Schoolgirls (Las niñas)

Schoolgirls (Las niñas) recensione film di Pilar Palomero con Andrea Fandos [TFF 38]

Schoolgirls (Las niñas) recensione film di Pilar Palomero con Andrea Fandos, Natalia de Molina, Zoe Arnao, Julia Sierra e Francesca Piñón

Las niñas (Schoolgirls), in concorso al Torino Film Festival 2020, inizia con una sequenza magistrale: un coro di bambine che cantano. Dalla loro bocca però non viene fuori alcun suono, è soltanto una prova mimica generale.

Da questa scena in poi la regista non si separerà più da Celia (Andrea Fandos). La telecamera la seguirà continuamente mentre il suo corpo e la sua psiche sono in piena trasformazione. Passare da bambina ubbidiente ad acerba adolescente non è facile, tanto meno se hai 11 anni e vieni educata in una scuola di suore. In questo passaggio da crisalide a farfalla la ragazza scopre che la vita è fatta di tante verità e alcune bugie ma non è più soddisfatta delle menzogne e dei silenzi di sua madre. Vuole delle risposte.

Celia è sottoposta alla rigida educazione delle suore in una scuola di Saragozza all’inizio degli anni novanta. L’incontro con Brisa, una nuova compagna di classe che viene da Barcellona, la spinge verso una nuova tappa della sua vita: l’adolescenza. Si troverà tra due mondi: quello del severo insegnamento e quello di un mondo palpitante e nuovo che l’aspetta fuori.

Andrea Fandos
Andrea Fandos
Las niñas di Pilar Palomero
Las niñas di Pilar Palomero

Questo primo lungometraggio della spagnola Pilar Palomero è tutto incentrato sul macrocosmo femminile. Tutto è nuovo mentre le ragazze celebrano la loro freschezza: la prima sigaretta, i primi impulsi sessuali, la gelosia e la competizione tra loro, le prime discoteche o la scoperta dell’umanità delle madri, tenute da sempre su un piedistallo.

Una denuncia alla formazione cattolica, misogina e persino anacronistica che veniva ancora insegnata nella Spagna ben oltre il post Franco. La dottrina conservatrice separava i ragazzi dalle ragazze, le costringeva a scrivere saggi sul rapporto con Gesù Cristo e insegnava che la sessualità dovrebbe essere al servizio dell’amore e di Dio. È così che si svolge anche la vita della protagonista, in armonia con la sua vita familiare: senza figura paterna, il suo mondo è abitato solo da donne.

Erano gli anni in cui giravano le diverse leggende metropolitane sull’AIDS per evitare il sesso con estranei e per educare i giovani all’uso del preservativo. La regista espone accuratamente quel periodo prestando attenzione ai dettagli ed evidenziandone le contraddizioni. Sarà facile per chi è cresciuto in quegli anni riconoscersi o identificarsi nelle sequenze del film.

Schoolgirls (Las niñas) recensione film di Pilar Palomero
Schoolgirls (Las niñas) di Pilar Palomero

In modo semplice ma efficace Palomero riesce a farci tornare, per un tempo, in un’epoca in cui usanze, ora comuni e consuete, erano viste in modo strano e problematico.

Stupisce la quasi totale assenza di personaggi maschili. Gli uomini compaiono solo come sfondo, senza quasi mai parlare o interagire con le protagoniste. Ma la grande sorpresa è sicuramente la prova interpretativa delle attrici più piccole. Tutte dimostrano un talento innato per la recitazione. Soprattutto la meravigliosa Andrea Fandos.

Forse a Las niñas manca un colpo di scena eccezionale ma solo perché rappresenta lo spaccato della vita di chiunque, di noi, di tutti. Si concentra sulla vita quotidiana e sulla perdita di quel paradiso infantile che ci ha sempre protetto dalle insicurezze – e dalle nefandezze – del mondo.

Una storia intima ed emozionante che cerca di rivendicare i sentimenti di una generazione in crescita. Le ragazze di ieri sono le donne di oggi a dimostrazione di quanto c’è da raccontare e da riflettere sulla trasformazione della società.
E sulla forza silente delle donne.

Las niñas di Pilar Palomero
Las niñas di Pilar Palomero

Sintesi

Molti film raccontano cose che succedono. Nel ritratto dell’universo femminile Las niñas racconta cose che sentiamo.

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