Il segreto della miniera recensione del film di Hanna Slak con Leon Lučev, Marina Redžepović, Zala Djurić Ribič e Tin Marn
Cineclub Internazionale Distribuzione, che si occupa della diffusione in Italia di film indipendenti e dotati di una grande forza espressiva e narrativa, farà uscire il prossimo 31 ottobre un film di forte impatto, capace di smuovere l’animo umano. Stiamo parlando del pluripremiato lungometraggio Il segreto della miniera di Hanna Slak, un’opera che resta sempre con noi anche quando torniamo a casa e che induce, in maniera del tutto naturale, a voler approfondire gli argomenti trattati.
La trama è basata su una storia vera e racconta la vita di un minatore bosniaco in Slovenia a cui è assegnato il compito di riaprire e ispezionare un vecchio tunnel per consentire all’impresa privata per cui lavora, proprietaria della miniera, di chiuderlo definitivamente; abbattendo via via le barriere di roccia e mattoni presenti all’interno del tunnel scoprirà molto di più: un segreto che non doveva scoprire e che gli impongono di riseppellire.
L’inizio del film procede a rilento a causa di inquadrature fisse e la quasi totale assenza di dialoghi e sottofondi musicali, ma via via che si prosegue nella visione si viene quasi inglobati dalle vicende, complice soprattutto il coinvolgimento emotivo risultato da una narrazione molto realistica che ti fa quasi credere di essere parte integrante della storia.
Il finale è lasciato in sospeso e la sua interpretazione è in mano allo spettatore proprio perché riflette la realtà nuda e cruda: come ha affermato la regista Hanna Slak, la vicenda non ha ancora una conclusione e sta a noi tutti prenderci la responsabilità di non voltarle le spalle e far finta di niente; il tema centrale del film, di fatto, non è la Seconda Guerra Mondiale né ciò che è successo subito dopo, ma è la responsabilità individuale, nel caso del protagonista, e collettiva di dare di nuovo dignità a coloro che furono vittime, e che lo sono tuttora per colpa dell’indifferenza, dei poteri forti che hanno tutto l’interesse di non ricercare la verità.
Un dettaglio curioso è la presenza, in una delle prime scene, del vero protagonista della vicenda che, in un gesto simbolico, passa il testimone della narrazione all’attore che lo interpreta nel corso del film. Alla vicenda originale sono stati aggiunti o sottratti dettagli per rendere più fluida la narrazione e permettere allo spettatore di entrare all’interno della storia in maniera semplice, con lo scopo di arrivare subito al cuore della questione lasciando lo spettatore segnato e arricchito durante la visione.