Zombieland – Doppio Colpo recensione del film di Ruben Fleischer con Woody Harrelson, Jesse Eisenberg, Emma Stone, Abigail Breslin e Rosario Dawson sequel del cult comedy-horror Zombieland
Sono passati dieci anni dall’uscita di Benvenuti a Zombieland, pellicola comedy-horror che trattava il tema degli zombie (e non solo) in modo ironico e leggero, diventando in poco tempo un cult della commedia americana contemporanea. Il film funzionava essenzialmente perché non si prendeva sul serio e, soprattutto, perché non prendeva sul serio le tematiche che proponeva. Anche il Cinema era tirato in ballo, con l’iconico cameo di Bill Murray e le infinite citazioni cinematografiche.
Un film postmoderno in tutto e per tutto che non brillava sotto tutti i punti di vista, ma che, all’epoca, in un momento storico costellato di produzioni simili che però non riuscivano a comunicare con lo spettatore allo stesso modo, si faceva apprezzare. Un decennio dopo, Tallahassee (Woody Harrelson), Columbus (Jesse Eisenberg), Wichita (Emma Stone) e Little Rock (Abigail Breslin) sono pronti a tornare sul grande schermo con Zombieland – Doppio Colpo. Anzi, a esordire, dato che in Italia il primo capitolo era stato distribuito solo in home video. I tempi sono cambiati parecchio da quel fatidico 2009. La domanda è: il film è cambiato con loro?
La storia della disfunzionale famiglia post-apocalittica riprende dieci anni dopo gli eventi del primo film. Ora il gruppo sembra aver trovato nella Casa Bianca un posto sicuro dove passare insieme la fine del mondo. Tuttavia, degli eventi che non vi sveleremo costringeranno il gruppo ad andare alla ricerca di Little Rock. Questo li porterà a incrociare il passo con nuovi volti che li aiuteranno (chi più chi meno) a cercare di rintracciare la ragazza.
Il film è caratterizzato da quella comicità ai limiti della demenzialità che ha fatto il successo del primo capitolo. Tuttavia, se è vero che sono presenti dei momenti veramente esilaranti, la maggior parte delle battute è scontata. Fin troppo spesso, situazioni comiche interessanti vengono risolte con gag corporali che spezzano un po’ il ritmo della scrittura, che raggiunge il suo picco con il personaggio di Tallahassee. Per il resto, il film è rimasto molto fedele al suo predecessore. Dal punto di vista tecnico il “salto” è evidente, anche se è rimasta quella parvenza da B-movie che (per motivi di budget, ma non solo) caratterizzava il film del 2009. L’atmosfera che si respira è quella di una Zombieland ristrutturata e un po’ più affollata, tanto dai vivi quanto dai non-morti.