Thor: Ragnarok

Thor: Ragnarok recensione

In Thor: The Dark World l’apparizione fulminea di Capitan America era una simpatica strizzatina d’occhio ai fan. Quattro anni dopo, il Marvel Cinematic Universe è talmente avanzato che, in una pellicola dedicata ad un eroe, personaggi di altri film possono entrare ed uscire dalla storia senza neanche chiedere il permesso. Come Captain America: Civil War potrebbe essere sottotitolato Avengers 2.5, Thor: Ragnarok potrebbe adottare il titolo Avengers 2.5: the missing pieces.

Thor: Ragnarok liquida gli eventi di The Dark World molto sbrigativamente, e parte per una direzione completamente diversa. La trama, che risulta un po’ spoiler comunque se ne parli, vede Asgard minacciato da Hela (Cate Blanchett), dea della morte e potentissima guerriera. Thor si ritrova esiliato su un pianeta governato dal Gran Maestro (Jeff Goldblum), e ridotto al ruolo di gladiatore. Qui incontrerà un vecchio ’collega’, e cercherà di convincerlo ad unirsi ad un nuovo gruppo di eroi (i ‘Revengers’) per riprendere il controllo sul trono di Odino. Sullo sfondo, aleggia la profezia del Ragnarok, l’evento epocale che porterà al crollo di Asgard.

Se Asgard mantiene l’aura di solennità che il film di Kenneth Branagh gli aveva conferito, il nuovo pianeta Sakaar è colorato e bizzarro, e il contrasto rispecchia la differenza tra i due film.

Branagh aveva cercato di realizzare una versione moderna delle tragedie Shakespeariane. Taika Waititi, noto soprattutto per la commedia horror What we do in the Shadows, punta decisamente sulle risate. Più di Ant-Man e dei Guardians (con i quali sembra esserci una certa affinità estetica), Ragnarok è inequivocabilmente una commedia, ed il vostro giudizio sul film dipenderà da quanto seriosamente prendete i vostri supereroi.

La continua ricerca della battuta e della physical comedy, da un lato rende questo film il più divertente Marvel movie ad oggi, dall’altro spezza il ritmo e la tensione dissipando ogni partecipazione emotiva, in modo non dissimile da quello che succedeva nel primo Avengers (non sorprende che Joss Whedon abbia recentemente twittato che Ragnarok è ‘un capolavoro’).

Chris Hemsworth dimostra doti comiche invidiabili (come già dimostrato nel nuovo Ghostbusters), ma a momenti ci siamo chiesti se stessimo guardando un film o una parodia del Saturday Night Live. Loki / Tom Hiddleston ritorna (dopo aver saltato Age of Ultron), ma gli sceneggiatori non sembrano in grado di dare nuovo vigore al miglior cattivo del Cinematic Universe: il dio degli inganni, da Iago che era, è ormai declassato a malandrino che vive di espedienti.

Questo si potrebbe perdonare se a Cate Blanchett fosse permesso di animare un villain complesso e tragico, ma il personaggio che le viene affidato è mono-dimensionale come la media dei blandi cattivi usa-e-getta Marvel. I momenti migliori dell’attrice sono stati usati già nel trailer, e risultano per sembrare già visti.

Jeff Goldblum è la vera colonna portante del film, interpretando una versione della versione pubblica di se stesso: animato dalla stessa gigioneria che sprigiona durante le interviste, ruba ogni scena e con la sua sola presenza la rende esilarante.

Forse, alla ricerca di spessore, chiediamo troppo ad un comic book movie: Thor: Ragnarok è un film ottimo per passare due ore spensierate e farvi quattro risate, e tante volte questo è tutto ciò che conta.

Sintesi

La continua ricerca della battuta e della physical comedy, da un lato rende Thor: Ragnarok il più divertente Marvel movie ad oggi, dall’altro spezza il ritmo e la tensione dissipando ogni partecipazione emotiva, in modo non dissimile da quello che succedeva nel primo Avengers.

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