Le vele scarlatte intervista a Pietro Marcello Juliette Jouan e Raphaël Thiéry incontro con cast e crew [Cannes 75]

Le vele scarlatte, ultimo lavoro del regista italiano Pietro Marcello, è stato presentato come film d'apertura della Quinzaine des Réalisateurs, sezione parallela alla competizione ufficiale del 75° Festival di Cannes. L'intervista

Le vele scarlatte: incontro con il regista Pietro Marcello, i protagonisti Juliette Jouan e Raphaël Thiéry, la montatrice Carole Le Page e il direttore della fotografia Marco Graziaplena durante Cannes 75

L’incontro del cast e della crew del film Le vele scarlatte (L’envol) con il pubblico si è svolto al termine della proiezione della pellicola al cinema Croisette, sala-base della Quinzaine des Réalisateurs, sezione parallela alla competizione ufficiale del Festival di Cannes. Protagonisti della presentazione sono stati Pietro Marcello, regista del film, gli attori Juliette Jouan e Raphaël Thiéry, oltre all’equipe tecnica composta dalla montatrice Carole Le Page, il direttore della fotografia Marco Graziaplena.

Pietro, come ti è venuta l’idea per realizzare il film, quando sei entrato in contatto con il libro di Alexandre Grine [Le vele scarlatte]? Cosa ti ha spinto a fare un adattamento della storia ed apportare alcune modifiche per, in qualche modo, “modernizzarla”?

Pietro Marcello: Qualcuno mi ha prestato questo libro di modo che potessi leggerlo e me ne sono innamorato immediatamente. Ho deciso così di adattare la storia insieme ad altri scrittori nel migliore dei modi possibile per poterla ambientare in Francia: alla fine, si tratta di una storia d’amore universale e abbiamo voluto realizzarla nel migliore dei modi con il mio cast e la mia squadra. Sono molto contento di poterla presentare oggi a voi qui a Cannes.

Sei rimasto fedele alla storia originale raccontata nel libro?

Pietro Marcello: Abbiamo leggermente cambiato la storia per poterla rendere più moderna, in particolare abbiamo dovuto lavorare sulla figura del principe [Jean, interpretato nella pellicola da Louis Garrel].

Si tratta del tuo primo film realizzato in Francia, del tuo primo film realizzato fuori dall’Italia. Come ti sei approcciato al progetto, tenendo a mente di dover dirigere in una lingua diversa dalla tua?

Pietro Marcello: Sì, sono sempre stato abituato a lavorare da solo, intendo con la mia compagnia di produzione. Stavolta, però, ho dovuto lavorare con persone che non parlavano la mia lingua e mi sono impegnato per cercare sempre di migliorare il mio francese. Non vedevo l’ora di conoscere questa squadra fantastica, l’editor, il direttore della fotografia e il cast intero.

Pietro Marcello e Marco Graziaplena
Pietro Marcello e Marco Graziaplena (Crédits: La Quinzaine des Réalisateurs/Guillaume Lutz)

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Che cosa avevi in mente durante la fase di progettazione del film per quanto riguarda la scelta del cast, gli attori e i ruoli da assegnare?

Pietro Marcello: Sono abituato a lavorare con attori non professionali, stavolta, però, è stato molto diverso e – al tempo stesso – leggermente più complicato a causa della lingua. Sicuramente ho avuto più difficoltà ad avvicinarmi alla lingua ma ho ricevuto grande supporto da parte del cast. Abbiamo avuto molto tempo per portare avanti il processo di casting, per Juliette [Jouan, attrice protagonista della pellicola] in particolare, dato che si tratta del suo primo film e sono rimasto molto contento di aver trovato una star per la pellicola. 

Quale materiale è stato impiegato per realizzare la pellicola? Il film naviga tra riprese realizzate oggi e materiale d’archivio, mi domandavo come avete lavorato per unire questi due aspetti cinematografici.

Pietro Marcello: Ho lavorato nello stesso modo in cui ho sempre operato per realizzare i miei film ma, questa volta, avevo Marco Graziaplena con me ed è stata subito intesa tra noi due.

