Studente di lettere alla Sapienza, sono un patologico appassionato della critica in ogni sua forma e un convinto sostenitore della geniale tesi di Jean-Luc Godard secondo cui: “Fare il critico è fare cinema come un regista, perché la differenza tra i due è quantitativa e non qualitativa”. L’analisi e il successivo giudizio (valido o meno) di una qualunque manifestazione umana, sono sempre stati al centro del mio approccio all’esistenza e lavoro con dedizione perché possano divenire la mia unica fonte di sostentamento. Un sostanziale fanatismo per l’inarrivabile Vittorio Gassman, si affianca alla profonda ammirazione per quei registi che hanno tentato di descrivere, con un certo successo a parer mio, la propria visione del controverso rapporto tra sesso e amore, come Woody Allen, Adrian Lyne, Mike Nichols e altri.