Greenland recensione film di Ric Roman Waugh con Gerard Butler, Morena Baccarin, David Denman, Hope Davis, Roger Dale Floyd e Scott Glenn
Rick Roman Waugh è un ex stuntman lanciatosi da circa vent’anni nel mondo della regia con un obiettivo abbastanza chiaro: organizzare e contestualizzare performance attoriali in storie semplici e ricche d’azione. Non autore, ma metteur en scene, non Alejandro González Iñárritu, ma Peter Jackson. Leggendo il suo nome, prima ancora che il titolo di un suo nuovo film, si ha immediatamente un’anticipazione su quello che verrà proiettato in sala.
Non si sottrae certamente a questo Greenland, ultimo arrivato della corrente disaster movie che di tanto in tanto si riaffaccia per intercettare le ansie e le paure del pubblico. In una stranissima congiunzione astrale, Waugh parla di catastrofe nel bel mezzo di una catastrofe reale ipotizzando il passaggio di una cometa intorno alla Terra con conseguenze devastanti e un programma di sicurezza governativo senza scrupoli per salvare un campione della popolazione.
Ad infilarci in questa corsa contro il cataclisma c’è la famigliola di Gerard Butler e Morena Baccarin che diventa l’ancora emotiva intorno a cui interpretare tutti gli avvenimenti e i nodi del film. La corsa contro il tempo e la miseria umana è un percorso a ostacoli farcito di effetti speciali, sequenze adrenaliniche e la ricerca continua di salvare il salvabile anche oltre le possibilità reali. L’attore britannico, subentrato nel film al posto di Chris Evans e anche nelle vesti di produttore, da uomo comune si trova a dover interpretare il ruolo di salvatore ed eroe intimo nella speranza/certezza di schivare tutti i colpi dell’evento soprannaturale che ha colpito la Terra insieme alla propria famiglia.
Nel progressivo rabbuiarsi della storia e della fotografia del film, è purtroppo insita la parabola a cui Greenland non cerca nemmeno un attimo di sottrarsi: qualunque cosa succeda, l’essere umano troverà il modo di scamparla e vedere di nuovo la luce. Che è quello che effettivamente accade nella scena finale, dove i superstiti si trovano davanti un mondo stravolto in cui però gli uccelli tornano a solcare il cielo dopo il disastro.
Tutto è bene quel che finisce bene, ma non certo per chi il film lo guarda nella speranza di un guizzo nuovo o un esito almeno più problematico. Greenland rimane un prodotto di intrattenimento classico che potrebbe anche avere il suo ritorno in termini di pubblico ma con la discriminante di una situazione cinematografica tanto delicata quanto il passaggio di una cometa rasente la Terra.