Marco Graziaplena: Abbiamo cercato di rendere le cineprese il più mobile e dinamiche possibile, impiegando strumenti che potessero essere tenuti in mano. Sia io che Pietro abbiamo lavorato molto sugli strumenti per poi girare insieme ed avere il più ampio margine di libertà possibile e, al tempo stesso, ricercando un livello di naturalezza tale che potesse permetterci di improvvisare. La scelta di girare tutto in pellicola non è stata operata con l’intento di ottenere un “look vintage”, le imperfezioni che si vedono sono volute e le abbiamo mantenute in risposta alla piattezza delle immagini che siamo abituati a vedere oggi. In qualche modo abbiamo voluto rivendicare una certa libertà, con questo modo di riprendere, e, al tempo stesso, rendere omaggio ai film che amiamo.

Carole Le Page: Per quanto riguarda la mobilità e il montaggio, Pietro ha un “vocabolario” molto preciso in mente con il materiale da archivio da usare, ma al tempo stesso abbiamo lavorato con molta libertà e seguendo i nostri istinti. Abbiamo addirittura potuto reinventare e rimodificare l’ordine delle scene, a volte, è stato un processo pieno di vitalità e mi sono molto fidata della sua visione d’insieme. Ho anche cercato di non rendere il montaggio troppo artificioso ma di lasciare che le immagini possano trasportare lo spettatore.

Juliette Jouan e Raphaël Thiéry
Juliette Jouan e Raphaël Thiéry protagonisti di Le vele scarlatte (Crédits: La Quinzaine des Réalisateurs/Guillaume Lutz)
Come vi siete avvicinati ai vostri ruoli, come siete entrati nel vivo della recitazione?

Juliette Jouan: Sono stata scelta per interpretare il ruolo di Juliette perché mi è stato detto fin da subito che assomiglio molto al personaggio protagonista del libro. Pietro ha un approccio molto documentaristico e, in fatto di “autenticità” e fedeltà all’opera letteraria, agire in questo modo è stata la migliore via possibile. L’unica cosa su cui abbiamo dovuto fare molta attenzione è stata il linguaggio: trattandosi di un film d’epoca, dovevamo fare attenzione a non parlare in modo troppo moderno, in quelle scene in cui ci siamo sentiti liberi di improvvisare. 

Raphaël Thiéry: Abbiamo girato in modo diverso diverse scene ma, devo dire che amo lavorare con Pietro: non ho mai dovuto parlare molto con lui prima di girare e penso di aver capito che cosa lui si aspettasse da questo personaggio, o meglio, dall’attore che doveva interpretare questo personaggio. Mi ha lasciato molto spazio per fare proposte e suggerimenti e abbiamo lavorato molto bene in squadra.

Le vele scarlatte di Pietro Marcello incontro con cast e crew a Cannes 75
Cast e crew de Le vele scarlatte (Crédits: La Quinzaine des Réalisateurs/Guillaume Lutz)
Che cosa avete provato quando avete letto la sceneggiatura?

Raphaël Thiéry: Il fatto che Le vele scarlatte sia ambientato in una zona rurale mi ha aiutato molto, ho potuto identificarmi bene con questi paesaggi e con il fatto che la storia ruoti intorno ad un padre che si occupa della figlia, lasciandole comunque uno spazio personale perché possa affermarsi in modo indipendente nel mondo. La storia mi ha molto toccato, anche la mia vita quotidiana si svolge in campagna. Quando leggo una sceneggiatura di solito cerco di lasciarmi trasportare dal personaggio che devo interpretare ma questa volta, con il modo di lavorare che ha Pietro, è come se fossimo in qualche modo “entrati insieme” nel personaggio, seguendo le evoluzioni del suo carattere nel corso della storia. Abbiamo vissuto una settimana insieme prima delle riprese e questo sicuramente ha contribuito a rendere la chimica tra i personaggi molto più naturale, oltre a permetterci di operare alcune modifiche.

Juliette Jouan: Mi è subito piaciuto l’aspetto favolistico della storia, che lascia sognare ad occhi aperti. Il film ha anche un importante lato musicale e questo mi ha coinvolto molto, dato che sono una musicista nella vita reale. Ho avuto una meravigliosa esperienza lavorando con il compositore Gabriel Yared del film. Sono entrata facilmente nel personaggio ed ho apprezzato molto anche il fatto che Jean, il personaggio che nella storia originale assume i connotati di un principe azzurro, abbia subito alcune modifiche ed ho apprezzato soprattutto la resa di Juliette: più indipendente e affermata.

Pietro Marcello: È importante sottolineare il meraviglioso lavoro che Gabriel ha portato avanti con questo film e con Juliette per adattare brani poetici alla musica composta.

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