The Oak Room

The Oak Room recensione film di Cody Calahan con RJ Mitte [TFF 38]

The Oak Room recensione film di Cody Calahan con RJ Mitte, Peter Outerbridge, Ari Millen, Martin Roach, Nicholas Campbell al Torino Film Festival 38

È notte, fuori imperversa una tempesta di neve. Un uomo entra in un bar nel mezzo del nulla e viene accolto da una persona che lo conosce e che pare abbia dei conti in sospeso con lui. Il clima è teso, i dialoghi serrati. L’avventore non porta nulla con sé, se non una storia destinata a cambiare il suo destino. The Oak Room, presentato nella sezione “Le stanze di Rol” del Torino Film Festival, quella dedicata al cinema di genere, si apre con un incipit vigoroso, di grande impatto emotivo. In un contesto che si rifà al noir del passato, proteso all’indagine della natura umana e della componente di mistero che aleggia in ogni personaggio, il regista Cody Calahan inserisce una riflessione puntuale sull’essenza stessa del racconto. Ciò che si sta dicendo viene infatti sovrastato da come e dal perché lo si sta dicendo. Il film ha una costruzione simile a quella delle scatole cinesi: ogni storia ha una correlazione con un’altra e tutti i segmenti narrativi sono in comunicazione tra loro.

The Oak Room recensione film di Cody Calahan con RJ Mitte
The Oak Room di Cody Calahan con RJ Mitte, Peter Outerbridge, e Ari Millen al Torino Film Festival 38

Praticamente ambientato in un’unica location, The Oak Room si regge sulla forza dell’immaginazione, sul potere di creare mondi altri attraverso l’utilizzo delle parole. Nel dialogo tra barista e avventore emergono tutte le sfumature di una scrittura che, con intelligenza, si serve dei personaggi e del contesto per riflettere su se stessa, per diventare metaracconto. La tensione progressiva nasce infatti dalla curiosità di capire dove si vuole arrivare perché, come si dice nel film, ogni storia ha un senso solo se si conosce anche il suo inizio. Cody Calahan decostruisce il genere, che è da sempre il più attento ai codici che lo regolano, e lo mette al servizio del suo intento, ovvero ribadire che il cinema è innanzitutto una forma di racconto visuale.

Peter Outerbridge
Peter Outerbridge

Tutto questo avviene senza alcuna forzatura intellettualoide, senza ingannare lo spettatore con giochetti autoreferenziali. The Oak Room ha una struttura talmente compatta da non essere scalfita dai continui cambi di fuoco, dai riferimenti interni ed esterni, dai presupposti solo accennati su quanto è avvenuto prima. Anzi, tali aspetti creano in chi guarda uno stimolo per andare a costruire la storia nella storia, per sviluppare ulteriori chiavi di lettura in un processo mentale che potenzialmente non ha fine. Il regista è bravissimo ad accennare, a insinuare il dubbio, a mettere un personaggio con le spalle al muro e a rovesciare improvvisamente la prospettiva, cambiando le posizioni di forza. Una gestione possibile grazie a un’attenzione non soltanto al significato della narrazione ma anche al significante.

Ari Millen
Ari Millen

È difficile trovare in un film che parte dal genere una presa di coscienza sulle potenzialità narrative così a fuoco. Forse in alcuni momenti sarebbe servito un maggior coraggio nella rottura delle convenzioni, con qualche debito di troppo verso il crime d’antan. The Oak Room resta però una grande boccata d’aria, un’opera che riconcilia con la natura stessa del cinema. Una perla rara in un mercato che tende sempre più a penalizzare la complessità, anche di pensiero. Forse il cult di questa 38esima edizione del Torino Film Festival.

The Oak Room recensione film di Cody Calahan con RJ Mitte
The Oak Room di Cody Calahan con RJ Mitte, Peter Outerbridge, e Ari Millen al Torino Film Festival 38

Sintesi

In un contesto che si rifà al noir del passato, Cody Calahan inserisce una riflessione puntuale sull’essenza stessa del racconto, decostruisce il genere e lo mette al servizio del suo intento, ovvero ribadire che il cinema è innanzitutto una forma di racconto visuale. The Oak Room è una grande boccata d’aria, un’opera che riconcilia con la natura stessa del cinema.

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