John Wick 4

John Wick 4 recensione film di Chad Stahelski con Keanu Reeves e Bill Skarsgård [Anteprima]

John Wick 4 recensione film di Chad Stahelski con Keanu Reeves, Donnie Yen, Bill Skarsgård, Laurence Fishburne, Hiroyuki Sanada e Lance Reddick

John Wick 4: l’assordante boato del vuoto

Questa recensione si apre con un hot take, una presa di posizione netta e potenzialmente controversa: John Wick 4 è un brutto film, per quanto spettacolare e ambizioso. Nelle ore successive alla sua visione ci siamo ritrovati a leggere le recensioni internazionali, molte delle quali entusiaste. Abbiamo cercato attraverso la nostra esperienza di visione gli indizi di cosa avessimo perso per strada e non abbiamo trovato grandi risposte.

L’impressione è che in questa pellicola diretta dal solito Chad Stahelski manchi qualcosa, un ingrediente fondamentale. La risposta potrebbe stare nella vistosa assenza di Derek Kolstad alla scrittura del quarto capitolo della saga, dopo essere stato un elemento centrale per la realizzazione dei precedenti tre. Kolstad è uno che gli action li sa scrivere. Anche e soprattutto quelli un po’ caxxoni ma seriamente impegnati nel tentativo di fare divertire un pubblico che quando è in cerca di scazzottate e sparatorie, si dimostra molto esigente in termini di spettacolarità, dinamicità e inventiva.

John Wick stesso è un personaggio che si basa su delle rapide pennellate carismatiche, lasciando perdere il superfluo: il sicario che torna per vendicarsi non della famiglia ma della cagnetta, ultimo regalo dell’amatissima moglie. È da questi guizzi un po’ spiazzanti e talvolta ironici che John Wick è cresciuto fino a diventare un franchise di grande ambizione e mezzi.

Laurence Fishburne, Keanu Reeves e Ian McShane
Laurence Fishburne, Keanu Reeves e Ian McShane (Credits: Murray Close ph/Eagle Pictures/01 Distribution)
John Wick 4 recensione film di Chad Stahelski con Keanu Reeves
Keanu Reeves è John Wick in John Wick 4 (Credits: Murray Close ph/Eagle Pictures/01 Distribution)

In questo quarto capitolo però viene a mancare l’essenza stessa di John Wick, annegata dalla dimensione colossale della produzione. John Wick 4 fa decisamente il passo più lungo della gamba, pensando di poter riempire quasi tre ore di durata su premesse ancora più esili dei film precedenti. Parabellum era stata una sorpresa in positivo, una crescita netta. Questo capitolo osa ancora di più, avendo meno a disposizione: l’esperienza di visione ne risulta dilatata in maniera estenuante.

Ritroviamo il coriaceo John (Keanu Reeves) alle prese con la Gran Tavola e il suo emissario, il malvagio Marquis Vincent de Gramont (Bill Skarsgård). Un uomo potentissimo, crudelissimo e in ultima istanza noiosissimo: un personaggio per cui uno con il talento da villain di Bill Skarsgård è palesemente sprecato.

John Wick vuole riconquistare la sua libertà, il Marchese Gramont è deciso a ucciderlo facendogli terra bruciata attorno, sterminando o scatenandogli contro i pochi amici rimasti. Seguono un numero impressionante di colluttazioni anche per gli standard della saga e l’immancabile duello finale, la cui risoluzione è così deludente e anticlimatica da far crollare la poca tensione rimasta.

