Succession 3

Succession 3 recensione terza stagione serie TV di Jesse Armstrong [Sky Anteprima]

La serie pluripremiata ai Golden Globe e agli Emmy, dopo una lunga pausa causata dal Covid, torna ora su Sky con una terza stagione che non delude le aspettative. La recensione di Succession 3

Succession 3 recensione terza stagione serie TV di Jesse Armstrong con Brian Cox, Jeremy Strong, Sarah Snook, Kieran Culkin, Alan Ruck, Nicholas Braun e Matthew Macfadyen

Creata da Jesse Armstrong e prodotta da Will Ferrell e Adam McKay (Don’t Look Up), Succession è la saga familiare della potente famiglia Roy, guidata da Logan (interpretato magistralmente Brian Cox), spietato patriarca e CEO del colosso dei media Waystar Royco. Ormai anziano e con problemi di salute, la prospettiva di un imminente abbandono scatena una disputa tra i suoi quattro figli, Kendall (Jeremy Strong), Siobhan (Sarah Snook), Roman (Kieran Culkin) e Connor (Alan Ruck), che si affrontano in una gara all’ultimo sangue per conquistare la dirigenza dell’impero dei Roy.

There’s a new CEO in town

L’ultima puntata della seconda stagione di Succession era terminata con lo scandalo delle crociere gestite dalla Waystar Royco, accusata di aver coperto diversi casi di molestie sessuali avvenute a bordo delle imbarcazioni. Accuse confermate da Kendall che, dichiarando guerra al padre, aveva avvalorato al mondo intero la colpevolezza dei dirigenti dell’azienda. La terza stagione riparte proprio da qui, con la famiglia divisa ormai in due fazioni: Logan contro Kendall. Il dramma del tormentato Ken, che ripudia il genitore, è il tema portante di tutto il terzo capitolo della serie. Il secondogenito, in un tentativo di distaccarsi completamente dal peso del cognome Roy, vuole in tutti i modi ribellarsi al padre, dimostrando agli altri e a se stesso di essere un Roy diverso, una certezza che, pian piano, una puntata dopo l’altra, si dissolverà sempre di più.

Jeremy Strong e Brian Cox
Jeremy Strong e Brian Cox (Credits: HBO/Sky)
Kieran Culkin, Sarah Snook e Matthew Macfadyen
Kieran Culkin, Sarah Snook e Matthew Macfadyen (Credits: HBO/Sky)

Oltre al tradimento del figlio, in questa stagione Logan dovrà affrontare anche il problema della gestione e del futuro dell’azienda. Sotto l’occhio del ciclone della stampa, il magnate comprende finalmente che è arrivato il momento di nominare un nuovo CEO. Una scelta che sarà solo apparente – in quanto Logan non permetterebbe mai a nessuno di sostituirlo fino a quando è in vita – ma necessaria per dare all’opinione pubblica il messaggio che l’azienda si dissocia dallo scandalo che l’ha coinvolta. Le prime due puntate, un po’ confusionarie e deliranti, sono proprio dedicate alla ricerca del sostituto di Logan, la cui nomina non sveleremo. Dal terzo episodio in poi la serie fortunatamente riprende il suo ritmo abituale e la narrazione prosegue con la sua guerra fratricida, dove non ci sono buoni o cattivi, ma ognuno lotta per la propria sopravvivenza nell’azienda, cercando di eliminare gli altri dal gioco.

A queste due tematiche principali, si aggiungono altre sottotrame non meno interessanti, anche se vi è dedicato meno spazio, come il rapporto ancora non chiaro e al limite della consensualità tra Roman e Gerri (J. Smith-Cameron), che nella penultima puntata arriverà a un punto di svolta non indifferente. Merita una menzione anche la denuncia degli autori riguardo la posizione femminile nel mondo del lavoro, la cui principale vittima e a sua volta carnefice di Gerri è sicuramente Siobhan la quale, a differenza dei suoi fratelli, per guadagnarsi il rispetto e la stima del padre deve dimostrare in ogni momento le sue capacità.

Kieran Culkin, Alan Ruck, Brian Cox, Matthew Macfadyen, Jeremy Strong, Nicholas Braun e Sarah Snook
Kieran Culkin, Alan Ruck, Brian Cox, Matthew Macfadyen, Jeremy Strong, Nicholas Braun e Sarah Snook (Credits: HBO/Sky)
Succession 3 recensione terza stagione serie TV di Jesse Armstrong
Succession 3 terza stagione serie TV Sky di Jesse Armstrong con Brian Cox, Jeremy Strong, Sarah Snook e Kieran Culkin (Credits: HBO/Sky)

Inoltre, sebbene sulla carta Succession sia una serie drammatica, che non può non ricordarci il King Lear di William Shakespeare, come nelle precedenti stagioni c’è però sempre spazio per dei momenti più comici, in questa stagione affidati al cugino Greg (Nicholas Braun) e al marito di Siobhan, Tom (Matthew Macfadyen). I due, uniti dalla paura di diventare gli “agnelli sacrificali” della faida tra Logan e Kendall e già rassegnatisi ad un vita in carcere, sono senza dubbio i protagonisti dei momenti più divertenti.

Tra jet privati, appartamenti lussuosi, limousine e viaggi anche in Italia, dove è stata girato l’ottavo episodio Chiantishire che pone le premesse per un grande finale di stagione, la fame di potere rimane comunque la vera protagonista, che continuerà a divorare tutti membri della famiglia Roy, nessuno escluso.

In un alternarsi di tragico e comico, la terza stagione, seppur non ai livelli delle prime due – come è normale che sia – si difende comunque ancora bene grazie alla caratterizzazione dei personaggi, ai dialoghi senza filtri e più di tutto, al ritratto, per noi mortali assurdo e incredibile ma probabilmente reale, di quella classe sociale alle vette del mondo, che può anche decidere, come si vede nel sesto episodio, chi sarà il prossimo Presidente degli Stati Uniti.

Sintesi

Ispirandosi alle dinastie moderne delle famiglie Murdoch, Hearst e Redstone, la terza stagione di Succession prosegue la narrazione della guerra fratricida tra Kendall, Siobhan, Roman e Connor per conquistare l'impero del patriarca Logan Roy. Alternando momenti drammatici e comici e dialoghi senza filtri, anche questo nuovo capitolo, rendendolo protagonista, non dimentica di criticare il sistema.

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