e lo sceneggiatore Dennis Kelly (autore della serie Utopia). (Deadline)
Meno sorprendente è la notizia con la quale chiudiamo questa rassegna.
Dopo Il gioco di Gerald e Doctor Sleep, Mike Flanagan resta nell’universo di Stephen King, impegnandosi ad adattare Revival, romanzo del 2014, che racconta del Reverendo Charles Jacobs e del suo legame con il giovane Jamie Morton: dal loro primo incontro ad Harlow, nel Maine, appena prima che il sacerdote perdesse la fede, al successivo incrociarsi delle loro vite, anni dopo, quando Jamie è diventato un chitarrista dipendente dall’eroina. Jacobs libererà Morton dalle sue afflizioni grazie ad una poco ortodossa cura a base di corrente elettrica, ma per il giovane sarà solo l’inizio di un nuovo travaglio al fianco dell’ex-religioso che si appresta ad affinare le sue tecniche. Se mettete assieme il titolo del romanzo e il concetto di elettricità, potete immaginare dove la storia possa portare.
Flanagan, oltre a scrivere la sceneggiatura, potrebbe dirigere il film, del quale ancora non si conosce il cast. (Deadline)