Rina Sawayama è Akira Shimazu e Hiroyuki Sanada è Shimazu
Rina Sawayama è Akira Shimazu e Hiroyuki Sanada è Shimazu in John Wick 4 (Credits: Murray Close ph/Eagle Pictures/01 Distribution)
Keanu Reeves è John Wick in John Wick 4
Keanu Reeves è John Wick in John Wick 4 (Credits: Murray Close ph/Eagle Pictures/01 Distribution)

Non è che John Wick 4 non abbia i suoi momenti esaltanti alla John Wick, anzi. Nel secondo tempo c’è un crescendo adrenalinico ambientato per le strade di Parigi che impressiona, sia in positivo sia in negativo. In positivo per la complessità e la spettacolarità degli stunt eseguiti. Si parte con un lunghissimo inseguimento a piedi e in macchina nei pressi dell’Arco di Trionfo, con John che spara, viene investito, investe, uccide e pian piano si avvicina alla sua meta finale, la basilica del Sacré-Cœur.

Preso di mira da tutti i Cacciatori in circolazione, si farà strada edificio dopo edificio in una serie di sparatorie e corpo a corpo che arrivano con i movimenti di regia a citare il finale di Taxi Driver.

Questo crescendo però mostra tutti i suoi limiti in un’esagerazione che risulta eccessiva anche in un franchise non propriamente verosimile e legato in maniera stringente alla realtà come John Wick. La disperata ricerca di dinamismo visivo sullo sfondo di combattimenti già frenetici porta a picchi d’assurdo, come la scena di John che spara a dei nemici sulla pista da ballo di una discoteca sotterranea berlinese, circondato da persone che non solo non si danno alla fuga, ma continuano a ballare, ignorando i cadaveri tutt’attorno.

Viene meno la fiducia nel pubblico in un personaggio che sapevamo coriaceo ma qui sembra investito da una vera e propria immortalità. Se prima si rideva con John Wick di certe esagerazioni, ora si ride di lui, impacciato anche da un Keanu Reeves più macchiettista del solito.

Ian McShane, Keanu Reeves e il regista Chad Stahelski
Ian McShane, Keanu Reeves e il regista Chad Stahelski (Credits: Murray Close ph/Eagle Pictures/01 Distribution)

Che dire poi dell’avvio del film? Le lunghe spiegazioni introduttive sembrano volutamente dilatare all’infinito quel poco che hanno da dire, così come tutte le deviazioni che John è costretto a prendere prima di arrivare alla resa dei conti suonano pretestuose. Ci sarebbe molto su cui soffermarsi, fornendo per esempio ai nuovi arrivati come il Signor Nessuno di Shamier Anderson o Akira di Rina Sawayama un qualche spunto in più. È ingiustificabile come in quasi tre ore di film non si trovi il tempo di rendere questi due personaggi più coerenti. Anderson in particolare agisce con un’agenda e delle motivazioni che sembrano cambiare continuamente, perché il film lo butta sulla ribalta con un ruolo tutt’altro che secondario senza avere le idee chiare su come raccontarlo, delegando a film o spin-off successivi il compito di fare chiarezza.

Lo stesso si può dire delle meravigliose ma inutili scene dall’atmosfera western. Sono suggestive? Sì. Risultano quasi del tutto inutili alla narrazione del film e contribuiscono ad allungarlo oltre i limiti della ragionevolezza? Anche.

Un film che va oltre le sue possibilità sprovvisto di una storia all’altezza delle sue ambizioni finisce per guastare anche le sue portate migliori. Il finale sarebbe un colpo di mano non da poco se non fosse che siamo già rimasti un po’ scottati dal depotenziamento della conclusione a sorpresa della pellicola precedente. Come può essere un colpo di scena vero qualcosa che vediamo accadere ma di cui siamo già propensi a dubitare avendo visto come è andata l’ultima volta?

Keanu Reeves è John Wick in John Wick 4
Keanu Reeves è John Wick in John Wick 4 (Credits: Murray Close ph/Eagle Pictures/01 Distribution)

Sintesi

Formalmente c’è tutto quello che un fan di John Wick possa desiderare: azione, sparatorie, stunt elaboratissimi e spettacolari. È come se stavolta il tutto si riducesse a una facciata, dietro cui c’è un vuoto assordante d’idee e concretezza. La concretezza era stata la carta vincente di un franchise che qui si mostra un po’ la corda.

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