Dead for a Dollar

Dead for a Dollar recensione film di Walter Hill con Christoph Waltz e Willem Dafoe [Venezia 79]

Dead for a Dollar recensione film di Walter Hill con Christoph Waltz, Willem Dafoe, Rachel Brosnahan, Warren Burke e Benjamin Bratt

Alla 79esima edizione del Festival di Venezia c’è spazio anche per il ritorno di Walter Hill, che viene inserito Fuori Concorso con il suo atteso western dal cast stellare. Christoph Waltz e Willem Dafoe prendono parte a Dead for a Dollar, in cui si scontreranno a colpi di pistola. Il vero protagonista della vicenda è Max Borlund, un nobile cacciatore di taglie interpretato da Christoph Waltz. Senza entrare nel merito agli sviluppi della trama, passiamo ad un’analisi complessiva dell’ultima fatica del celebre regista statunitense. 

Se è vero che stiamo parlando di un esponente della cinematografia mondiale particolarmente acclamato, ci dispiace constatare quanto Dead for a Dollar sia una pellicola profondamente deludente, che non conosce particolari virtù in nessun aspetto della sua costruzione. Partendo dalla trama e dalla narrazione da essa scaturita, ci troviamo di fronte al più classico dei western, in cui non vi è neanche lontanamente suggerita l’intenzione di discostarsi dal canonico schema degli esponenti più dimenticabili del genere.

Rachel Brosnahan e Christoph Waltz
Rachel Brosnahan e Christoph Waltz (Credits: Chaos a film company)
Willem Dafoe
Willem Dafoe (Credits: Chaos a film company)

Per complessità e originalità dei temi, Dead for a dollar si piazza senza dubbio all’ultimo posto di un’ipotetica classifica dei film presentati al festival, a causa di sviluppi, colpi di scena e parabole narrative straordinariamente prevedibili. Nonostante i ritmi siano piuttosto serrati, lo spettatore difficilmente troverà divertimento nell’osservare una sequela di espedienti cinematografici e stereotipi narrativi, cari ai prodotti televisivi più mediocri dello scorso secolo.

Anche la regia compie noiosamente il suo lavoro, mostrando fin troppo a uno spettatore poco coinvolto: il famoso “patto narrativo” a cui si ricorre generalmente per generare pathos e carica emotiva, qui viene totalmente disatteso, con nemici spiattellati sullo schermo in assenza di una costruzione drammatica. La scarna caratterizzazione del protagonista, che sostanzialmente si esaurisce in un misero “è il miglior tiratore del paese“, illude il regista di poterci rappresentare per più di un ora e mezza decine di insignificanti fantocci cadere sotto i colpi di Christoph Waltz. Una scelta che preclude violentemente quella sana paura, ad esempio, di vedersi ferito il proprio protagonista o, più banalmente, di godere di uno svolgimento inatteso. Tutto è già scritto, tutto è già visto.

Come se non bastasse, anche i combattimenti risultano eccessivamente coreografati, con numerose ripetizioni del medesimo schema: “uomo a cavallo che va incontro al protagonista ad armi spianate e muore dopo pochi istanti”. Persino la recitazione delle due star – Waltz e Dafoe – viene costantemente minata da dialoghi al limite della macchietta cinematografica, in una perpetua ripetizione di formule come “Morirai per mano mia, amico” o “Non ti conviene metterti contro di me“. Dalla povertà creativa della trama, alla scarsa caratterizzazione psicologica dei suoi personaggi, Dead for a Dollar non stupisce, ma, soprattutto, lascia quella fastidiosa sensazione che chiunque avrebbe potuto girare questo sconfortante western.

Sintesi

Dalla povertà creativa della trama, alla scarsa caratterizzazione psicologica dei suoi personaggi, Dead for a Dollar di certo non stupisce, ma, soprattutto, lascia quella fastidiosa sensazione che chiunque avrebbe potuto girare questo trascurabile western.

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