Coronavirus e altre apocalissi: 10 film apocalittici da guardare in quarantena
In questi giorni di quarantena sono saliti ai primi posti delle classifiche dei vari servizi di streaming una serie di blockbuster incentrati su apocalissi zombie e scenari post-apocalittici, come Contagion, Io sono leggenda con Will Smith e World War Z. Accanto a questi film apocalittici meriterebbero però di essere (ri)scoperte anche altre pellicole che hanno trattato il tema della fine del mondo in una maniera diversa, in alcuni casi più “autoriale”, spesso più pessimista. Andiamo allora alla scoperta di una serie di film particolarmente vicini agli eventi di questi giorni.
1. Sacrificio
Ultimo film di Andrej Tarkovskij, Sacrificio vinse il Gran Premio della Giuria a Cannes nel 1986, pochi mesi prima della prematura scomparsa del grande cineasta russo. Girato in Svezia grazie all’aiuto di Ingmar Bergman quando Tarkovskij aveva abbandonato la patria da diversi anni a causa dei contrasti con le autorità sovietiche, Sacrificio racconta dell’intellettuale Alexander (Erland Josephson) che, raggiunto dalla notizia dello scoppio di una guerra nucleare mentre stava festeggiando il suo compleanno nella sua casa di campagna, decide di offrire a Dio tutto – abbandona la sua famiglia, si chiude in un totale mutismo, dà addirittura fuoco alla sua villetta – purché tutto ritorni come prima. Gli ultimi dieci minuti rappresentano uno dei finali più intensi e belli della storia del cinema.
2. 4:44 L’Ultimo Giorno Sulla Terra
La fine del mondo è imminente, causata dal buco dell’ozono, non c’è nulla, letteralmente nulla che si possa fare per salvare la vita sulla Terra. 4:44 di Abel Ferrara (Il cattivo tenente, King of New York), presentato a Venezia nel 2011, racconta l’ultimo giorno sulla terra dalla prospettiva di una coppia di amanti, lui attore, lei artista, che aspettano la fine del mondo – le 4:44 di notte del titolo – fra pittura, conversazioni via Skype, litigi e inaspettati incontri con amici. Una grande interpretazione di Willem Dafoe affiancato da una meno conosciuta ma altrettanto brava Shanyn Leigh.
3. E fu sera e fu mattina
Prodotto via crowdfunding nel 2014 dall’allora esordiente Emanuele Caruso (La terra buona), E fu sera e fu mattina segna l’inizio di una parabola atipica all’interno delle dinamiche del cinema italiano. Questo film che non sembra affatto girato con il suo low budget ha una premessa simile a quella del film di Ferrara: la fine del mondo, causata dal campo magnetico del Sole, è imminente, e non si può fare nulla per impedirlo; il film allora mostra come la notizia venga recepita in un piccolo paesino delle Langhe, soffermandosi in particolare sulle vicende di sei personaggi durante i 40 giorni che mancano alla fine. Disponibile su Amazon Prime Video.
4. Contagious
Contagious – Epidemia mortale, titolo originale Maggie, è un film del tutto atipico all’interno della filmografia di Arnold Schwarzenegger, qui anche in veste di produttore. È atipico non tanto per il suo genere, quello dell’epidemia zombie, ma per il punto di vista autoriale e particolarmente drammatico con cui si raccontano le vicende: Schwarzenegger veste i panni di un padre di famiglia che non è riuscito a proteggere la figlia Maggie dal dilagare dell’epidemia e che adesso è costretto ad assistere alla sua lenta metamorfosi in uno zombie sapendo di doverla uccidere, o farla uccidere, quando la trasformazione sarà compiuta. Diretto da Henry Hobson e presentato al Tribeca Film Festival nel 2015, è disponibile a noleggio in streaming su Now TV.
5. Macchie solari
Passiamo ora a un cult del cinema di fantascienza italiano degli anni Settanta, Macchie Solari di Armando Crispino. Datato 1975, il film narra di particolari macchie solari che appaiono sul Sole e che inducono alcuni terrestri ad atti di violenza immotivati. Si narra che la casa di produzione della pellicola, Titanus, consegnasse agli spettatori delle mascherine nere durante le proiezioni con cui coprirsi gli occhi durante le scene più violente. Menzionato da Quentin Tarantino all’interno di una lista di 20 film da non perdere.
