The Lie recensione del film con Mireille Enos, Peter Sarsgaard e Joey King diretto da Veena Sud per il ciclo Welcome to the Blumhouse di Amazon Prime Video
Amazon sta veramente iniziando a “giocare sul serio” sul versante delle produzioni audiovisive. Questo era evidente già da diverso tempo, considerando i suoi prodotti dalla qualità altalenante, ma sempre tendenti ad un livello abbastanza alto. Però, il piede sull’acceleratore lo ha messo quando ha annunciato una collaborazione con Blumhouse, la famosa e rinomata casa di produzione di Jason Blum che ha portato alla luce fenomeni globali come la saga di Paranormal Activity o piccole perle come Get Out, Split e BlacKkKlansman. Dunque la partnership tra le due aziende suscita senz’altro curiosità.
Tra i primi titoli ad approdare nel catalogo Amazon Prime Video grazie a questa collaborazione Black Box e The Lie, film del 2018 diretto da Veena Sud con Mireille Enos, Peter Sarsgaard e Joey King.
Sembra strano vedere un film del 2018 tra le proposte del nuovo ciclo Welcome to the Blumhouse, ma è bene chiarire che il film è stato presentato nel medesimo anno al Toronto International Film Festival, ma mai distribuito in sala o in streaming, fino all’approdo in streaming su Prime Video.
The Lie si presenta sin da subito come un film senza troppe pretese. La storia si articola intorno a due genitori separati che sono pronti a fare di tutto pur di proteggere la figlia quindicenne dopo che quest’ultima ha commesso un atroce delitto. Ma, in quella che sembra essere un’indagine senza testimoni, iniziano a emergere piccoli ma fondamentali dettagli che spingeranno la famiglia ad andare oltre la loro stessa natura pur di mantenere il segreto.
Sulla carta, la storia che sorregge The Lie sembra promettere bene. La pellicola presenta perfino un cliffhanger abbastanza interessante. Tuttavia, è arrivato il momento di dire che questo è il remake di un film tedesco del 2015, We Monsters. E qui, come si suol dire, “casca l’asino”.
Il problema non è tanto il fatto che il film sia il rifacimento di un’altra opera precedentemente uscita. L’industria cinematografica praticamente vive di remake e reboot di franchise di successo o pellicole passate in sordina e “rivalorizzate” dal cinema americano. Il problema qui sta nel fatto che il film non sembra aggiungere nulla di più di quanto offra il suo originale. Anzi, ha proprio l’aria di essere una di quelle “prove di superiorità” del cinema hollywoodiano, con quell’atteggiamento arrogante e convinto che ogni produzione messa alla luce dalla fucina europea possa essere realizzata ancora meglio sul suolo americano.
Si limita solo a implementare una leggera tinta horror, evidentemente inserita a forza per attrarre un pubblico giovanile, e delle performance attoriali con qualche picco interessante, ma per la maggior parte del tempo non eccessivamente brillanti.
The Lie è una produzione mediocre e priva di slanci. Sembra realizzato senza ispirazione alcuna, né a livello di regia, né di fotografia, né tanto meno di messa in scena. L’ennesimo esempio di come Hollywood dovrebbe pensare con la sua testa piuttosto che affidarsi alla vecchia madrepatria che ha ripudiato con tanta veemenza.