Spirit - Il ribelle

Spirit – Il ribelle recensione film d’animazione di Elaine Bogan e Ennio Torresan [Anteprima]

Spirit – Il ribelle recensione film d’animazione di Elaine Bogan e Ennio Torresan con le voci originali di Isabela Merced, Jake Gyllenhaal e Julianne Moore

Che la DreamWorks Animation fosse in difficoltà dopo la chiusura della trilogia di Dragon Trainer era chiaro dagli ultimi progetti poco ispirati come Il piccolo yeti, Trolls World Tour e I Croods 2. Ma la presentazione del nuovo film in uscita, Spirit – Il ribelle, diretto da Elaine Bogan e Ennio Torresan, è la dimostrazione di come la casa di produzione statunitense abbia esaurito la creatività e abbia bisogno di scomodare un film come Spirit – Cavallo selvaggio perché non si ha più nessuna idea accattivante e diversa da quelle già proposte in passato.

Sembrano veramente lontani i tempi dei capolavori Z la formica, Il principe d’Egitto, Sinbad e Shrek, mentre oggi le dinamiche del mercato prediligono l’aspetto malinconico rispetto a quello innovativo e anche DreamWorks ha deciso di inserire il famoso cavallo selvaggio in un nuovo film che si propone come sequel del capolavoro del 2002, basato allo stesso tempo sulla fortunata serie TV Spirit – Avventure in libertà lanciata in streaming su Netflix nel 2017, ma di cui, invece, emerge quasi solo il lato commerciale dell’operazione.

Spirit - Il ribelle recensione film d'animazione
Spirit – Il ribelle film d’animazione di Elaine Bogan e Ennio Torresan (Credits: DreamWorks)
Spirit - Il ribelle film d'animazione DreamWorks Animation
Spirit – Il ribelle film d’animazione DreamWorks Animation (Credits: DreamWorks)

Fortuna (Isabela Merced in originale) è una bambina di dodici anni, vive con il ricco nonno nella sua dimora perché ha perso la madre, una cavallerizza professionista, quando era molto piccola e il padre, che non ha mai superato il trauma, vive a Miradero e si occupa della ferrovia. Visto il suo carattere esuberante e molto giocoso decidono di mandarla per tutta l’estate con la sua tata proprio nel piccolo paese texano per farle respirare un’aria diversa e riappacificarla con un padre assente.

Arrivata in città percepisce immediatamente il ricordo della madre, morta proprio durante una gara a Miradero ma ancora viva nella mente degli abitanti, tutti molto contenti di assistere al ritorno in città della figlia. Il rapporto con il padre, invece, è freddo e distaccato, dopotutto, sono dieci anni che non si vedono e ciò che li accumuna è un trauma che entrambi nel profondo non riescono a dimenticare.

In città tutti hanno un cavallo e Fortuna si affeziona ad un puledro selvaggio appena catturato, a cui darà il nome Spirit per la testardaggine e la voglia di essere libero. Dopo giorni di tentativi falliti nel cercare di cavalcarlo, la bambina riesce ad ottenere la sua fiducia grazie anche ai consigli delle sue nuove amiche. Fortuna e Spirit stringono una forte amicizia, ma alcuni ricercati vogliono catturare lui e il suo branco per poi venderli al miglior offerente. Una notte riescono a catturare tutti i cavalli tranne Spirit che, insieme a Fortuna, alle sue amiche e ai loro cavalli vivranno una pericolosa avventura allo sfrenato inseguimento del treno che trasporta il branco. La protagonista dovrà imparare a cavalcare, a fidarsi del suo animale e vivrà un viaggio che la farà crescere e le insegnerà a essere selvaggia, come le ripeteva sempre sua madre.

Abigail Stone (Mckenna Grace) e Boomerang
Abigail Stone (Mckenna Grace) e Boomerang (Credits: DreamWorks)
Isabela Merced, Marsai Martin e Mckenna Grace
Fortuna (Isabela Merced) e Prudence (Marsai Martin) cavalcano Chica Linda e Abigail (Mckenna Grace) cavalca Boomerang (Credits: DreamWorks)

Spirit – Il ribelle presenta ottime animazioni, gli sfondi riescono a trasportare lo spettatore nei luoghi in cui la storia si ambienta, non patisce mai cali di ritmo e scorre veloce come i suoi cavalli protagonisti senza che nessuna sequenza risulti meno interessante di un’altra. Anche la sceneggiatura è perfetta per il target di riferimento e per ciò che vuole raccontare: il profondo rapporto bambino-animale e quello complicato tra una figlia e un padre dopo la dipartita della madre.

L’ultimo DreamWorks è un titolo d’animazione veramente pregevole, ma il pubblico potrebbe essere indotto nell’errore che si tratti del sequel diretto della storia conosciuta nel 2002, quando invece richiama la successiva serie TV Netflix Spirit – Avventure in libertà e, proprio nel riprendere quest’ultima, presenta per protagonista una bambina di nome Fortuna e un “nuovo” Spirit.

In Spirit – Il ribelle sottile è la linea di confine tra il concept di una bellissima storia e la mera operazione commerciale che cerca di spingere sull’effetto malinconia degli spettatori per portarli con più voglia al cinema, con il rischio tuttavia di far scaturire un po’ di delusione presso quella parte di pubblico che si aspetta di rivedere lo Spirit del classico d’animazione DreamWorks del 2002.

Sintesi

Titolo d'animazione pregevole con una narrazione coinvolgente capace di tenere incollati allo schermo, spingendo sull'effetto malinconia per portare lo spettatore con più voglia al cinema Spirit - Il ribelle potrebbe tuttavia deludere coloro che si aspettano di rivedere lo Spirit del classico d'animazione DreamWorks del 2002, quando invece il sequel richiama la storia e i protagonisti della più recente serie TV Spirit - Avventure in libertà.

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