6. Tundra
Applaudito dal noto critico Adriano Aprà, Tundra è un altro film del cinema indipendente italiano meritevole di una visione attenta e approfondita. Diretto da Federico Mattioni, già regista di Dalle parti di Astrid, il film si snoda in una Roma distopica del 2027 in cui le sale cinematografiche sono chiuse. Fra mockumentary e dramedy, questo film inquieto e fertile è stato in qualche modo profetico di questi giorni. Tundra ha iniziato a girare fra le sale del circuito indipendente a partire da gennaio 2019.
7. Melancholia
In una lista di questo tipo non può mancare Melancholia, capolavoro del cinema contemporaneo a firma di Lars von Trier. Nella prima parte del film vediamo la giovane donna in carriera Claire (Kirsten Dunst, vincitrice del Prix d’Interprétation féminine), segretamente sofferente di depressione, distruggere il suo matrimonio e la sua intera vita durante la festa nuziale. Nella seconda parte del film, Claire e la sorella Justine (Charlotte Gainsbourg) assieme al figlio e al marito di lei vivono la fine del mondo causata dall’impatto del pianeta Melancholia con la Terra. Presentato al Festival di Cannes nel 2011, è semplicemente imperdibile.
8. Buio
Terzo e ultimo film del cinema indipendente italiano, fresco vincitore del Prix des Lyceens al Festival di Nantes, Buio di Emanuela Rossi è stato presentato alla Festa del Cinema di Roma lo scorso ottobre e non è stato ancora distribuito nelle sale. La diciassettenne Stella (Denise Tantucci) vive con il padre e le due sorelle minori confinata in casa, dopo che i raggi del sole sono diventati troppo potenti, uccidendo due terzi dell’umanità. O almeno così sembra.
9. Children of the Dead
Presentato nel 2019 in una sezione collaterale del Festival di Berlino, Children of the Dead, tratto da un omonimo romanzo degli anni novanta, è un film muto austriaco girato in Super 8 da Kelly Cooper e Pavol Liska. Nella campagna austriaca, una comitiva di turisti fa un grave incidente stradale che li trasforma in non morti. Sempre in bilico tra il trash puro e la genialità, Children of the Dead presenta anche un interessante sottotesto relativo all’immigrazione e al razzismo in Austria e in Europa. Recentemente apparso nel cartellone di MUBI.
10. L’ultimo uomo sulla terra
Tratto dal romanzo di Richard Matheson Io sono leggenda, L’ultimo uomo sulla terra, noto anche con il titolo di Vento di montagna, è la storia di un’apocalisse zombie a cui solo un uomo, il dottor Robert Morgan (Vincent Price), è riuscito a scampare. Frutto di una co-produzione fra gli Stati Uniti e la nostra Titanus, il film è stato girato in una Roma deserta e inquietante, in cui il protagonista di giorno si aggira fra i palazzi dell’EUR stanando e uccidendo gli zombie dormienti mentre di notte è costretto a barricarsi in casa per salvarsi la vita. Ma se la razza dominante sono gli zombie, l’ultimo uomo sulla terra è il vero “mostro”, il vero baubau. Ancora molto efficace nel caratterizzare l’atmosfera e a mantenere forte la tensione a differenza di parecchi altri film di genere di quel periodo.
Oltre i film apocalittici: 3 racconti sull’Apocalisse
Chiudiamo questa lista con tre racconti di grandi autori della fantascienza del Novecento relativi al tema dell’Apocalisse. Uno è I nove miliardi di nomi di Dio ed è stato scritto nel 1953 da Arthur C. Clarke, co-sceneggiatore di 2001: Odissea nello spazio di Kubrick. Breve e folgorante, I nove miliardi di nomi di Dio, vincitore del premio Hugo per il migliore racconto, è un’originale e inquietante sintesi di tecnologia e spiritualità, di apocalisse e di palingenesi.
Sempre di Arthur C. Clarke è anche La stella, pubblicato per la prima volta nel 1955, originalissima rivisitazione su uno dei passi più noti della Bibbia.
Fredric Brown pubblicò invece nel 1954 il racconto Questione di scala, relativizzazione del topos fantascientifico dell’invasione aliena della Terra.
Ludovico